>

Intossicazione da funghi

Mangiare funghi non commestibili o velenosi, raccolti personalmente e non controllati da un micologo, può causare intossicazioni più o meno gravi, in alcuni casi mortali 

Quelli che chiamiamo funghi sono il frutto di una vegetazione, costituita da una serie di filamenti (ife) presenti nel terreno, sotto le cortecce degli alberi, nel bosco o in altri ambienti.

I funghi commestibili sono macrofunghi gustosi con corpi fruttiferi e miceli, sia spontanei sia coltivati, e rappresentano una piccolissima parte delle circa 150.000 specie della Terra. Tra tutte le specie di funghi ce ne sono di tossici e tra questi alcuni sono letali.

L'effettiva incidenza annuale non è completamente definita, poiché dipende fortemente dall'ecologia locale e dalle tradizioni gastronomiche, ma si ritiene che sia sottodiagnosticata o sottostimata.

Un discreto numero di intossicazioni non è dovuto all'ingestione di funghi velenosi, ma piuttosto a un uso non corretto. Spesso infatti vengono mangiati senza un'adeguata cottura, in cattivo stato di conservazione, in fase troppo avanzata di maturazione (decomposizione) o in eccessiva quantità.

Si tratta di un prodotto molto gustoso, ma deve essere raccolto da persone con adeguata esperienza specifica, in quanto è possibile andare incontro a gravi problemi di salute.

La distinzione tra funghi commestibili e non tossici presume una conoscenza delle loro caratteristiche botaniche, diverse per ogni singola specie.

Vi sono anche notevoli somiglianze tra funghi commestibili e velenosi che possono indurre chi li raccoglie in pericolosi errori: solo l’identificazione fatta da esperti può dare certezza sulla loro commestibilità. Il servizio di controllo da parte di un micologo è in genere disponibile presso l’ASL di zona ed è gratuito. 

Bisogna inoltre ricordare che per la raccolta è necessario essere muniti di apposito tesserino di idoneità sul quale sono riportate le generalità e la fotografia del raccoglitore autorizzato (art. 4, L.R n.32/1998). Il tesserino di idoneità viene rilasciato agli aspiranti raccoglitori che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età e abbiano frequentato un corso di formazione micologica conforme alla legge, della durata di 14 ore.

Di solito si fa una distinzione tra:

  • Intossicazione da funghi a breve latenza, in genere inferiore a sei ore, che si presenta con sintomi gastrointestinali e che si possono associare ad altri sintomi a seconda del tipo di fungo che delinea dei quadri clinici anche gravi soprattutto nel bambino. La sindrome muscarinica ad esempio indotta da funghi del genere Inocybe e Clitocybe può essere associata a gravi segni colinergici con dispnea, bradicardia e ipotensione, ed è l’unica intossicazione da funghi in cui è previsto l’uso di un antidoto (atropina). Disturbi neurologici con possibile comparsa di convulsioni possono insorgere a seguito della sindrome panterinica indotta dalla Amanita Muscaria;
  • Intossicazione da funghi a lunga latenza, da sei a 24 ore o più, in cui i sintomi possono comparire a distanza e indurre danni a carico di vari organi con possibile pericolo per la vita di chi li ingerisce. Il classico esempio è il fungo Amanita Phalloides o Amanita Verna definite mortali, infatti è sufficiente ingerirne piccole quantità per avere sintomi gravissimi.

Tuttavia il periodo di tempo prima della comparsa dei sintomi non è così importante per capire se si tratta di funghi più o meno pericolosi, le due categorie di funghi, infatti possono venire cotti insieme per cui il quadro clinico può essere confondete e risultare in una sindrome gastroenterica spesso in una fase precoce. 

Riportiamo qui di seguito qualche esempio delle sindromi da intossicazione indotte da funghi non commestibili, allo scopo di sollecitare l’attenzione sui gravi rischi per la salute, legati ai funghi.

Ricordiamo inoltre che nella maggior parte dei casi di intossicazione da funghi si parla di “false intossicazioni” che possono derivare da un consumo di funghi crudi o poco cotti, ingestione di funghi in fase di degradazione o ingestione di quantità eccessive o contaminati da metalli pesanti o pesticidi.

