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Crioterapia dell'occhio

Un intervento chirurgico che usato per trattare malattie come ischemia della retina, uveiti e focolai tumorali nel Retinoblastoma 

Consiste nel congelamento di tessuto retinico ischemico o tumorale.

Questo trattamento viene utilizzato in età pediatrica in quelle patologie caratterizzate dalla comparsa di ischemia della retina con il conseguente sviluppo di neovasi e di membrane di proliferazione fibrovascolari come accade nella Retinopatia del Pretermine, nella Malattia di Coats, nelle uveiti.

La crioterapia viene anche utilizzata per la distruzione di focolai tumorali come accade nel Retinoblastoma che è un tumore pediatrico maligno della retina.

L'intervento viene effettuato con il paziente in posizione supina, in un ambiente chirurgico sterile e con il microscopio. È un atto chirurgico che si realizza in diverse fasi:

  • Apertura della congiuntiva;
  • Isolamento dei muscoli retti;
  • Applicazioni con sonde congelanti trans-sclerali (crioapplicazioni);
  • Chiusura della congiuntiva.

L'effetto delle crioapplicazioni può essere seguito mediante osservazione con oftalmoscopio indiretto o microscopio operatorio.

Il congelamento può essere anche ottenuto applicando la sonda direttamente sulla congiuntiva.
Durante l'intervento, il chirurgo può in qualunque momento essere portato a modificare il suo piano iniziale. 

L'occhio può essere reso insensibile ed immobile e nei bambini questo avviene mediante l'anestesia generale

Il recupero dell'acutezza visiva è progressivo e può anche essere nullo, scarso o incompleto. 

L'entità di visione recuperabile con l'intervento dipende molto dalle preesistenti condizioni generali dell'occhio, in particolare della retina, del nervo ottico e della cornea; quindi, la presenza di una lesione in queste strutture, provocata dalla malattia, può limitare il recupero visivo derivante dall'intervento (in proporzione all'entità della lesione).

Può essere necessario ripetere l'intervento di crioterapia in base alla patologia per cui viene effettuato.

Anche questo intervento non sfugge alla regola generale secondo la quale non esiste chirurgia senza rischi.

Non è possibile per l'oculista garantire in modo formale il successo dell'intervento o l'assenza di complicanze.

Le complicanze, in casi estremi, possono portare anche alla perdita funzionale dell'occhio, se non addirittura alla perdita anatomica dello stesso.

 

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  • A cura di: Luca Buzzonetti, Paola Valente
    Unità Operativa di Oculistica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21  Marzo 2024 


 
 

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