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Artrite idiopatica giovanile: l'uveite/iridociclite

È un'infiammazione che può provocare danni oculari importanti, fino alla totale perdita della vista. Nella maggior parte dei casi si cura con una terapia locale 

L'occhio è formato da tre strati: il più interno è la retina, il più esterno è composto dalla sclera e dalla cornea, quello di mezzo prende il nome di uvea ed è particolarmente ricco di vasi sanguigni.

L'uveite o iridociclite è un'infiammazione dell'uvea che può provocare danni importanti dell'occhio, con perdita della vista e in alcuni rari casi, fino alla cecità. L'uveite può essere anteriore, media o posteriore (Figura). La forma che si manifesta nei bambini con artrite idiopatica giovanile è tipicamente un'uveite anteriore.

Le cause possono essere molteplici, ma le più frequenti sono le malattie autoimmuni quali:

L'uveite si può manifestare con un arrossamento dell'occhio, occhio rosso, con una sensazione di bruciore agli occhi o di intensa lacrimazione, cosiddetta iridociclite acuta. È presente fotofobia, ossia un'anomala intolleranza alla luce che provoca fastidio e dolore agli occhi, e diminuzione dell'acuità visiva.

In molti casi l'uveite può presentarsi senza alcun sintomo e quindi può passare inosservata. In questi casi solo l'oculista, durante un esame accurato dell'occhio, può accorgersi che c'è un'uveite.

La diagnosi si fa con un semplice esame dell'occhio. L'oculista, con una lampada particolare, chiamata lampada a fessura, guarda la camera anteriore dell'occhio e può così valutare la presenza di cellule infiammatorie e quindi di uveite.

Poiché i bambini con artrite idiopatica giovanile, in particolar modo le femmine con la forma oligoarticolare e con gli anticorpi antinucleo (ANA) positivi, hanno un rischio più alto di sviluppare questa complicanza, debbono essere sottoposti a controlli oculistici periodici.

Tali controlli debbono essere effettuati ogni 3 mesi anche se i bambini non presentano alcun fastidio agli occhi.

L'uveite si cura nella maggior parte dei casi con una terapia locale, ossia mettendo negli occhi delle gocce di farmaci cortisonici e di farmaci dilatatori della pupilla. Ma in alcuni casi più gravi potrebbe essere necessaria una terapia sistemica, ossia per bocca o per endovena.

Nei casi che non rispondono alla terapia locale i farmaci più utilizzati sono il Metotrexate e gli inibitori del TNF, come l'Adalimumab.
Quando l'uveite provoca delle complicanze può essere necessario intervenire chirurgicamente.

Per prevenire l'uveite è molto importante innanzitutto curare l'artrite idiopatica giovanile e far sì che questa malattia sia ben controllata.

È poi fondamentale fare i controlli oculistici periodici, ogni 3 mesi, in modo che l'oculista possa accorgersi molto precocemente dell'eventuale comparsa di un'uveite, specie quando l'uveite non provoca nessun sintomo.

Una diagnosi precoce consente di curare l'uveite con la sola terapia locale e assicura una più alta probabilità di guarigione. 

La prognosi dell'uveite è strettamente correlata alla precocità della diagnosi e della terapia.
Se curata presto e bene, guarisce senza lasciare nessuna cicatrice all'occhio.

Se la diagnosi però viene fatta troppo tardi e l'uveite non viene curata adeguatamente può provocare dei problemi all'occhio come una riduzione della vista, dovuti alle complicanze della infiammazione cronica (cataratta, sinechie e glaucoma), e in alcuni rari casi una perdita della stessa e quindi la cecità. 

 

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  • A cura di: Claudia Bracaglia
    Unità Operativa di Reumatologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 24  Ottobre 2022 


 
 

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