  • Sindrome falloidea (Amanita Phalloides - ovolo malefico): con ripetuti episodi di vomito e diarrea, danno neurologico, grave danno acuto del fegato con possibile necessità di trapianto. Potenzialmente mortale;
  • Sindrome orellanica (Cortinarius orellanus): a circa 36 o più ore dall’ingestione determina insufficienza renale con necessità di dialisi o trapianto;
  • Sindrome giromitrica (Gyromitra esculenta): disturbi gastroenterici, disturbi visivi e neuropsichici, interessamento epato-renale con danno grave.
  • Sindrome gastrointestinale (Russula emetica, Boletus satanas ecc.): provoca nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, e disidratazione, compare subito dopo il pasto e regredisce in 24-48 ore;
  • Sindrome panterinica (Amanita pantherina): causa sonnolenza, agitazione, disorientamento, convulsioni;
  • Sindrome muscarinica (Amanita muscaria): causa sindrome colinergica con importante sudorazione, lacrimazione, ipotensione, difficoltà respiratorie;
  • Sindrome psicotropa (Psilocybe cyanescens) provoca allucinazioni;
  • Sindrome coprinica: (Coprinus atramentarius) con comparsa di sintomatologia cutanea quando associata a ingestione di alcol (vino), con iperemia, ipotensione, agitazione.

In caso di sintomatologia importante per ingestione di funghi non controllati, è necessario recarsi immediatamente in Pronto Soccorso, portando con sé tutti i residui sia cotti sia crudi e avanzi di pulizia che serviranno al Micologo per l’identificazione precisa delle specie responsabili. 

La terapia per curare le intossicazioni da funghi prevede un trattamento sintomatico.

L’intervento più importante è in fase precoce, un trattamento decontaminativo appropriato come la lavanda gastrica e/o la somministrazione di carbone attivato. L’uso di farmaci per il controllo della diarrea e del vomito nel caso di sintomi gastrointestinali è di solito sconsigliato, mentre la reidratazione è molto importante soprattutto nei bambini più piccoli.

L’uso di benzodiazepine può essere necessario in corso di sintomi neurologici, come le convulsioni.

Il Vademecum del Centro antiveleni del Bambino Gesù:

  • Per i funghi raccolti e non acquistati (e nel dubbio), portare tutto il raccolto presso gli Ispettorati Micologici delle ASL per il controllo di commestibilità, disponibili in tutto il territorio Nazionale;
  • Consumare funghi in quantità moderate;
  • Utilizzare per la raccolta contenitori idonei e areati come cestini, non usare buste di plastica;
  • Cuocere i funghi sempre senza coperchio allo scopo di far evaporare le tossine termolabili;
  • Non somministrare funghi a bambini in età prescolare, per la loro immaturità digestiva verso questi alimenti;
  • Non è vero che i funghi che crescono sugli alberi non sono tossici;
  • Non mangiare i funghi regalati da altri se non controllati da un micologo abilitato;
  • Nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina botulinica, attenzione alla conservazione;
  • Non raccogliere i funghi se non si è in possesso del tesserino autorizzativo;

Nel caso di sospetta intossicazione del bambino rivolgersi al Centro Antiveleni Pediatrico.

 

Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù


  • A cura di: Marco Marano
    Centro Antiveleni Pediatrico
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 17  Aprile 2023 


 
 

COME POSSIAMO AIUTARTI?

 

CENTRALINO

  (+39) 06 6859 1

PRENOTAZIONI (CUP)

 (+39) 06 6818 1
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
Sabato, 8.00 - 12.45

PRENOTAZIONI ONLINE


URP

Informazioni, segnalazioni e reclami  (+39) 06 6859 4888
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
  urp@opbg.net


UFFICIO STAMPA

 (+39) 06 6859 2612   ufficiostampa@opbg.net

REDAZIONE ONLINE

  redazione@opbg.net

DONAZIONI

  (+39) 06 6859 2946   info.fond@opbg.net

LAVORA CON NOI

  lavoraconnoi@opbg.net

VIGILANZA

  (+39) 06 6859 2460
Tutti i giorni, 24 ore su 24

  vigilanza@opbg.net