
Le gastroenteriti infettive rappresentano una delle più comuni infezioni in età pediatrica. L’agente infettivo colpisce lo stomaco e l’intestino del bambino.
In Italia, seppur raramente siano causa di mortalità, sono ancora oggi uno dei motivi più frequenti di ospedalizzazione del bambino piccolo.
Gli agenti eziologici più comuni sono i virus (Rotavirus, Norovirus, Adenovirus, in particolare), seguiti dai batteri (Salmonella, Campylobacter, Escherichia coli). Più rare le infezioni parassitarie (Giardia, Entamoeba hystolitica).
La trasmissione è da contatto, sia diretto (assunzione di cibo o acqua infetti) sia indiretto (contatto delle mani, che vengono poi portate alla bocca, con materiali/superfici contaminate).
La sintomatologia più comune è costituita da diarrea, con e senza vomito, e dolori addominali. La febbre è un segno incostante, solo raramente è elevata o protratta.
Non infrequente, come in altre infezioni, è l’inappetenza. Il periodo di incubazione è generalmente molto breve: 1-3 giorni.
La durata media è di 4-7 giorni, ma alcune infezioni possono avere un decorso protratto, fino a 2 settimane. Una diarrea che si prolunghi oltre questo termine deve essere valutata dal pediatra per considerare ipotesi diagnostiche alternative alla forma infettiva.
Le perdite di liquidi con la diarrea e il vomito, se non compensate da assunzioni orali adeguate possono esitare in quadro di disidratazione, più spesso lievi-moderate, raramente gravi. Il lattante e il bambino piccolo, per il maggior contenuto corporeo in acqua, presentano un rischio maggiore di disidratazione.
Segni che suggeriscono una disidratazione sono costituiti da labbra e mucose asciutte, occhi ‘alonati’, riduzione della diuresi (nel bambino piccolo, pannolini ‘asciutti’ o meno bagnati del consueto), fino a stato di abbattimento, con sonnolenza e scarsa reattività.
La diagnosi è comunemente clinica, con sintomi e segni compatibili e dato anamnestico di altri componenti del nucleo familiare o del gruppo scolastico con analoga sintomatologia.
Più raramente si ricorre a esami microbiologici su feci (ricerca antigeni virali su feci, coprocolture, esame parassitologico), che il pediatra riserverà alle forme protratte o con febbre elevata persistente, alle diarree ematiche, a bambini i cui genitori riferiscano un recente viaggio in paesi con elevata frequenza di parassitosi intestinali.
Trattandosi di forme quasi sempre autolimitantesi, la terapia è volta principalmente alla prevenzione e al trattamento della disidratazione: la somministrazione di soluzioni reidratanti orali, offerta al bambino con pazienza in piccole quantità, ma con frequenza, è in grado nella gran parte dei casi di raggiungere tale obiettivo in ambiente domiciliare.
Qualora presente la febbre, i comuni antipiretici possono migliorare lo stato generale del bambino.
L’uso di antibiotici, anche nelle forme ad eziologia batterica, deve essere sempre valutato con attenzione e considerato in casi selezionati. Offre, invece, un vantaggio la somministrazione di probiotici, che favoriscono una flora microbica intestinale equilibrata.
Il trattamento, con terapia specifica, deve essere prescritto nelle forme causate da parassiti.
L’alimentazione nel bambino affetto da gastroenterite infettive non prevede restrizioni inutili, ma deve essere proposta con alimenti semplici, gustosi, nutrienti, priva di alimenti ultraprocessati e di bevande zuccherine, che possono peggiorare la diarrea.
Talvolta, a causa di vomito ripetuto ed incoercibile e di evacuazioni particolarmente abbondanti e numerose, la reidratazione orale risulta insufficiente e si rende necessaria una breve degenza in ospedale per garantire un’idratazione endovena o mediante sondino nasogastrico.
Il cardine della prevenzione delle gastroenteriti infettive è la corretta igiene delle mani.
Altre misure comportamentali contribuiscono a ridurre il rischio di infezione, quali la corretta conservazione e preparazione degli alimenti, il consumo di cibi ‘sicuri’, soprattutto quando si viaggi in paesi con rischio infettivo elevato.
La prognosi è buona, con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.
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