>

Erisipela

Infezione batterica degli strati profondi della pelle che va curata prontamente con antibiotici 

L'erisipela è un'infezione batterica acuta del sottocutaneo, cioè degli strati più profondi della pelle e dei vasi linfatici. L'infezione coinvolge più frequentemente il viso o le gambe.

Nella maggior parte dei casi è causata da streptococchi beta-emolitici di gruppo A (o raramente di gruppo C o G).
Altri batteri possono causare l'erisipela, tra cui:

  • Staphylococcus aureus;
  • Klebsiella pneumoniae;
  • Haemophilus influenzae;
  • Escherichia coli;
  • Staphylococcus warneri;
  • Streptococcus pneumoniae;
  • Moraxella.

Lo Staphylococcus aureous resistente alla meticillina o MRSA (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus) rappresenta oggi uno dei batteri più temibili. Lo stafilococco meticillino-resistente è un tipo di Staphylococcus aureus che ha sviluppato la capacità di resistere a gran parte degli antibiotici normalmente utilizzati per trattare queste infezioni.

La sigla MRSA venne coniata perché la meticillina fu il primo antibiotico a cui si dimostrarono resistenti alcuni ceppi di Staphylococcus aureus. Quando ci si rese conto che questi ceppi di Staphylococcus aureus in realtà sono resistenti anche a molti altri antibiotici, il termine MRSA era ormai entrato nel gergo medico e non venne cambiato.

L'MRSA è più frequente nell'erisipela facciale che in quella che colpisce gli arti inferiori.
I fattori di rischio sono rappresentati da tutte le condizioni che provocano perdita di integrità della barriera cutanea:

  • Ferite
  • Ustioni;
  • Incisioni chirurgiche;
  • Punture d'insetto;
  • Lesioni traumatiche.

L'erisipela è caratterizzata da una singola area di pelle rilevata di circa 10-15 cm di diametro. Inizialmente appare come un'area localizzata di arrossamento (eritema), di colore rosso salmone brillante, che diventa rapidamente sollevata, indurita, dolente a margini ben definiti rispetto al tessuto normale circostante.

È tipicamente localizzata agli arti inferiori (85% dei casi) o al volto (2,5-19% dei casi). Meno frequentemente interessa gli arti superiori (2-9%) o la regione genitale (0,5-2%).

Nella forma che coinvolge il volto, gli occhi sono spesso chiusi dalla tumefazione. La lesione può risolversi al centro mentre continua ad estendersi in periferia.
Possono essere presenti segni e sintomi generali come:

  • Febbre;
  • Brividi;
  • Malessere generale;
  • Mal di testa.

La diagnosi si basa su un'attenta raccolta della storia clinica e su una visita altrettanto accurata del bambino. La diagnostica per immagini è indicata per individuare eventuali complicanze come tromboflebite, ascessi e gangrena.

La radiografia può escludere altre cause di tumefazione dei tessuti molli, come fratture sottostanti e permette di identificare eventuali corpi estranei o gas nei tessuti molli.

L'ecografia mostra la presenza di accumulo di liquidi (edema) nel sottocute, può aiutare a escludere una trombosi venosa profonda o tumori dei tessuti molli. Inoltre può permettere di individuare la localizzazione di corpi estranei superficiali che non sono visibili con la radiografia e può servire da guida per eventuali interventi chirurgici.

La TC fornisce una maggiore sensibilità per il rilievo di gas nei tessuti molli e corpi estranei, mentre la risonanza magnetica permette di osservare l'ispessimento dei tessuti molli e l'eventuale presenza di interessamento osseo (periostite/osteomielite),

In alcuni casi è opportuno procedere a un'emocoltura (ricerca dei batteri nel sangue) o a una biopsia della pelle sia per confermare la diagnosi e sia per ricercare i batteri che causano l'infezione.

Il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici per bocca o per via endovenosa.
La terapia antibiotica deve essere iniziata il prima possibile, quindi  prima che sia stato possibile individuare il batterio che ha causato l'infezione.

Va poi modificata in base all'isolamento del battere responsabile e ai risultati dell'antibiogramma che permette di identificare gli antibiotici cui il batterio è più sensibile. La durata del trattamento si basa principalmente sulla risposta clinica.

I pazienti con forma lieve possono essere trattati con antibiotici per bocca, per 7-10 giorni e almeno fino alla completa risoluzione, o in alternativa con  un breve ciclo di antibiotici per via endovenosa (24 ore sono in genere sufficienti), seguito da un ciclo di antibiotici per bocca.

La persistenza di arrossamento o di sintomi generali come la febbre dopo 24-48 ore dall'inizio della terapia dovrebbe subito portare al sospetto che sia in causa un batterio resistente agli antibiotici che si stanno utilizzando oppure alla possibilità che la diagnosi vada riconsiderata.

Nelle forme gravi con rapida progressione clinica o comparsa di sepsi, è indicato il trattamento con antibiotici per via endovenosa. La durata totale del trattamento dovrebbe essere di 10-14 giorni e comunque fino alla completa risoluzione.

 

Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù.


  • A cura di: Alessandra Marchesi
    Unità Operativa di Pediatria Generale
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 11  Agosto 2022 


 
 

COME POSSIAMO AIUTARTI?

 

CENTRALINO

  (+39) 06 6859 1

PRENOTAZIONI (CUP)

 (+39) 06 6818 1
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
Sabato, 8.00 - 12.45

PRENOTAZIONI ONLINE


URP

Informazioni, segnalazioni e reclami  (+39) 06 6859 4888
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
  urp@opbg.net


UFFICIO STAMPA

 (+39) 06 6859 2612   ufficiostampa@opbg.net

REDAZIONE ONLINE

  redazione@opbg.net

DONAZIONI

  (+39) 06 6859 2946   info.fond@opbg.net

LAVORA CON NOI

  lavoraconnoi@opbg.net

VIGILANZA

  (+39) 06 6859 2460
Tutti i giorni, 24 ore su 24

  vigilanza@opbg.net