
Per ematuria si intende la presenza di globuli rossi (o emazie) nelle urine. L’ematuria può essere microscopica, quando le urine sono di colore normale e il sangue è visibile solo al microscopio o con le apposite strisce reattive, oppure macroscopica, quando il sangue è visibile a occhio nudo.
In questo caso, le urine possono assumere colorazioni diverse quali rosso vivo, marsala, lavatura di carne o coca cola (le più frequentemente descritte).
Oltre al colore, altri elementi che caratterizzano l’ematuria macroscopica sono la durata, il fatto di insorgere dopo o durante un episodio infettivo (solitamente virosi delle alte vie respiratorie), essere o meno accompagnata da altri sintomi quali bruciore durante la minzione, dolore al fianco, febbre.
L’ultima caratteristica, che si definisce guardando le urine al microscopio, è la loro forma: se i globuli rossi sono deformati e irregolari, è più probabile che l’ematuria provenga dal rene (ematuria glomerulare); infatti, il passaggio attraverso i glomeruli renali, deforma i globuli rossi e quindi, al microscopio, risulteranno di colore meno intenso, di forma irregolare e diversi tra loro.
Se, invece, i globuli rossi sono della loro forma e colore normali e tutti uguali tra loro, allora è più probabile che provengano dalle vie urinarie (ematuria non glomerulare).
Pur con i comprensibili limiti, queste caratteristiche, diversamente combinate fra loro, possono orientare la diagnosi e guidarci nella richiesta degli esami.
Le cause più frequenti di ematuria glomerulare sono:
- La nefropatia da IgA (sia primitiva che secondaria alla porpora di Schonlein-Henoch, più modernamente chiamata vasculite da IgA);
- La sindrome di Alport;
- La glomerulonefrite acuta post-infettiva;
- Altre glomerulonefriti più rare;
- I traumi;
Quelle di ematuria non glomerulare sono:
- Le infezioni urinarie;
- La calcolosi renale;
- Le malformazioni delle vie urinarie;
- I traumi.
Tra le cause più rare di ematuria nel bambino ricordiamo:
- La trombosi delle vene renali;
- La sindrome dello “schiaccianoci”;
- Alcuni farmaci come la ciclofosfamide, che inducono una cistite emorragica;
- Malattie della coagulazione o l’anemia falciforme
- Il rene policistico dominante;
- La sindrome emolitico-uremica;
- I tumori renali (facciamo riferimento in particolare al tumore di Wilms, altri tumori renali o vescicali eccezionali nel bambino).
Ricordiamo, infine, l’ematuria da sforzo, che è una diagnosi di esclusione (ovvero dopo aver escluso altre possibili cause) da considerare più nell’adolescente che nel bambino, e per il quale siano noti allenamenti fisici molto intensi entro le precedenti 72 ore.
Come dicevamo sopra, l’ematuria macroscopica è visibile a occhio nudo, mentre l’ematuria microscopica viene rilevata dall’esame delle urine in laboratorio o con una semplice striscia reattiva (dipstick).
L’esame urine in laboratorio consente di contare con buona approssimazione il numero dei globuli rossi, diversamente dallo stick o dall’esame urine senza sedimento, che ci danno, invece, un’idea più grossolana della sua entità (da 1+/2+ fino a 4+).
In caso di ematuria (micro o macroscopica), l’associazione con altri sintomi può orientare la diagnosi (il trauma, i segni di infezione urinaria, la colica renale, un evento infettivo come una faringite 2-4 settimane prima della macroematuria o avere una virosi intercorrente quando inizia la macroematuria, l’anamnesi familiare, ecc….). Di conseguenza, il medico richiederà gli esami opportuni a confermare il sospetto clinico.
I casi più difficili da diagnosticare sono le ematurie isolate. La scoperta di una microematuria isolata è quasi sempre occasionale, in bambini che eseguono un esame delle urine per vari motivi, spesso per la certificazione di idoneità alla pratica sportiva.
La prima cosa da fare (soprattutto in caso di microematuria) è definire la sede da cui origina, se dal rene (glomerulare) o dalle vie urinarie (non glomerulare) attraverso l’esame morfologico dei globuli rossi urinari su urine fresche, non della notte, in quanto le urine che, dopo essere state prodotte restano la notte in vescica, possono subire modificazioni della struttura che non ne permettono una lettura corretta.
Questo esame, seppure molto importante, può non essere dirimente. Gli altri esami devono basarsi sulla storia clinica, sui sintomi associati (dolore al fianco, febbre, fastidio a urinare, pressione alta, ecc…) sulla durata, sul fatto che si tratti di una ematuria macroscopica che insorge sempre (o quasi sempre) in corso di episodi di virosi delle alte vie respiratorie o che è successiva di 2-4 settimane a in infezione, più frequentemente streptococcica (vedi Glomerulonefrite acuta post-infettiva).
La microematuria non deve essere di per sé motivo di allarme, non è anemizzante, non danneggia il rene o la via urinaria e può anche essere transitoria. Il rischio nel lungo termine dipende dalla malattia che la causa, se nel tempo compare la proteinuria e l’insufficienza renale (come in alcune forme di Sindrome di Alport o di nefropatia da IgA).
In alcuni casi di macroematuria si può osservare anemizzazione (traumi o tumori o malattie della coagulazione o alcun farmaci, ma che, di solito, non si osserva nelle diverse malattie di origine renale) o dolore e difficoltà a urinare quando si formano molti coaguli nella vescica (più tipico delle ematurie delle vie urinarie o da trauma renale) o in caso di calcolosi o infezione urinaria.
La prognosi dipende dalla malattia che la causa. Spesso, quando è isolata, non richiede alcun trattamento.
Anche la terapia, però, può dipendere dalla malattia che la causa. In alcuni casi, l’ematuria può scomparire con la risoluzione dell’evento che l’ha causata (ad esempio in caso di infezione urinaria, di passaggio di un calcolo nelle vie urinarie, di trauma, quando dipende dall’uso di un farmaco, nella glomerulonefrite acuta post-infettiva, ecc…); diverso il caso di alcune glomerulopatie croniche in cui può persistere anche per tutta a vita, indipendentemente dal fatto che venga iniziato meno una terapia farmacologica per la comparsa di proteinuria.
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