
La cefalea, o comunemente chiamata mal di testa, è un dolore continuo riferito al capo non dovuto a traumi.
In Italia, 1 bambino su 10, ha avuto almeno un episodio di mal di testa, che può manifestarsi a qualsiasi età, con una maggiore frequenza intorno ai 7-8 anni, ed è il sintomo neurologico che più frequentemente porta il bambino a effettuare una visita neurologica.
Le cefalee si distinguono in forme primarie, ovvero è lo stesso sintomo, la cefalea, a rappresentare la malattia, e in forme secondarie, dove il mal di testa è sintomo di una patologia sottostante.
Le cefalee primarie, che riconoscono una predisposizione genetica, sono l’emicrania con/senza aura (sintomi di tipo neurologico che precedono o accompagnano alcune forme di mal di testa), la cefalea tensiva e l’emicrania a grappolo (poco frequente in età evolutiva); tra queste, l’emicrania senza aura è sicuramente la più frequente cefalea primaria nel bambino, almeno prima dei 9-10 anni.
Nelle forme di emicrania, la familiarità risulta positiva nel 60-77,5% dei casi, ovvero solitamente almeno un genitore soffre di mal di testa.
Il dolore dell’emicrania è spesso definito come “pulsante” (come “un martello che batte dentro la testa”), unilaterale e aggravato dall’attività fisica, sebbene nei bambini spesso possa essere anche bilaterale.
L’emicrania si accompagna ad altri sintomi come dolore addominale, fastidio per luce e rumori, nausea e vomito. Un attacco di emicrania nel bambino può essere di breve durata (10 minuti), ma può durare fino a 3 giorni, se non trattato.
L’emicrania può manifestarsi fin dai primi mesi di vita, e solitamente la cefalea non è tra i primi sintomi; il bambino piccolo avverte sintomi definiti come “equivalenti emicranici” e comprendono: il vomito ciclico, dolori addominali ricorrenti, le vertigini parossistiche, il torcicollo parossistico, i dolori ricorrenti alle gambe (comunemente chiamati dolori di crescita) e infine il mal d’auto.
Le cefalee secondarie sono rare e di diversa gravità. Le cause di cefalea, in ordine decrescente di frequenza, sono:
- Infezioni delle prime vie aeree (sindromi influenzali, compreso il Covid19) nelle quali, oltre alla cefalea, sono presenti sintomi variabili quali mal di gola, raffreddore e febbre;
- Sinusiti (a partire dagli 8 anni età, poiché prima i seni paranasali non sono completamente formati), che si manifestano con sintomi quali febbre e rinorrea purulenta;
- Patologie infiammatorie meningo-encefaliche che possono provocare anche crisi epilettiche, deficit neurologici focali e rigidità nucale;
- Anomalie vascolari (comunque piuttosto rare in età pediatrica), in cui la cefalea invalidante è spesso associata a deficit neurologici focali.
Il pediatra o medico del territorio dovrà essere consultato come prima cosa.
Questo in base alla storia clinica e familiare potrà orientare il bambino o il ragazzo a un consulto per un esame neurologico e del fondo oculare, che sono in genere sufficienti per la diagnosi, Gli esami strumentali (TAC o RM cerebrale) sono in genere necessari solo quando c’è il sospetto di una causa secondaria del dolore cefalico.
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