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Rituximab

Mabthera, Rixathon, Truxima, Ruxience.

Il Rituximab è un anticorpo monoclonale anti-CD20. Gli anticorpi monoclonali sono farmaci “biologici” (ovvero sintetizzati grazie a moderne biotecnologie) in grado di legarsi a un preciso "bersaglio". Questo farmaco, in particolare, si lega a una proteina chiamata CD20, presente sulla membrana dei linfociti B, causandone la morte. I linfociti B sono i globuli bianchi da cui derivano le plasmacellule, che producono gli anticorpi.

Sono responsabili, fra l'altro, anche della produzione di auto-anticorpi, gli anticorpi diretti contro proteine del nostro organismo, importanti nello sviluppo di alcune malattie reumatologiche autoimmuni. Il Rituximab è stato inizialmente utilizzato per il trattamento dei linfomi, ma nel corso degli ultimi 20 anni ha trovato vasta applicazione nel trattamento di numerose malattie reumatologiche.

Il farmaco viene utilizzato nel Lupus Eritematoso Sistemico, nella sindrome di Sjogren, nella Sclerodermia, nella Dermatomiosite giovanile e nelle vasculiti sistemiche.

Il Rituximab è un farmaco efficace ed è spesso utilizzato in caso di mancata risposta ad altre terapie immunosoppressive più convenzionali e nel trattamento di manifestazioni anche gravi. La risposta non è rapida (il farmaco impiega in genere qualche settimana per mostrare i suoi effetti) ma ha una durata prolungata nel tempo, di almeno sei mesi. 

Concentrato per soluzione per infusione endovenosa: 100 mg e 500 mg; soluzione per iniezione sottocutanea: 1400 mg.

Spetta al medico specialista stabilire la quantità di farmaco di cui ha bisogno il bambino, definendo la frequenza, il numero di somministrazioni e il dosaggio del farmaco. Questi parametri possono variare in relazione alla malattia da trattare e alla risposta del singolo paziente a ciascun ciclo di terapia.

In considerazione dell'efficacia e della durata dell'effetto immunosoppressivo del Rituximab, può essere efficace anche un singolo ciclo di terapia, ripetuto in caso di necessità.

Il Rituximab si somministra generalmente per via endovenosa. Ciascuna infusione è preceduta dalla somministrazione di cortisone e antistaminico, utili a prevenire eventuali reazioni allergiche.

Le reazioni all'infusione possono essere piuttosto frequenti. Tuttavia, diminuiscono quando viene eseguita un'adeguata premedicazione con cortisone e antistaminico.
Le reazioni possono consistere in: 

  • Orticaria;
  • Difficoltà a respirare o a deglutire;
  • Giramenti di testa;
  • Percezione insolita del battito del cuore (palpitazioni);
  • Pressione bassa.

Le reazioni tardive (48 ore) sono più rare, con febbre e dolori alle articolazioni. Poichè il Rituximab elimina alcune cellule del sistema immunitario, va posta una certa attenzione all'eventuale comparsa di infezioni, soprattutto virali, a carico delle vie aeree, della cute e del sistema gastrointestinale. Il trattamento con Rituximab può riattivare infezioni croniche virali, anche in fase di latenza.

Prima dell’inizio del trattamento è pertanto indicato uno screening virologico, in particolare per epatite B e C, che se positivo costituisce una controindicazione al trattamento. Poiché i linfociti B eliminati dal Rituximab sono responsabili della produzione di anticorpi, è possibile riscontrare una loro diminuzione (ipogammaglobulinemia).

In considerazione dell'aumento del rischio di infezioni, l'assunzione di Rituximab è controindicata durante l'uso di altri farmaci biologici, a meno che non sia strettamente necessario.

In corso di terapia con Rituximab sono controindicate le vaccinazioni con virus vivi attenuati (resi incapaci di causare la malattia), come ad esempio morbillo-parotite-rosolia e varicella.

Lo studio delle sottopopolazioni dei linfociti, in particolar modo dei livelli dei linfociti B, è uno strumento molto utile per tenere sotto controllo l'azione del farmaco e per programmare, se necessario, nuovi cicli di infusioni.

Il Rituximab viene conservato in Ospedale in frigorifero a 2 °C – 8 °C tenendo il contenitore nell'imballaggio esterno per proteggerlo dalla luce.

 

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  • A cura di: Rebecca Nicolai
    Unità Operativa di Reumatologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 15 settembre 2022


 
 

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