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Sindrome di Kasabach-Merritt

Questa sindrome può presentarsi con manifestazioni emorragiche di cute, mucose o degli organi interni, cui si possono aggiungere i sintomi e segni dell'anemia, associati a neoformazioni di origine vascolare 

La sindrome (o fenomeno) di Kasabach-Merritt (SKM) è un'alterazione dei meccanismi della coagulazione di natura non ereditaria (coagulopatia acquisita) associata a neoformazioni di origine vascolare (come ad esempio l'emangioendotelioma kaposiforme o il tufted emangioma). 

Le piastrine (elementi del sangue necessari per la prima fase dei processi che permettono di arrestare i sanguinamenti) vengono imprigionate (sequestrate) all'interno della neoformazione vascolare, con conseguente riduzione del numero delle piastrine circolanti nel sangue (piastrinopenia).

Inoltre, all'interno della neoformazione vascolare, si formano microcoaguli (minuscoli coaguli) che determinano il consumo dei fattori della coagulazione aumentando la tendenza sia al sanguinamento sia alla formazione di altri trombi (condizione nota come coagulazione intravascolare disseminata).

A questa condizione si può associare una distruzione meccanica dei globuli rossi (anemia emolitica).

La sindrome di Kasabach-Merritt si manifesta solitamente nelle prime settimane/mesi di vita. Nella maggior parte dei casi la neoformazione vascolare che la determina è già presente alla nascita

La sindrome di Kasabach-Merritt si presenta con petecchie, microemorragie cutanee di dimensioni millimetriche, di colore rosso scuro, o altri tipi di manifestazioni emorragiche sia mucose sia a carico degli organi interni, anche gravi. Possono inoltre associarsi i sintomi di anemia come pallore, scarsa vivacità, riduzione dell'appetito, facile affaticabilità, sopore, difficoltà respiratoria, soprattutto durante l'allattamento/alimentazione.

Spesso la neoformazione vascolare è evidente come una tumefazione rosso scura, solitamente di grosse dimensioni, più frequentemente localizzata sotto la pelle, agli arti, al tronco o al volto/collo. 

Talvolta tuttavia, le lesioni vascolari sono localizzate a livello degli organi interni o del retroperitoneo, regione dell'addome situata dietro al peritoneo, membrana che riveste internamente la cavità addominale e gli organi in essa contenuti. Pertanto, la possibilità di una neoformazione vascolare nascosta andrebbe presa in considerazione in un neonato con piastrinopenia di natura non chiara.

La sindrome di Kasabach-Merritt è una complicanza molto pericolosa che, se non adeguatamente diagnosticata e trattata, può comportare un rischio di mortalità per emorragie gravi.

La diagnosi si basa su esami del sangue (esame emocromocitometrico, esami della coagulazione, profilo biochimico) che mostrano piastrinopenia, consumo dei fattori della coagulazione ed eventuali indici di anemia emolitica, in associazione al riscontro di una neoformazione vascolare.

Quest'ultima viene indagata in prima battuta con l'ecografia ma, per definirne meglio la natura e l'estensione, si ricorre poi alla risonanza magnetica o alla tomografia computerizzata (TC).

Il trattamento dei bambini con sindrome di Kasabach-Meritt può essere difficile sia per la potenziale gravità del quadro clinico sia perché si tratta di una malattia rara, senza consenso unanime sulle modalità di terapia e con una risposta al trattamento che è difficilmente prevedibile.
L'obiettivo del trattamento è duplice:

  • Il controllo dell'alterazione della coagulazione (coagulopatia) e del rischio emorragico;
  • L'eradicazione della neoformazione vascolare.

Il controllo della coagulopatia è essenziale e va individualizzato sulla base dei segni di sanguinamento, inoltre va iniziato simultaneamente all'inizio del trattamento della causa sottostante (la neoformazione vascolare).
Le misure di supporto includono la sostituzione dei fattori della coagulazione consumati con trasfusioni di plasma fresco congelato e, in casi selezionati, con altri emocomponenti/emoderivati.

L'impiego di trasfusioni di piastrine in una condizione di continuo consumo piastrinico andrebbe evitato di routine o valutato con cautela nei pazienti con sanguinamento attivo. In alcuni casi può essere considerato l'impiego di farmaci antifibrinolitici e/o antiaggreganti piastrinici. In caso di anemia sintomatica, è indicato intervenire con trasfusioni di globuli rossi concentrati.

Il trattamento della sottostante neoformazione vascolare costituisce la reale terapia del quadro di coagulopatia/piastrinopenia. L'escissione chirurgica completa è in grado di fornire buone probabilità di cura, ma in molti casi non è fattibile, almeno in un primo momento, poiché spesso queste formazioni, oltre a essere di grosse dimensioni, si trovano in vicinanza, o addirittura infiltrano, strutture o organi importanti.

Inoltre la grave coagulopatia, che caratterizza la sindrome di Kasabach-Merritt, può rendere controindicato l'intervento. Solo in casi selezionati, la riduzione delle dimensioni della neoformazione vascolare può essere ottenuta mediante embolizzazione. 
Per tale motivo sono utilizzati più frequentemente trattamenti medici come i corticosteroidi, la vincristina (farmaco chemioterapico) o il sirolimus (farmaco immunosoppressore).

 

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  • A cura di: Luisa Strocchio
    Unità Operativa di Oncoematologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 19  Settembre 2022 


 
 

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