La cisti ossea unicamerale è una lesione dell'osso con un aspetto simile a quello di un tumore (pseudo-tumorale), e compare solitamente in età giovanile, più spesso nei maschi.
Appare alla radiografia come una cavità unica a margini netti e ben definiti (Figure 1, 2 e 3), spesso localizzata in posizione centrale al di sotto della cartilagine di accrescimento (la parte dell'osso responsabile della crescita del segmento scheletrico), più frequentemente nella parte superiore dell'omero e del femore, anche se possono essere coinvolte tutte le altre ossa.
Inizialmente è ripiena di sangue e successivamente il suo contenuto può essere sieroso. Talvolta può presentarsi completamente vuota.
Figure 1, 2 e 3
La causa della cisti ossea unicamerale è sconosciuta. Si sospetta che sia in gioco un disturbo della circolazione locale.
La cisti ossea unicamerale può essere totalmente priva di sintomi (asintomatica) soprattutto se di piccole dimensioni ed essere diagnosticata in età adulta in occasione di un esame radiografico eseguito per altri motivi.
Il sintomo più frequente causato dalle cisti ossee unicamerali è il dolore locale provocato da microfratture nella sede della cisti.
Può verificarsi una frattura completa del segmento scheletrico sede della cisti (frattura patologica), spesso provocata da un trauma banale.
La frattura è dovuta all'assottigliamento della corticale dell'osso (ossia della parete esterna dell'osso).
Si distinguono cisti ossee unicamerali attive, localizzate in corrispondenza della cartilagine di accrescimento, e cisti inattive.
Le cisti inattive sono poste al di sotto della cartilagine di accrescimento e sono separate da questa da uno strato più o meno spesso di osso normale.
Le cisti attive possono causare disturbi dello sviluppo dell'osso come una riduzione della crescita o come una deviazione assiale, vale a dire la crescita dell'arto in direzione diversa da quella normale.
La raccolta della storia clinica e la visita possono suggerire il sospetto diagnostico di cisti ossea unicamerale.
L'esame radiografico permette di confermare il sospetto e può essere completato dalla risonanza magnetica che consente di osservare l'eventuale contenuto liquido della cisti (Figure 4 e 5).
Per confermare la diagnosi è necessaria la biopsia della cisti con esame al microscopio dei campioni prelevati.
Figure 4 e 5
Il trattamento della cisti ossea unicamerale può essere chirurgico o conservativo a seconda delle dimensioni della cisti.
È possibile l'infiltrazione della cisti con cortisonici a lento assorbimento sotto guida radiografica o TC, oppure lo svuotamento chirurgico della cavità e il successivo riempimento con innesti di osso autologo (ossia prelevato dal bacino dello stesso paziente) o di osso sintetico.
In caso di cisti voluminose o localizzate in zone sottoposte a carico (arti inferiori), può essere opportuna la stabilizzazione del segmento scheletrico attraverso l'inserimento di chiodi elastici di titanio all'interno dell'osso, in modo da prevenirne la frattura.
Il trattamento è lo stesso in caso di frattura patologica causata dalla cisti. La frattura e il successivo "inchiodamento" della cisti stimolano la guarigione con progressivo riempimento della cavità da parte di osso neoformato.
A guarigione raggiunta è possibile la rimozione dei chiodi elastici di titanio. Tutti questi interventi non escludono la possibilità di recidiva, soprattutto delle cisti ossee unicamerali appena formate.
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