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Scabbia

Malattia infettiva della pelle molto contagiosa causata dall'acaro della scabbia. Il principale sintomo è il prurito intenso. Viene curata con apposite creme  

La scabbia è una malattia infettiva della cute, altamente contagiosa, facilmente trasmessa da persona a persona tramite il contatto fisico diretto, ovvero in seguito a contatti prolungati tra cute e cute, o cute e mucose, o attraverso oggetti personali come le lenzuola o i vestiti.

Il fattore di rischio principale è rappresentato dal contatto diretto, come avviene specialmente all'interno della famiglia, tra persone che condividono lo stesso letto, e in tutte le condizioni di affollamento come nelle scuole, nei centri di accoglienza, nelle caserme e nelle case di riposo.

La scabbia è causata dall'acaro Sarcoptes scabiei variante hominis, un parassita umano obbligato, che sopravvive per poco tempo (massimo 1-2 giorni) al di fuori del suo ospite naturale, l'uomo.

L'acaro femmina, dopo essere stato fecondato sulla superficie cutanea, scava dei cunicoli nello strato più superficiale della pelle e vi depone le sue uova per un periodo di tempo di circa 21 giorni, corrispondente al ciclo vitale del parassita.

La trasmissione avviene per contatto, e il periodo d'incubazione, tempo di comparsa dei sintomi, è di circa 3 settimane.
Poiché l'acaro è molto debole al di fuori del suo ospite umano, il contagio attraverso i vestiti o la biancheria è una possibilità più rara.

La scabbia è diffusa in tutto il mondo e può interessare persone di tutte le etnie e classi sociali. L'infezione si può diffondere facilmente nelle comunità.

Il principale sintomo della scabbia è il prurito intenso prevalentemente notturno, che inizialmente può essere localizzato tra le dita delle mani e ai glutei, per poi divenire diffuso.

Oltre al prurito ci sono alterazioni della pelle quali piccoli rilievi (papule), cunicoli, piccole raccolte di pus (pustole), noduli e lesioni da grattamento.

La lesione cutanea che si osserva soltanto nella scabbia è il cunicolo, ovvero una sottile lesione lineare rilevata, di colore rosso-brunastro, a decorso tortuoso, lunga qualche millimetro, che corrisponde al percorso scavato dall'acaro femmina nella cute per deporre le uova.

I cunicoli, spesso frammisti a lesioni papulo-eritematose (piccoli rilievi solidi di pelle arrossata) e a lesioni da grattamento, si trovano prevalentemente a livello degli spazi tra le dita delle mani e dei piedi, sulla superficie flessoria dei polsi e dei gomiti, in regione ascellare, glutea e genitale.

La scabbia nel neonato si presenta prevalentemente con pustole al palmo delle mani e sulle piante dei piedi, talvolta con noduli sparsi sul tronco prevalentemente alle pieghe ascellari; i cunicoli raramente sono presenti e si possono rilevare sul palmo delle mani e dei piedi, volto, cuoio capelluto e le pieghe dietro le orecchie.

La diagnosi si fa attraverso una visita accurata e, nei casi dubbi, attraverso il dermatoscopio. Il dermatoscopio è uno strumento di cui oggi sono dotati tutti i dermatologi e consiste in una lente di ingrandimento che consente la visualizzazione del cunicolo.

La diagnosi è molto facilitata dall'esame al microscopio del tessuto grattato in corrispondenza dei cunicoli che mostra la presenza dell'acaro, delle uova e/o delle feci.

Il riscontro dei cunicoli insieme a prurito soprattutto notturno nonché, in alcuni casi, la coesistenza di tali sintomi in più soggetti all'interno dello stesso nucleo familiare, permette di fare la diagnosi di scabbia.

Tuttavia esistono condizioni cliniche atipiche che rendono la diagnosi più difficile e in tali casi l'esame microscopico risulta indispensabile. 

Il trattamento consiste nell'uso di specifiche creme scabiacide da applicare su tutto il corpo secondo le indicazioni fornite dal medico e secondo cicli ben stabiliti.

In commercio esistono diversi prodotti per la terapia locale quali la permetrina al 5%, un galenico, in formulazione unguento, a base di Zolfo e potassio carbonato, e il Benzoato di Benzile al 10-20%.

Anche gli oggetti personali (es. asciugamani, vestiti, lenzuola) devono essere lavati con acqua calda o isolati (es. in una borsa di plastica chiusa) per almeno 3 giorni. Spesso viene consigliato di ripetere il lavaggio dell'ambiente a distanza di 7 giorni, per agire su possibili uova rimaste vive.

I sintomi potrebbero durare per qualche giorno ancora o anche per qualche settimana dopo la cura ma non significano necessariamente che gli acari stiano ancora infestando la persona trattata.

Nella forma nodulare, possono rimanere dei noduli sempre più piatti e più brunastri per alcune settimane.
Il trattamento deve essere svolto, a scopo di prevenzione, anche ai membri sani del nucleo familiare per ridurre il rischio di re-infezione.​​​​​

La scabbia si previene mediante l'isolamento della persona malata e l'inizio immediato delle cure mediche.

Qualora si fosse venuti a contatto con una persona malata, la prevenzione si può attuare adottando alcuni accorgimenti:

  • Effettuare il trattamento preventivo consigliato dal medico;
  • Sostituire la biancheria personale, le lenzuola, le federe e gli asciugamani;
  • Lavare la biancheria in lavatrice a temperatura superiore ai 60°C;
  • Porre in un sacco impermeabile tutto ciò che non è lavabile ad alte temperature (coperte, cuscini, capi in lana), lasciarlo chiuso per almeno 48 ore e poi esporlo all'aria. L'acaro non può sopravvivere a lungo lontano dalla pelle umana.

La riammissione a scuola o in altre comunità può avvenire solo dopo aver effettuato la terapia prescritta e dopo visita medica.

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  • A cura di: Simona Giancristoforo
    Unità Operativa di Dermatologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 26  Aprile 2023 


 
 

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