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Valutazione dell'udito nei bambini: test audiometrici

Come capire se il piccolo sente bene e come scegliere l'indagine più appropriata in base all'età 

Nel bambino, il riconoscimento precoce di un difetto dell'udito è fondamentale per poter mettere in atto velocemente le cure necessarie e impedire che la sordità abbia conseguenze sull’intera vita del piccolo paziente (ritardo o mancato apprendimento del linguaggio, sviluppo di deficit cognitivi, impatto negativo su vita sociale e psiche) nonché dell’intero nucleo familiare.

Gli esami di audiometria infantile comprendono test differenti per modalità di esecuzione e per livello di interazione con il bimbo, tutti volti a fornire una valutazione quantitativa della soglia uditiva del piccolo paziente.

 L’udito normale è definito, infatti, dalla “soglia uditiva”: ovvero lo stimolo sonoro di intensità più bassa che il paziente è in grado di distinguere.

L'esame dell’udito in un bambino non è sempre di facile esecuzione, per la mancanza di collaborazione dei pazienti molto piccoli e per il disinteresse dei bambini agli stimoli acustici comunemente utilizzati in audiologia.

Si ricorre pertanto frequentemente ai test uditivi oggettivi, che non richiedono la collaborazione del paziente, sono affidabili e danno un risultato ripetibile.

Nei primi anni Novanta è stato introdotto negli Stati Uniti il concetto di Screening Uditivo Neonatale Universale: studiare l’acuità uditiva in tutti i nuovi nati per individuare precocemente i bambini che presentano - o sono a rischio di – sordità e permettere il loro trattamento precoce.

Dai primi anni 2000 lo Screening è divenuto realtà concreta (e obbligo di Legge) in diversi Paesi nel Mondo.

Tutti i neonati vengono sottoposti a screening mediante un test di rapida esecuzione, le otoemissioni acustiche, che consistono nell'inviare all'orecchio del bambino stimoli sonori e nel registrarne la risposta.

Questo test può essere eseguito durante il sonno spontaneo del neonato mediante una piccola sonda appoggiata all'orecchio ed è caratterizzato da un'elevatissima sensibilità, permettendo di selezionare i pazienti con sospetto deficit uditivo che dovranno essere sottoposti ad esami più approfonditi.

Tutti i bambini con sospetto deficit dell'udito (ipoacusia) vengono quindi esaminati in modo più approfondito attraverso l'ABR: potenziali evocati uditivi del tronco encefalico. Anche questo è un test oggettivo, si può eseguire durante il sonno spontaneo o indotto (tramite sedazione), non invasivo.

Si esegue inviando al bambino stimoli acustici di diversa intensità e registrando mediante elettrodi adesivi posizionati sul capo del piccolo paziente le risposte che viaggiano dalla coclea (componente dell'orecchio interno, con forma che ricorda il guscio di una chiocciola, che trasforma gli stimoli da sonori a elettrici) lungo le vie uditive.

Nei bambini sopra l'anno d'età è possibile studiare l'udito attraverso accertamenti che catturano l'attenzione del piccolo, i test di audiometria comportamentale, che consistono nel valutare le variazioni, riflesse o volontarie, del comportamento del bambino in presenza di stimoli sonori adeguati.

L'audiometria comportamentale si può effettuare con tecniche differenti a seconda dell'età e del grado di collaborazione del paziente.

I test audiometrici devono sempre essere affiancati da un esame oggettivo che studia la motilità della membrana del timpano e della catena di ossicini dell'orecchio: l’impedenzometria.

Essa è essenziale nell’interpretazione degli esami audiometrici ed è particolarmente utile nello studio di malattie di comune riscontro nei bambini, quali l'otite media essudativa e il catarro tubarico.

L’audiologia infantile richiede centri attrezzati con gli strumenti necessari, diversi in base all’età del paziente, nonché dotati di tecnici audiometristi e medici audiologi con ampia esperienza in ambito pediatrico.

test audiometrici sono esami non invasivi, che si eseguono nel sonno (spontaneo o indotto) o sotto forma di gioco, e sono pertanto privi di qualunque complicanza.

La necessità di controlli successivi dipende strettamente dall'esito dell'esame: in caso di normalità, in assenza di ulteriori fattori di rischio per ipoacusia, i test possono considerarsi conclusivi.

Al contrario, se è presente una riduzione dell'udito, è necessario impostare un percorso di follow-up e di riabilitazione (uditiva e logopedica).

 

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  • A cura di: Pasquale Marsella, Annalisa Seccia
    Unità Operativa di Audiologia e Otochirurgia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 15  Maggio 2023 


 
 

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