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Pubertà precoce: aspetti psicologici

Comparsa precoce dei caratteri sessuali che mette in difficoltà bambine e bambini anche dal punto di vista psicologico 

Con il termine pubertà si intende l’inizio del periodo in cui compaiono e maturano i caratteri sessuali secondari, quelli che “sono visibili”.

Nello specifico la pubertà inizia con lo sviluppo del seno nella bambina o l’aumento delle dimensioni dei testicoli nel bambino, a cui si accompagna un aumento della statura.

Lo sviluppo puberale è un processo lungo e si completa nel giro di 3-4 anni con il raggiungimento della maturità sessuale e la capacità di procreare. Di norma i primi segni della pubertà compaiono tra gli 8 e i 13 anni nelle femmine e tra i 9 e i 14 nei maschi. 

La pubertà precoce viene definita dal punto di vista endocrinologico come la comparsa dei segni della pubertà prima dell'età di 8 anni per le femmine e prima dei 9 anni nei maschi. 

La pubertà precoce si manifesta con sintomi di crescita accelerata; il corpo sta crescendo troppo velocemente. 

Precisamente si parla di pubertà precoce quando i caratteri sessuali secondari appaiono prima degli 8 anni nelle bambine e prima dei 9 anni nei bambini. 

La pubertà precoce è dieci volte più frequente nelle femmine che nei maschi.

Qualora si noti un aumento della velocità di crescita dei bambini è indicato effettuare una visita pediatrica e gli eventuali approfondimenti che verranno prescritti dallo specialista.

Se la pubertà precoce viene confermata, lo specialista indicherà un trattamento specifico volto a bloccare l’avanzamento della pubertà; il trattamento consiste in una puntura  intramuscolare da effettuare una volta al mese.

Dal punto di vista psicologico, è importante che i bambini accettino di sottoporsi al trattamento. 
L’endocrinologo e lo psicologo spiegheranno al/alla bambino/a la necessità e l’importanza di sopportare una “punturina” per far sì che la crescita non sia troppo veloce: se non la rallentiamo, rischia di non lasciarle/gli raggiungere la statura che avrebbe raggiunto se fosse stata meno veloce. 

Coinvolgeranno la/il bambina/o nella scelta terapeutica che in tal modo sarà condivisa e quindi meglio accettata dal/la piccolo/a paziente. 

Ai bambini deve essere spiegato che il ritmo di crescita non deve essere troppo lento né troppo veloce, pertanto nel caso della pubertà precoce (caso in cui il corpo sta crescendo troppo velocemente) bisogna rallentare il ritmo e “tirare il freno a mano” per riprendere un’andatura più giusta.

I bambini hanno un periodo di tempo per adattarsi alla terapia. In un primo momento possono essere spaventati, soprattutto dal dolore che la puntura può provocare, ma se adeguatamente preparati e aiutati trovano un buon adattamento alla terapia. 

Il quadro è più complesso, dal punto di vista psicologico, quando non viene accertata una pubertà precoce, ma è tuttavia presente un anticipo della pubertà “fisiologico”, che rientra nei limiti di età considerati normali e che di conseguenza non prevede un trattamento farmacologico ma una attenta osservazione e un accompagnamento del/la bambino/a nel mondo dei grandi.

In questo caso lo sviluppo cerebrale e psicologico del bambino può non essere ancora adeguato ad affrontare i rapidi cambiamenti del suo corpo. La maturazione fisica, la maturazione cerebrale e di conseguenza psicologica dovrebbero avere un ritmo sincronizzato.

Nella pubertà anticipata la maturazione fisica appare separata da quella cerebrale e psicologica, pertanto sia il/la bambino/a che i genitori possono spaventarsi e preoccuparsi dei rapidi cambiamenti che avvengono. 
Il/la bambino/a percepisce pulsioni, sensazioni e bisogni che non trovano riscontro nell’ambiente di vita e nei coetanei che, rispetto a lei/lui sono “indietro”.

Allo stesso tempo queste nuove sensazioni non vengono comprese e il/la bambino/a può non capire cosa sta succedendo al suo corpo. 

Possono emergere, in questa fase, comportamenti nuovi, come la stimolazione delle zone genitali, la masturbazione, i cambiamenti caratteriali e dell’umore legati alla produzione degli ormoni sessuali. In aggiunta i cambiamenti corporei hanno un impatto sociale: gli altri si accorgono che quel/la bambino/a non è più piccolo/a, ma sta velocemente diventando grande.

Possono emergere commenti sulla grandezza del seno nelle bambine, sulla presenza della peluria o sul cambiamento dell’odore del corpo. Di conseguenza possono emergere sentimenti di vergogna, pudore, desiderio di tornare piccoli. 

In questi casi è indicato un supporto psicologico al/alla bambino/a finalizzato a spiegare cosa sta accadendo al corpo, alle emozioni e alle sensazioni. È importante che il/la bambino/a conosca il funzionamento del corpo e sappia quali aspetti fisici cambieranno (ad esempio il seno crescerà, comparirà la peluria in zone del corpo nuove, cambierà l’odore del corpo, arriverà il ciclo mestruale o la prima polluzione).

Questa spiegazione va effettuata per gradi, con termini semplici e comprensibili con lo scopo di rendere il/la bambino/a pronto/a a verificare sul campo gli effettivi cambiamenti.  

È necessario evitare colpevolizzazioni, timore o vergogna. È indicato aiutare il/la bambino/a a esplorare il proprio corpo e le proprie sensazioni. È necessario un supporto anche alla coppia di genitori che deve preparare l’ambiente sociale (ad esempio la scuola) a questi cambiamenti per far sì che tutto avvenga in modo naturale.  

In generale le famiglie possono spiegare ai bambini e alle bambine che il corpo di ognuno di noi cresce e si modifica nel tempo. Spesso già i bambini sono curiosi e pongono domande confrontando il loro corpo con quello dei genitori. “Mamma perché tu hai i peli?”, “Mamma perché usi il pannolino?” Basta rispondere, con semplicità e verità, dando ai bambini la normale percezione di crescita.

La famiglia è sicuramente la prima agenzia educativa che ha il compito di aiutare i propri figli a conoscere il proprio corpo e i cambiamenti che avverranno. 
Generalmente questo percorso di adattamento alla pubertà anticipata ha un buon esito e non emergono comportamenti patologici.

Qualora non avvenga un accompagnamento a questi cambiamenti i bambini possono percepire il corpo come estraneo/brutto/ingannevole, possono verificarsi comportamenti di ritiro o di isolamento sociale finalizzati alla protezione di se stessi, evitando il confronto con gli altri.

Possono emergere sensi di colpa e di inadeguatezza che influenzano negativamente le tappe dello sviluppo tipiche dell’adolescenza. 

 

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  • A cura di: Chiara Carducci
    Unità Operativa di Neuroriabilitazione
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 31  Marzo 2023 


 
 

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