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Poliomielite negli Usa: cosa c'è da sapere

Un caso di paralisi dovuto a questa malattia a New York fa suonare l'allarme e riporta all'attenzione il ruolo fondamentale della vaccinazione 

A giugno 2022 è stata riscontrata una poliomielite paralitica in un giovane adulto sano di New York che non era vaccinato. In alcune aree della città – specie negli ultimi anni in cui è cresciuto il cosiddetto scetticismo vaccinale - la copertura delle vaccinazioni raccomandate è scesa fino al 60%. Per prevenire la diffusione di queste infezioni è invece necessaria una copertura superiore al 95%, per cui viene raccomandato un target del 97%. In Italia attualmente la copertura media è del 96% con solo due Regioni sotto il 90%.

Il giovane adulto sano che vive a New York e non ha fatto viaggi recenti all’estero ha presentato a giugno scorso un episodio di febbre lieve, rigidità al collo, dolori alla schiena e addome e debolezza agli arti inferiori, diagnosticata come paralisi flaccida a insorgenza acuta. Il protocollo diffuso in tutto il mondo analizza con attenzione questi casi, per identificare possibili cause virali.

Il virus della poliomielite si trasmette per via oro-fecale da un soggetto infetto a uno suscettibile (cioè una persona non vaccinata), dando una infezione intestinale che nella stragrande maggioranza dei casi si risolve spontaneamente con un semplice ‘mal di pancia’. Infatti solo una persona ogni 1900 soggetti non vaccinati che si infettano sviluppa la caratteristica paralisi flaccida; una su 100 di queste paralisi può diventare mortale per l’interessamento dei muscoli respiratori.

Questo caso di paralisi ha fatto capire che vi potevano essere contemporaneamente, molte centinaia o migliaia di infezioni da questo virus in quella città. Negli ultimi anni, come già detto, questa infezione era stata invece debellata completamente dalla gran parte dei Paesi del mondo, tra cui tutta l’Europa e le Americhe. Restavano pochi focolai in Africa e in Asia, per l’impossibilità di vaccinare la maggior parte dei bambini in alcuni Paesi come l’Afghanistan e la Nigeria, che hanno grosse difficoltà socio-ambientali.

In questi ultimi anni di diffusione di epidemie, sono stati riscontrati focolai di diffusione del virus polio nelle acque di scarico di diverse città, tra cui Londra, Israele e ora New York. Il pericolo del ritorno della poliomielite è quindi una realtà che dobbiamo considerare quando facciamo le scelte di protezione dei nostri bambini.

La presentazione clinica della poliomielite è caratterizzata:

  • Dall’assenza di sintomi o da segni di una malattia febbrile aspecifica;
  • Da una progressiva debolezza flaccida acuta degli arti inferiori associata a febbre e dolore muscolare;
  • Dalla assenza o riduzione dei riflessi tendinei profondi;
  • Dalla presenza di febbre, mal di gola, nausea, malessere fino a 7 giorni prima dell’inizio della debolezza;
  • Dalla paralisi bulbare che può causare distress respiratorio e spesso richiede la ventilazione meccanica.

La poliomielite è una malattia invalidante e pericolosa per la vita, che può colpire il cervello e il midollo spinale, causando paralisi, danni al midollo spinale, meningite e parestesia. Le sequele sono a lungo termine, anche decenni dopo l'infezione originale. La trasmissione è fecale-orale, respiratoria o orale-orale.
Il periodo di incubazione va da 3 a 6 giorni per la poliomielite non paralitica e da 7 a 21 giorni per l'insorgenza della paralisi nella poliomielite paralitica.

Dato che l’unica terapia efficace è la prevenzione con la vaccinazione, è importante effettuare tutte le dosi di vaccino non effettuate in precedenza e portare i propri figli a fare le vaccinazioni ‘dimenticate’.

Dal punto di vista collettivo è necessario sostenere il Piano Nazionale di Preparazione e di Risposta a una epidemia di Poliomielite varato nel 2019[i] dal Ministero della Salute che prevede una serie di interventi basati sulla:

  1. Rilevazione e controllo di tutti i casi di Paralisi flaccida acuta;
  2. Sorveglianza ambientale tramite controllo delle acque di scarico delle grandi città e dei Centri accoglienza per migranti.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
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Ultimo Aggiornamento: 24  Agosto 2022 


 
 

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