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Pitiriasi versicolor

Infezione fungina superficiale della pelle benigna, presente con uguale frequenza tra maschi e femmine, soprattutto nella giovane età adulta 

La pitiriasi versicolor è una micosi cutanea superficiale, benigna, molto frequente in entrambi i sessi e compare in tutte le fasce di età con predilezione per l'età giovane adulta.   

La pitiriasi versicolor è dovuta ad un micete, la Malassezia furfur, forma filamentosa della Malassezia ovalis, un tempo denominata Pitirosporum ovale o orbicolare.
Questo lievito è saprofita, (cioè vive normalmente sulla cute) e occasionalmente diventa patogeno. La pitiriasi versicolor si manifesta più frequentemente in alcune circostanze: in ragazzi che frequentano piscine (per l'umidità della pelle), in soggetti con cute seborroica (pelle grassa), in pazienti immunodepressi (trapiantati d'organo o in trattamento con farmaci immunosoppressori per altre patologie croniche).

La manifestazione clinica varia in funzione dell'età e del tipo di pelle. L'evoluzione è cronico-recidivante (si ripresenta nel tempo).

  • Nel neonato e lattante, le lesioni sono caratterizzate da macchie ipocromiche (più chiare del colorito normale della pelle), rotondeggianti, lisce o ricoperte da squame sottili come la forfora (furfuracee), biancastre che si evidenziano dopo il grattamento, si localizzano al volto in particolare a livello della regione frontale e pre-auricolare. 
  • Nell'adolescente le lesioni sono macchie rotondeggianti diffuse al tronco e talvolta alla radice degli arti superiori, di pochi millimetri di diametro, di colorito variabile, rosee (specialmente su cute seborroica), brunastre o ipocromiche. Le chiazze sono generalmente ricoperte da desquamazione furfuracea che si evidenzia particolarmente in seguito a grattamento.

Questa malattia viene impropriamente chiamata "fungo di mare" in quanto le chiazze ipocromiche si manifestano dopo l'estate. In realtà, il mare non è la causa dell'infezione, ma le lesioni diventano evidenti quando l'abbronzatura comincia a impallidire. 

La diagnosi è clinica; nei casi dubbi, si può ricorrere all'esame con la luce di Wood; si tratta di una tecnica non invasiva, basata sull'utilizzo di una sorgente di luce ultravioletta non ionizzante utilizzata in dermatologia per evidenziare alcune caratteristiche cromatiche della cute sana e patologica, non ben apprezzabili ad occhio nudo o con la normale lente di ingrandimento.
Consente la diagnosi di macchie ipocromiche in quanto cambia la fluorescenza: vitiligine, micosi, o infezioni da pseudomonas, ecc. Infatti, le lesioni cutanee della pitiriasi versicolor assumono alla luce di wood una fluorescenza verde.
La diagnosi è semplice; tuttavia, la forma ipocromica si pone in diagnosi differenziale con esiti cicatriziali di altre patologie, tipo punture di insetto, impetigine, mentre quella eritematosa seborroica si potrebbe confondere raramente con la pitiriasi rosea di Gibert.

Nessuna terapia garantisce la guarigione definitiva. Il trattamento prevede detersione quotidiana con detergenti a PH acido, antimicotici topici (imidazolici) in formulazioni diverse: creme, spray o lozioni. Quando le lesioni sono al volto, al collo o alla parte superiore del dorso bisogna associare anche uno shampoo antimicotico.
La terapia antimicotica per via orale deve essere limitata ai casi eccezionali in cui la manifestazione è molto estesa o quando è richiesta una rapida guarigione, ad esempio in vista di terapie chirurgiche che prevedono un'incisione in corrispondenza della cute infetta. Il ricorso costante a terapie sistemiche (per via orale) non è indicato in quanto l'infezione è recidivante, gli antimicotici sono tossici e non garantiscono la prevenzione delle recidive.

La prevenzione della pitiriasi versicolor è impossibile. Tuttavia, è consigliabile l'uso di detergenti a Ph acido durante la stagione calda e indossare cotone a contatto con la cute per ridurre il sudore.

  • È necessario informare i genitori e l'adolescente sulla benignità della malattia e sulle frequenti ricadute;
  • Raccomandare doccia quotidiana e indumenti di cotone a contatto con la pelle;
  • I pazienti soggetti a ricadute devono eseguire il trattamento prima dell'esposizione al sole in modo da prevenire le ipocromie secondarie che durerebbero molti mesi.

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  • A cura di: Loredana Giraldi, Maya El Hachem
    Unità Operativa di Dermatologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21  Marzo 2022 


 
 

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