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Herpes recidivante

Questo virus resta latente e in equilibrio con le difese immunitarie dell'individuo 

Le infezioni erpetiche recidivanti sono causate dai virus Herpes simplex tipo 1 o tipo 2, virus che appartengono alla famiglia degli herpesviridae. L'uomo ne è l'unico ospite e la trasmissione è interumana.

La prima infezione determina una reazione immunitaria che tuttavia non elimina il virus che persiste nel nostro organismo per tutta la vita.

Essendo un virus che ha affinità per il tessuto nervoso, raggiunge le terminazioni nervose della sede di contatto e gangli nervosi delle radici spinali corrispondenti. Qui il virus rimane inattivo (fase latente), in perfetto equilibrio con le difese immunitarie dell'organismo ospite.

Stimoli di diversa natura, quali febbre, stress emotivi e fisici, mestruazioni, interventi chirurgici, infezioni, terapie immunosoppressive, esposizione ai raggi ultravioletti e/o al freddo, alternando lo stato immunitario (ossia le capacità di difesa) del paziente, creano le condizioni favorevoli alla replicazione del virus.

Il virus migra quindi in senso opposto, cioè dal ganglio spinale alla cute attraverso la via nervosa, manifestandosi clinicamente.  

Le recidive sono possibili in tutti i bambini, ma sono più frequenti e più gravi nei bambini immunocompromessi (con ridotte difese immunitarie). 

Nei pazienti immunocompetenti (con buone difese immunitarie) la riattivazione di Herpes simplex è caratterizzata dalla presenza di una placca eritematosa (rossa) di uno o pochi cm di diametro ricoperta da piccole vescicole disposte a grappolo.

La sintomatologia è blanda e consiste in una sensazione di calore e di bruciore nella fase che precede la comparsa delle lesioni cutanee e successivamente lieve prurito. La regressione è generalmente spontanea.

Nei bambini immunocompromessi, le forme recidivanti sono molto frequenti, e si caratterizzano per l'esordio atipico, l'aspetto purulento, necrotico-emorragico, la localizzazione multipla, la possibile disseminazione su tutta l'estensione della cute, le eventuali complicanze locali e sistemiche e la necessità di terapia locale e frequentemente anche per via sistemica.

La replicazione virale avviene esclusivamente nelle prime 48 ore. In questa finestra temporale (prima che le vescicole si secchino), il soggetto può contagiare un’altra persona in caso di contatto diretto con le vescicole. Circa il 25% delle eruzioni di Herpes labiale abortiscono spontaneamente in fase iniziale.

Per i pazienti con recidive di herpes molto frequenti o di grandi dimensioni i dolori e la compromissione estetica possono comportare una significativa compromissione della qualità di vita. 

La diagnosi di Herpes simplex è generalmente clinica. Bisogna esaminare attentamente la sede e la distribuzione delle lesioni e indagare sull'eventuale presenza di sintomi che precedono le lesioni cutanee come sensazione di calore e prurito (sintomi prodromici).

Nei casi più difficili ci si può avvalere di indagini diagnostiche di laboratorio. La certezza dell'infezione da herpes viene, tuttavia, solo dal ritrovamento del virus nel materiale biologico prelevato dalle lesioni del paziente. 

Dobbiamo considerare in primo luogo altre infezioni virali, in particolare quelle da virus della stessa famiglia degli herpes-virus (Varicella-Zoster). 

Vanno considerate anche alcune malattie dermatologiche che hanno come lesioni elementari la vescicola e successivamente la formazione di croste: impetigine, eczemi, patereccio batterico o micotico.

Nei pazienti immunodepressi, la diagnosi differenziale si pone con le infezioni batteriche e con altre infezioni virali molto rare come quelle da citomegalovirus e con altre infezioni micotiche.

Le applicazioni locali di creme contenenti Aciclovir o suoi derivati hanno una modesta efficacia nel ridurre le lesioni, ma riducono la sensazione di dolore e bruciore e vanno utilizzate nei casi lievi.

Tra i farmaci per uso topico il Penciclovir ha recentemente dimostrato una limitata efficacia. Il principio attivo è dotato di un'estesa attività antivirale, particolarmente efficace nei confronti dell'Herpes simplex virus.

È possibile l'insorgenza di meccanismi di resistenza tali da vanificarne l'efficacia. Tutte le applicazioni locali sono efficaci soltanto se iniziate nella fase prodromica, cioè nelle prime 48 ore.

Gli antivirali per via orale come Aciclovir o Valaciclovir possono essere usati nei casi più gravi per 5-7 giorni; la profilassi con antivirali per via orale potrebbe essere indicata soltanto nei pazienti con più di 1-2 recidive al mese e viene effettuata generalmente con Aciclovir o Valaciclovir. Non ci sono indicazioni particolari sull'uso dell'Aciclovir per via endovenosa nelle forme recidivanti del bambino imunocompetente.

Nelle forme recidivanti importanti specialmente nei bambini con dermatite atopica e nelle forme impetiginizzate, la terapia endovenosa diventa necessaria e si basa oltre che sull'antivirale anche sull'uso di antibiotici.


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  • A cura di: Laura Cursi, Francesca Ippolita Calò Carducci
    Unità Operativa di Malattie Infettive
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 05  Giugno 2023 


 
 

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