La displasia epiteliale intestinale, conosciuta anche come enteropatia a ciuffi o "tufting enteropathy", è una malattia genetica rara ad esordio molto precoce, caratterizzata da diarrea intrattabile, atrofia dei villi intestinali (villi intestinali danneggiati ed appiattiti) e alterazioni dell'epitelio intestinale causate da un anomalo sviluppo delle cellule che rivestono i villi intestinali (enterociti).
Queste alterazioni impediscono un normale assorbimento dei nutrienti e dei liquidi.
La frequenza stimata è intorno a 1/50,000–100,000 nuovi nati in Europa occidentale ed è più alta nei consanguinei, nei paesi di origine araba (Medio Oriente, Turchia, Nord Africa) e nell'isola di Malta (nel Mar Mediterraneo) ma con una forma più lieve.
Nel 70% circa dei casi, la displasia epiteliale intestinale è causata da mutazioni del gene EPCAM che contiene le informazioni necessarie per sintetizzare una proteina con un ruolo essenziale per la maturazione e la funzione degli enterociti.
Nel 20% circa dei pazienti, la displasia epiteliale intestinale si associa ad altre anomalie e malformazioni e in questi casi è causata da mutazioni del gene SPINT2 che contiene le informazioni per sintetizzare una proteina coinvolta nella rigenerazione cellulare.
In entrambi i casi la malattia viene ereditata come carattere autosomico recessivo: tutte e due le copie dei geni, sia quella di origine materna sia quella di origine paterna sono alterate (mutate).
I genitori sono portatori di una copia sola del gene alterato e non sono affetti, ma rischiano a ogni gravidanza (con il 25% di probabilità) di avere un figlio con displasia epiteliale intestinale.
In genere i bambini con displasia epiteliale intestinale e figli di genitori consanguinei hanno parenti consanguinei o fratelli con la stessa malattia, alcuni dei quali morti nei primi mesi di vita per una grave diarrea di origine sconosciuta.
I pazienti sviluppano entro i primi giorni di vita una diarrea acquosa grave. In rari casi la diarrea può essere meno abbondante o trascurabile. In ogni caso, poiché le alterazioni intestinali impediscono un normale assorbimento dei nutrienti, alla diarrea si associa un importante ritardo di crescita.
Nel 20% circa dei pazienti sono presenti anomalie come deformità facciali, ostruzione (atresia) delle coane che impedisce all’aria di passare dal naso alla bocca, atresia esofagea o ano imperforato e cheratite puntata, un'infiammazione con danno dell'epitelio della cornea.
La diagnosi di displasia epiteliale intestinale è basata sui sintomi e viene confermata con un'endoscopia alta e bassa. L’endoscopio è uno strumento dotato di un apparato ottico con fonte luminosa: esso permette di osservare l'intestino dall'interno ed eventualmente di procedere a piccoli interventi quali prelievo di tessuti per l’esame istologico, vale a dire l’osservazione al microscopio.
Nella displasia epiteliale intestinale è importante effettuare un prelievo di tessuti - biopsia - adatto alla valutazione istologica sia con microscopio ottico sia con microscopio elettronico.
Le caratteristiche istologiche della displasia epiteliale intestinale sono l'atrofia dei villi e la disorganizzazione della superficie epiteliale e della membrana basale, la lamina interposta tra le cellule che rivestono i villi intestinali (gli enterociti) e i tessuti sottostanti.
Nelle forme tipiche, le anomalie sono localizzate principalmente nell'epitelio intestinale: disorganizzazione della superficie degli enterociti con i caratteristici villi disposti a ciuffi (il 70% circa dei villi intestinali ha questo aspetto).
Queste formazioni sono presenti non solo a livello del piccolo intestino ma anche a livello del colon. Spesso le biopsie sono normali nei primi mesi di vita e solo successivamente si evidenziano i caratteristici ciuffi.
La displasia endoteliale intestinale va distinta da altre malattie caratterizzate da diarrea grave neonatale come i difetti del trasporto di ioni (cloridorrea e sodiorrea congenita) e la malattia da microvilli inclusi.
Anche la malattia da microvilli inclusi, altrimenti detta sindrome da inclusione microvillare o sindrome da atrofia del microvillo è caratterizzata da una diarrea grave di tipo secretivo a inizio molto precoce.
Tuttavia si può distinguere dalla displasia endoteliale intestinale perché l'aspetto della mucosa intestinale al microscopio è totalmente differente.
La displasia epiteliale intestinale può determinare rapida disidratazione, squilibrio e scompenso elettrolitico entro pochi giorni dopo la nascita. Richiede in moltissimi casi il ricorso alla nutrizione artificiale praticata mediante l'infusione di nutrienti direttamente nel torrente circolatorio (nutrizione parenterale) con l'impiego di un catetere venoso centrale ossia di un piccolo tubo di materiale plastico che arriva con la punta nella vena cava superiore, in prossimità del cuore.
Alcuni bambini possono avere una forma più lieve e una funzione intestinale parzialmente conservata per cui possono giovarsi di infusioni parziali di nutrizione parenterale associate a una parziale nutrizione enterale (vale a dire la somministrazione di miscele complete nel canale digestivo mediante apposite sonde naso-gastriche o gastrostomiche).
Nella maggior parte dei pazienti però, la gravità del malassorbimento intestinale e la diarrea richiedono un supporto di nutrizione parenterale quotidiano e a lungo termine.
Nel tempo questi pazienti possono sviluppare complicanze a carico del fegato, trombosi diffusa con perdita degli accessi venosi, e andare incontro a infezioni del catetere venoso centrale che possono rimanere localizzate o diffondersi nel torrente circolatorio (setticemie).
Tali complicanze rendono rischiosa la prosecuzione della nutrizione parenterale e rappresentano un'indicazione al trapianto intestinale combinato o meno con il trapianto di fegato. Quando la nutrizione parenterale è invece efficace sotto il profilo nutrizionale e ben tollerata, rappresenta il trattamento di scelta per questi pazienti.
La disponibilità di Ospedali con centri di riferimento organizzati in team multidisciplinari che comprendono gruppi dedicati anche all’attività di ricerca garantisce la gestione più adeguata della displasia epiteliale intestinale.
I team multidisciplinari devono includere al loro interno la figura del medico pediatra gastroenterologo/nutrizionista, del chirurgo, del radiologo, del radiologo interventista, dell'istologo, del genetista, del farmacista, della dietista e dell'infermiere esperto nella gestione del catetere venoso centrale e delle stomie.
Il centro di riferimento deve garantire l'accesso 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, con reperibilità medica immediata e accesso immediato alla diagnostica di laboratorio e di imaging.
La complessità clinica di questa malattia richiede, inoltre, una gestione clinica condivisa nell'ambito del team mediante scambio continuo di informazioni anche per mezzo di incontri periodici.
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