Adolescenti e disturbi della nutrizione e alimentazione

Sono malattie psichiatriche complesse, a origine multifattoriale, con complicazioni sul piano psicofisico e rilevanti ripercussioni sulla sfera sociale 

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono condizioni psichiatriche complesse che coinvolgono non solo l’alimentazione, ma anche la sfera emotiva, relazionale e psicologica, e pertanto incidono fortemente sulle condizioni fisiche e psichiche di chi ne è affetto.

Sebbene sia possibile guarire da tali disturbi, se non adeguatamente e tempestivamente trattati possono cronicizzarsi e condurre al decesso: secondo i dati dell’ultima rilevazione del Ministero della Salute, i DNA sono la seconda causa di morte nella fascia d’età tra i 12 e i 17 anni (Dalla Ragione et al.,2021).

In età pediatrica i Disturbi Alimentari costituiscono quadri clinici frequenti e caratterizzati da una sintomatologia molto variabile. Accanto a fenomeni transitori e correlati a specifiche tappe evolutive (svezzamento, passaggio all’alimentazione autonoma, avvio dei cicli scolastici), possono delinearsi quadri più gravi, stabili nel tempo e con possibili compromissioni dello sviluppo psicofisico.

Nelle età più precoci prevalgono forme restrittive e selettive come il Disturbo Alimentare Evitante Restrittivo, dove i bambini rifiutano il cibo o perché non ne gradiscono la consistenza o il sapore o il colore, o perché preoccupati per le conseguenze spiacevoli legate all’atto del mangiare (paura di soffocare, paura di vomitare o di dolori addominali).

Quando invece la restrizione alimentare è espressione della paura di ingrassare o di modificare il proprio corpo, si connota l’Anoressia Nervosa. Nella maggior parte dei casi l’evento scatenante può essere l’avvio di una dieta o di iperattività fisica ai fini di perdere peso. Presupposto frequente, può essere una precedente condizione di sovrappeso spesso associata ad esperienze di isolamento e/o commenti negativi sul corpo.

Con il crescere dell’età si osserva anche la comparsa di quadri clinici più caratterizzati dal discontrollo alimentare come la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata. In entrambe le forme il sintomo prevalente è l’abbuffata, condizione caratterizzata dall’ingestione compulsiva di grandi quantità di cibo in un tempo relativamente ridotto.

La Bulimia si associa a comportamenti di compenso volti ad eliminare le conseguenze del discontrollo (vomito, iperattività fisica, digiuno, uso di lassativi e\o diuretici); nel Disturbo da Alimentazione Incontrollata, questi comportamenti sono assenti e quindi causa di sovrappeso.

La popolazione maggiormente coinvolta è quella degli adolescenti: secondo recenti dati divulgati dall’Istituto Superiore di Sanità nel Dicembre del 2021 quasi il 60% delle persone affette da disturbi alimentari ha un’età compresa tra i 12 e i 25 anni e, secondo i dati della Società Italiana di Pediatria, il 30% dei disturbi alimentari insorgono in persone con meno di 14 anni.

Questi disturbi sono definiti di origine multifattoriale e pertanto la loro insorgenza è determinata dall’intersecarsi di diversi fattori (intrapsichici, biologici, familiari, sociali e culturali). Per questo motivo, sono patologie estremamente complesse che richiedono per il loro trattamento l’intervento di una équipe multidisciplinare.

La diagnosi precoce dei disturbi alimentari è cruciale per prevenire complicanze fisiche e psicologiche gravi, e intervenire tempestivamente migliora l'esito terapeutico.

Il monitoraggio periodico da parte del pediatra di famiglia può consentire l’identificazione di varie sindromi all’esordio, con notevole impatto in termini di guarigione. Inoltre l’attenzione da parte della famiglia e degli altri adulti di riferimento, spesso consente una precoce individuazione di fattori di rischio o segnali di allarme.

In particolare i genitori dovrebbero prestare attenzione a cambiamenti significativi nelle abitudini alimentari, come il rifiuto di mangiare o la selettività eccessiva, l’isolamento durante i pasti, un’attenzione ossessiva al peso o alla forma del corpo, variazioni improvvise di peso, pratiche alimentari insolite (ad esempio nascondere il cibo o eliminare intere categorie alimentari) e segnali emotivi quali irritabilità, ansia o flessione dell’umore. Riconoscere tempestivamente questi segnali è fondamentale per attivare un percorso di cura adeguato.

 

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  • A cura di: Valeria Zanna
    Unità operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 24  Giugno 2025 


 
 

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