
L’intestino umano è l’ampia porzione dell’apparato digerente, che inizia dopo lo stomaco e arriva fino all’ano, che ha un ruolo fondamentale nel processo di digestione.
È un organo cavo di forma tubulare, con una lunghezza che varia, a seconda dell’età, tra 3 e 7,2 metri nella femmina, e tra 4,8 e 7,8 metri nel maschio.
È distinto in due parti principali: il piccolo intestino, o tenue, e il grande intestino anche chiamato crasso (Figura). L'intestino tenue, situato nell'addome, inizia dopo la valvola pilorica e termina a livello della valvola ileocecale. È organizzato in tre distretti: duodeno, digiuno e ileo ed esplica cinque funzioni principali: motoria, digestiva, assorbitiva, immunologica, endocrina.
L’intestino crasso inizia a livello della valvola ileocecale e termina a livello dell'ano; è suddiviso in cieco con la relativa appendice, colon, sigma e retto. L'intestino crasso è dotato di tre funzioni principali: conservazione del contenuto idrico e salino dell'organismo mediante la regolazione del volume e la composizione in elettroliti delle feci, contenimento delle feci, espulsione delle feci stesse.
A tutte queste diverse funzioni si affiancano una funzione protettiva, stimolando la risposta immunitaria di fronte all’attacco di agenti patogeni residenti o arrivati dall’esterno e una funzione neuroendocrina, svolta da un sistema nervoso enterico. Il sistema nervoso enterico, in stretta connessione con il sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico) e interagendo anche con il sistema nervoso centrale, coordina la motilità, la sensibilità, le secrezioni e, in generale, la complessa funzione dell’apparato digerente grazie alla presenza di neuroni sensoriali, motori, secretori e vasomotori.
La stretta connessione bidirezionale con il sistema nervoso centrale permette di elaborare gli stimoli esterni e interni ricevuti dal corpo. Intestino e cervello si influenzano reciprocamente determinando il nostro stato di benessere psico-fisico e spiegando l’insorgere di disturbi intestinali quali mal di stomaco, dolore addominale, diarrea e nausea in risposta a una condizione di stress.
In questo flusso di comunicazioni svolge un ruolo importante il microbiota intestinale, cioè i microorganismi (prevalentemente batteri, ma anche lieviti, parassiti e virus) che vivono nell’intestino e con i quali abbiamo instaurato una relazione simbiotica, cioè di stretta interazione biologica.
Il microbiota intestinale, che regola l’equilibrio intestinale ed extra-intestinale, si evolve con l’età adattandosi alle diverse fasi e necessità dell'individuo. Esso, infatti, inizia a formarsi, con il passaggio nel canale del parto, per poi strutturarsi a ogni poppata del neonato. I batteri presenti sul seno materno raggiungono il lume intestinale del neonato, colonizzandolo.
La predominanza di un ceppo batterico rispetto a un altro è il risultato dell’interazione tra anticorpi contenuti nel latte materno e i microrganismi ambientali. Questo sta a significare che la flora batterica intestinale è soggettiva ed è influenzata sia dalla genetica che dall’ambiente circostante. È grazie a essa che si struttura il microbioma di ciascun individuo.
Fino a quando le comunità microbiche vivono in equilibrio (condizione di eubiosi) e sono quindi sincronizzate tra loro e con gli altri componenti dell’ecosistema intestinale, il microbiota può assolvere alle sue funzioni metaboliche, strutturali e protettive fondamentali per la salute generale dell’organismo.
Viceversa, la condizione di disbiosi, ovvero la perdita di equilibrio della flora intestinale, è determinata da diversi fattori (stress, abitudini alimentari scorrette, uso di antibiotici) e si correla non soltanto alle forme sindromiche più frequenti di disturbi intestinali quali dolore addominale, diarrea, costipazione, gonfiore ma anche a patologie come le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), quali il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa, e ancora a disturbi neuropsichiatrici, obesità e diabete.
Figura 1. L’intestino umano e le sue parti. La figura è stata realizzata con il programma Biorender (data di accesso 20.05.2019)
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