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Coliche gassose

Sono caratterizzate da pianto inconsolabile che dura più di 3 ore al giorno per 3 giorni o più la settimana e per 3 o più settimane consecutive 

Le coliche gassose o coliche del lattante sono caratterizzate dalla comparsa improvvisa, in un lattante che gode peraltro di buona salute, di pianto inconsolabile, forte e continuo, che dura più di 3 ore al giorno per 3 giorni o più la settimana e per 3 o più settimane consecutive.

È la cosiddetta regola del tre di Wessel, formulata nel 1954 dal pediatra Morris Arthur Wessel. Si presentano nei lattanti di entrambi i sessi, di tutte le etnie e di tutte le classi socioeconomiche a partire dal secondo mese di vita e tendono a scomparire dopo il quarto mese. 

In estrema sintesi: ne sappiamo ben poco. Sono ovviamente numerose le teorie e le ipotesi che tentano di spiegarle. L'ipotesi più ovvia – che ha dato il nome a questa condizione – è che la causa sia un eccesso di gas prodotto dai batteri intestinali o ingerito nell'intestino durante la poppata (aerofagia).

Un eccesso di gas nell'intestino provoca irritabilità, rigonfiamento dell'addome (addome batraciano) e l'emissione di gas con l'eruttazione e la flatulenza. Per quanto ragionevole, questa ipotesi non è stata confermata da nessuno studio scientifico.

Un'altra ipotesi molto diffusa è che le coliche siano causate dall'allergia al latte. Tuttavia, le coliche gassose hanno la stessa frequenza negli allattati al seno che negli alimentati con latte formulato. Inoltre, numerosissimi studi hanno dimostrato che passare il bambino a una formula priva di latte (ad esempio a base di soia, riso o idrolisati) non migliora in nessun modo le coliche.

Altre ipotesi si basano sulla psicologia del lattante, sulla particolare difficoltà che alcuni di loro incontrano per adattarsi ai numerosi, nuovi stimoli che li circondano, difficoltà che verrebbero manifestate con il pianto inconsolabile.

Un'altra ipotesi ancora è che alcuni lattanti incontrino difficoltà nel controllare le proprie emozioni e quindi vadano incontro a crisi di pianto inconsolabile. Il controllo verrebbe raggiunto soltanto più tardi, con la maturazione del sistema nervoso centrale e porterebbe alla scomparsa delle coliche. 

Le manifestazioni delle coliche gassose sono ben sintetizzate dalla regola del tre (3 ore al giorno per 3 giorni o più la settimana e per 3 o più settimane consecutive). I lattanti che ne soffrono crescono comunque regolarmente di peso e di lunghezza.

È importante che il problema venga sottoposto al proprio pediatra anche perché i sintomi delle coliche sono molto simili a quelli di molte malattie che vanno quindi escluse con molta attenzione.  

Bisogna considerare che le coliche gassose, qualunque ne sia l'origine, sono fonte di stress e di frustrazione per i genitori che per giunta perdono, come il piccolo, ore di sonno. Si tratta quindi di una situazione che coinvolge tutta la famiglia e che è in grado di alterare rapporti ed equilibri consolidati.

La diagnosi si basa sulla regola del tre (3 ore al giorno per 3 giorni o più la settimana e per 3 o più settimane consecutive) e sulla esclusione di altre condizioni di malattia che, in qualche caso, può richiedere il ricorso a esami del sangue, a radiografie o ad altri accertamenti di immagine come l'ecografia

I genitori hanno un ruolo molto importante nel rilevare alcuni sintomi che, riferiti al pediatra, possono far sospettare che il pianto inconsolabile sia causato in realtà da una vera e propria malattia:

  • Il piccolo mangia meno del solito;
  • Non si attacca al seno come al solito; 
  • È irritabile o sonnolento; 
  • Presenta vomito o diarrea; 
  • Ha un respiro diverso dal solito, più frequente o più faticoso.

Quando riscontrano questi sintomi, è bene che i genitori informino rapidamente il pediatra.

È necessario anzitutto tener conto del fatto che, nel primo anno di vita e soprattutto nei primi tre mesi, i lattanti piangono normalmente più o meno a lungo, per circa 2-3 ore ogni giorno. È quindi importante ricordare e applicare la "regola del tre" e non scambiare per coliche gassose il normale pianto del lattante. 

Non esiste ovviamente una cura per una condizione che non possiamo neppure considerare una vera e propria malattia. Nessuno dei farmaci correntemente utilizzati – dal Simeticone al Cimetropio Bromuro e ai probiotici – si è dimostrato efficace in studi sufficientemente rappresentativi e rigorosi. Un trattamento con questi farmaci viene tuttavia frequentemente prescritto.

Inoltre, in mancanza di farmaci realmente efficaci, quando siamo realmente alle prese con coliche gassose, ogni tentativo – lecito – è accettabile. Qualcuno potrà fallire con un bambino ma rivelarsi un ottimo rimedio per altri:

  • Parlare al piccolo o cantargli dolcemente una ninna nanna;
  • Cambiargli posizione in modo che possa vedere quel che lo circonda da un'altra visuale;
  • Accertarsi che non abbia fame evitando però di alimentarlo eccessivamente in maniera forzata; 
  • Utilizzare un succhiotto;
  • Portarlo a spasso per casa senza scuotere il bambino nella carrozzina;
  • Fare un giro in auto (ovviamente rispettando tutte le norme di sicurezza): spesso il movimento dell'auto e il rumore del motore hanno un effetto calmante;
  • Ninnarlo con il suono di un carillon o con suoni ripetitivi come quello della lavabiancheria, dell' asciugacapelli, etc.;
  • Tenerlo in braccio e coccolarlo, ma anche tenere il bambino a contatto pelle con pelle. Il cosiddetto babywearing – tenere il bambino addosso al genitore più o meno fasciato, è una pratica molto antica ed è raccomandato dalla American Accademy of Pediatrics per prevenire il pianto e promuovere l’attaccamento nei lattanti.

Nessuno di questi rimedi è di provata efficacia su base scientifica. Tuttavia studi scientifici recenti dimostrano che tali pratiche non hanno controindicazioni di sorta e in ogni caso rafforzano il legame affettivo tra bambino e genitori. 

Da ultimo, ma non in ordine di importanza, è essenziale che i genitori si prendano cura di sé: affidare di tanto in tanto il piccolo ai nonni, a un familiare o a una babysitter attendibile e trascorrere qualche ora serena può aiutare a superare lo stress. È essenziale per i genitori e quindi aiuterà certamente anche il piccolo. 

La mancanza di farmaci efficaci per risolvere il problema non è un buon motivo per affidarsi a rimedi alternativi dal più al meno naturali. I rimedi dell'erboristeria, dell'aromaterapia, l'agopuntura, la naturopatia etc. possono rivelarsi molto pericolosi per un piccolo bambino. Non sono soggetti al controllo delle agenzie regolatorie, a partire dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ed espongono quindi il bambino a rischi che non possiamo in alcun modo fargli correre.

Le coliche gassose si risolvono spontaneamente intorno ai 4-6 mesi di vita. Occorre quindi molta pazienza e una buona dose di equilibrio.

 

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  • A cura di: Guido castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
    La prima versione è stata scritta da Alberto Giovanni Ugazio
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 10  Agosto 2022 


 
 

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