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Paralisi cerebrale infantile: il cammino

Questi bambini hanno difficoltà nel camminare o non camminano affatto. Vanno aiutati con interventi chirurgici, farmaci, tutori e con la rieducazione motoria 

Il cammino è frutto dello sviluppo nel controllo dei movimenti, che consente al bambino di acquisire le abilità necessarie per bilanciare il corpo in posizione eretta. Rappresenta l’ultima e la più complessa delle acquisizioni motorie.

I bambini impiegano circa un anno per imparare a controllare prima il capo, poi la stazione seduta e successivamente la postura eretta. Infine, la capacità di camminare viene di solito acquisita tra un anno e un anno e mezzo.

Nelle paralisi cerebrali infantili, il cammino tende a manifestarsi più tardi o il bambino non riesce a camminare perché la paralisi cerebrale ha condotto a:

  • Tetraplegia: una forma di paralisi che coinvolge tutti e quattro gli arti sia superiori sia inferiori;
  • Emiplegia: una paralisi che coinvolge solo un lato del corpo;
  • Diplegia: una paralisi che coinvolge gli arti inferiori.

La stessa percezione del movimento può essere variamente compromessa e associarsi a vari livelli di aprassia, ovvero incapacità di coordinare correttamente i movimenti volontari.
Disturbi della sfera visiva possono essere associati e portare ad ulteriori difficoltà di coordinazione motoria in quanto il cammino è fortemente guidato dalla vista.

Inoltre, tra gli esiti di paralisi cerebrale infantile, vi sono alterazioni del tono muscolare come la spasticità (aumento del tono muscolare, velocità dipendente o postura dipendente) o la distonia (contrazioni muscolari involontarie associate o meno a quelle volontarie).

La modalità e l'intensità con cui si manifestano questi sintomi dipendono dalla storia del bambino e dalla gravità dei ritardi e difetti di acquisizione delle funzioni motorie come camminare e mangiare da solo.
Inoltre, i deficit permanenti e la storia personale determineranno le modalità di sviluppo sia del sistema nervoso centrale, sia dei muscoli, dei tessuti molli e della struttura ossea.

In caso di paralisi cerebrale infantile, a tale età la diagnosi è stata già sicuramente effettuata.
Si può comunque prestare attenzione ad alcune capacità motorie quali:

  • È presente il controllo del capo? Il bambino esplora con lo sguardo e gira il capo correttamente rispetto a stimoli o verso fonti di interesse? Riesce a mantenere senza apparente sforzo la testa sollevata?
  • Riesce a stare seduto senza appoggi? Il bambino riesce a mantenere la stazione seduta mentre si orienta con la testa o allunga le mani verso gli oggetti?
  • Sta in piedi con appoggi? Il bambino riesce a mantenersi in posizione eretta senza manifestare evidenti alterazioni della postura, quali ad esempio stare sulle punte dei piedi?
  • Riesce a staccarsi per compiere qualche passo veloce? Anche in questo caso (al di là di una ancora evidente immaturità) il bambino con paralisi cerebrale presenta segni quali andatura sulle punte dei piedi senza mai appoggiare a terra tutto il piede o cammina incrociando le gambe?
  • Riesce a rimanere in piedi staccandosi da qualsiasi appoggio? Ha una sufficiente capacità di stare fermo in piedi senza appoggi lasciando libera la testa di orientarsi intorno ed è libero di muovere gli arti superiori?

Nel caso in cui la maggior parte di queste abilità siano presenti, il bambino va stimolato a stare in piedi e a camminare. Meglio se ciò avviene mentre il bambino interagisce e gioca con altri bambini e con le persone che lo circondano.

Piuttosto che di esercizi specifici, questi bambini hanno necessità di sperimentare le situazioni di movimento più varie possibili. Vanno pertanto sollecitati a camminare su terreni non uniformi o di varia cedevolezza, come tappeti erbosi, a zolle, ciottoli, sabbia, salite, discese e gradini.

Vanno osservate le situazioni e i contesti dove tende ad esprimersi più facilmente per ricrearli.

Non bisogna incalzarlo continuamente con richieste sui suoi comportamenti motori. Piuttosto dobbiamo osservare in quale occasione si manifestano i comportamenti non voluti ed evitare semplicemente queste situazioni.

Sicuramente se la risposta a tutti o molti dei quesiti sopra esposti è negativa si rende necessaria una valutazione più dettagliata rivolgendosi a un esperto per valutare la conduzione di esami strumentali dettagliati.

Attualmente lo strumento migliore per la valutazione funzionale del cammino, oltre alla valutazione clinica, è la Gait Analysis o analisi computerizzata del cammino.

Tale valutazione permette di osservare durante il cammino aspetti non visibili al momento della visita, quali:

  • La coordinazione delle varie parti del corpo;
  • La forza delle articolazioni;
  • L'attività dei muscoli e la loro potenza.

Dalle osservazioni di Gait Analysis, è emerso che il cammino dei bambini con paralisi cerebrale può essere migliorato da interventi chirurgicifarmacologici, dall'applicazione di tutori e altre apparecchiature ortopediche (ortesi e tutori), dalla rieducazione motoria e recentemente dall’utilizzo di specifici dispositivi Robotici.

Nel complesso, considerando anche l’ampia variabilità individuale, la ricerca ha evidenziato che l'analisi del cammino completata dall'esperienza clinica può oggi guidare verso soluzioni personalizzate per migliorare la capacità di movimento dei bambini con paralisi cerebrale.


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  • A cura di: Maurizio Petrarca
    Unità Operativa di Neuroriabilitazione e UDGEE
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 06  Dicembre 2022 


 
 

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