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Trattamento del difetto interatriale

Correzione del difetto senza intervento chirurgico tradizionale 

Il difetto interatriale è una anomalia congenita cardiaca, che consiste in un buco nella parete che separa i due atri (setto interatriale), creando una comunicazione tra atrio destro e atrio sinistro.

Tramite questo difetto il sangue più ossigenato (“rosso” nella figura) passa dall'atrio sinistro all'atrio destro.

Ciò comporta un aumento del flusso di sangue nelle sezioni cosiddette “destre” del cuore (ventricolo destro e arteria polmonare), che con il tempo “lavorano” più del normale, dilatandosi.

Figura 1 - Immagine del difetto interatriale

I Difetto interatriale (DIA) sono spesso asintomatici. In caso, i sintomi più comuni sono stanchezza, mancanza di respiro, ritardo della crescita, infezioni respiratorie ricorrenti (bronchiti, broncopolmoniti).

Se non viene trattato, il sovraccarico di lavoro del cuore nei decenni può portare a:

  • Aritmie cardiache (flutter, fibrillazione atriale);
  • Aumentato rischio di ictus;
  • Aumento della pressione polmonare (ipertensione polmonare);
  • Scompenso cardiaco;
  • Riduzione dell’aspettativa di vita.

Il trattamento di tale patologia è la chiusura del difetto. Al giorno d’oggi esistono due tecniche per la chiusura del Difetto interatriale (DIA): la chirurgia tradizionale e il trattamento transcatetere.

La chiusura transcatetere è la metodica di scelta nel 90% dei casi. Tale trattamento viene usato da circa 25 anni ed è meno invasivo dell’intervento chirurgico tradizionale.

La procedura viene svolta tramite l’uso dei raggi x (fluoroscopia) e dell’ecografia transesofagea (una sonda posizionata in bocca, mentre il paziente dorme e non sente nulla). Sarà necessario sottoporre il bambino a un’anestesia generale.

Figura 2 - Misurazione del difetto tramite palloncino e fluoroscopia (Raggi X).

Tramite una vena dell’inguine (vena femorale) viene fatto passare un cateterino che attraverserà le vie venose fino al cuore e al difetto. A questo punto, grazie all’ecografia transesofagea e all’utilizzo di un palloncino, vengono misurate le dimensioni del difetto. 

Una volta eseguito tale studio sarà possibile scegliere una protesi (chiamata “ombrellino”) di cui ne esistono diverse tipologie e misure.

L’ombrellino verrà fatto salire fino al cuore all’interno del catetere e una volta raggiunta la giusta posizione verrà rilasciato a cavallo del setto interatriale a chiudere il difetto. Dopo la procedura il bambino tornerà in reparto dove resterà per una degenza totale di circa 48-72 ore.

Raramente le caratteristiche del difetto non permettono la chiusura transcatetere, in questi casi sarà quindi necessario un trattamento di cardiochirurgia tradizionale che consiste in un vero e proprio intervento a cuore aperto in circolazione extracorporea, durante il quale il chirurgo chiude il difetto.

Nonostante abbia un rischio maggiore rispetto al trattamento transcatetere, è un’opzione validissima, usata da circa 4 decenni. Richiede un ricovero di circa una settimana, con una notte in terapia intensiva dopo l’intervento.

Dopo la chiusura transcatetere si può riprendere la normale attività quotidiana pochi giorni dopo la procedura.

L’attività fisica può essere ripresa dopo circa 4 settimane e in genere dopo la visita di controllo. Il bimbo dovrà assumere per 6 mesi l’aspirina a basse dosi.

I controlli cardiologici saranno inizialmente a cadenza mensile e semestrale fino ad annuale. I pazienti sottoposti a procedura chirurgica classica hanno un recupero più lento sia delle attività quotidiane che dell’attività fisica.

I bambini sottoposti a chiusura di difetto interatriale sia con la metodica chirurgica che percutanea non presentano generalmente rischi superiori rispetto agli altri bambini della loro età e possono condurre una vita del tutto normale.

Il ricovero per il trattamento transcatetere del difetto interatriale  dura in genere da 3 a 4 giorni:

  1. Il primo giorno verrete ricoverati nel reparto di Cardiologia, verranno eseguiti gli esami del sangue e farete il colloquio con l’anestesista e il cardiologo emodinamista che effettua l’intervento. Vi spiegheranno la procedura e firmerete il consenso informato.
  2. Il giorno dell’intervento, il bambino dovrà rimanere digiuno e prepararsi a scendere nella sala di Emodinamica. Al termine dell’intervento tornerà nel reparto di Cardiologia, dove verrà monitorizzato e controllato dal personale infermieristico e medico del reparto.
  3. Il giorno dopo l’intervento, dopo aver rimosso la medicazione compressiva e effettuato gli ultimi controlli, il bambino eseguirà il controllo ecocardiografico e se tutto va bene verrà dimesso.
  • Si può riprendere la normale attività quotidiana pochi giorni dopo la procedura.
  • L’attività fisica può essere ripresa dopo la visita di controllo.
  • Si effettuano controlli periodici con visite ed ecocardiogramma in genere ad 1 mese, e poi programmati in base al risultato ottenuto.
  • La protesi in genere non controindica la Risonanza Magnetica ed il passaggio al metal detector.

 

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  • A cura di: Gianfranco Butera, Micol Rebonato, Mara Pilati
    Struttura Complessa di Cardiologia Interventistica
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Ultimo Aggiornamento: 06  Dicembre 2023 


 
 

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