
La TRAP è causata da anomalie vascolari complesse che, già dalle prime fasi dello sviluppo embrionale, impediscono il normale sviluppo di uno dei due gemelli con perdita precoce della capacità di attività cardiaca autonoma.
La TRAP è una complicanza molto rara delle gravidanze monocoriali con una incidenza di circa 1 su 35000 gravidanze.
La diagnosi di TRAP si esegue mediante ecografia ostetrica, tramite la visualizzazione di una gravidanza gemellare monocoriale in cui in uno dei due feti (con vari tipi di anomalie morfologiche) ha una attività cardiaca assente ma al contempo viene perfuso da un flusso ematico proveniente dal gemello sano attraverso un vaso anomalo.
Il gemello sano, a causa della perfusione del co-gemello acardico può andare incontro a scompenso cardiaco e morte intrauterina. Inoltre la gravidanza è esposta maggiormente ad un parto pretermine.
L’ intervento intrauterino può essere preso in considerazione a partire dalle 12 settimane di gestazione fino a circa 26 settimane. Nei rari casi in cui la diagnosi venga effettuata nel terzo trimestre di gravidanza, i rischi di un intervento intrauterino devono essere bilanciati con quelli legati all’espletamento di un parto pretermine, che variano a seconda dell’epoca gestazionale alla diagnosi.
I dati presenti in letteratura indicano che il trattamento intrauterino è associato ad una sopravvivenza del feto sano in circa l’80% dei casi. Studi multicentrici attualmente in corso potranno permettere di acquisire maggiori informazioni sulla tempistica ottimale di intervento in relazione all’esito postnatale.
Sono disponibili diverse tecniche di intervento prenatale che hanno lo scopo di arrestare il flusso ematico al gemello acardico per limitare il più possibile eventuali conseguenze sul feto sano.
L’approccio più utilizzato prevede la coagulazione dei vasi anomali, mediante fibra laser o con dispositivi a radiofrequenza, che irrorano il gemello anomalo (Figura). La procedura viene eseguita in anestesia locale materna in regime di day-hospital o di ricovero breve. Ad epoche gestazionali più avanzate ed in base al diametro dei vasi afferenti, può essere presa in considerazione una procedura di coagulazione del cordone ombelicale del gemello acardico.
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