Può capitare di avere un gatto: quante volte lo vediamo rotolarsi sul pavimento o scavare nei vasi di fiori del terrazzo e poi fare le fusa per chiedere cibo o essere accarezzato? Attenzione, perché il gatto può veicolare la Toxoplasmosi, malattia che, se contratta in gravidanza e non trattata, comporta dei rischi, anche gravi, per il nascituro.
Il germe responsabile della Toxoplasmosi è un protozoo, il Toxoplasma gondii, presente in forma cistica nell’intestino del gatto che lo diffonde nell’ambiente attraverso le feci.
Ma il Toxoplasma, nella sua fase biologica di spora, si trova anche nei muscoli, e quindi nella carne, di molti mammiferi e uccelli e quindi può essere ingerito con l’alimentazione, provocando l’infezione nell’uomo, se la carne è cruda o poco cotta.
La Toxoplasmosi nelle persone adulte è una malattia lieve, con assenza o scarsità di sintomi: qualche linfonodo ingrandito, febbricola passeggera e senso di stanchezza.
In genere non ci accorgiamo di averla contratta ma conferisce una immunità permanente. Quindi se siamo immuni, cioè abbiamo gli anticorpi (Immunoglobuline G specifiche -IgG) positivi e stabili nel tempo, il rischio di infezione solitamente non c’è.
L’importanza clinica della Toxoplasmosi risiede soprattutto nel fatto che se contratta in gravidanza l’infezione può essere trasmessa al feto e al neonato, provocando danni cerebrali, viscerali e visivi. La gravità di questi danni dipende dalla settimana di gravidanza nella quale la futura mamma contrae l’infezione.
Nel primo trimestre la probabilità di infezione fetale è molto bassa, circa il 17%, ma i danni sul feto possono essere gravi perché è in corso la formazione degli organi. Al contrario, nell’ultimo trimestre di gestazione, quando il bambino è già formato, è maggiore la probabilità di trasmissione dal 65 al 90% dei casi nelle ultime tre-quattro settimane, ma l’entità dei danni al feto/neonato è trascurabile.
Quindi in media solo nel 40% dei casi di infezione di mamme con il pancione il Toxoplasma riesce ad attraversare la placenta, e molto di quanto possiamo fare per proteggere il bambino dipende dalla precocità della diagnosi.
Per parlare un po’ di numeri e dare una dimensione al problema, sappiamo che in Italia nascono in media 300-350 neonati ogni anno che manifestano sintomi medio gravi di infezione congenita da Toxoplasma gondii ed in Europa ne nascono all’incirca 3000.
Prevenire l’infezione da Toxoplasma in gravidanza è semplice, è sufficiente fare un po’ di attenzione.
In primo luogo è importante effettuare un test di screening, se possibile prima del concepimento o comunque all’inizio della gestazione.
Se il test è positivo per IgG specifiche, ma non per le IgM stiamo tranquilli perché c’è una situazione di immunità che impedisce nuove infezioni.
Se le IgG e le IgM specifiche fossero assenti (negative) allora la mamma è suscettibile all’infezione, cioè potrebbe contrarla.
Sarà sufficiente ripetere circa ogni mese il dosaggio degli anticorpi, (l’esame è a carico del Servizio Sanitario Nazionale) e così avremo il polso della situazione, potendo iniziare la terapia al primo segno di infezione, se necessario.
È poi molto utile seguire alcune regole semplici di prevenzione:
- Se si possiede un gatto, non farlo uscire, somministrare cibi secchi o ben cotti, non vuotare personalmente la lettiera o utilizzare dei guanti a perdere;
- Non mangiare mai carne cruda salumi o insaccati; non manipolare carne cruda; lavare accuratamente frutta e verdura prima di mangiarla.
- In giardino indossare sempre i guanti perché la terra potrebbe essere contaminata da feci di gatto.
Esistono antibiotici efficaci contro il Toxoplasma e non dannosi per il nascituro, che somministrati prevengono l’infezione fetale e il neonato ha la probabilità quasi totale di nascere senza alcun problema. Pertanto la scelta migliore è affidarsi al proprio ginecologo e seguire attentamente le indicazioni.
È prudente che i neonati di donne che hanno contratto l’infezione da Toxoplasma in gravidanza siano seguiti dopo la nascita presso ambulatori specializzati. Presso il nostro Ospedale è stato aperto da tempo un Servizio per le mamme in attesa e per i neonati di mamme seguite e/o curate durante la gravidanza per una infezione.
Le visite sono svolte da uno o più specialisti: ostetrico per la mamma, neonatologo, infettivologo e psicologo, che intervengono in relazione alle problematiche della mamma e del bambino in grembo o del neonato dopo la nascita.
Se il problema è la diagnosi o il trattamento in gravidanza le mamme interessate potranno telefonare o scrivere una mail alla Segreteria dell’Unità Operativa di Medicina e Chirurgia Fetale e Perinatale.
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