L'ipertiroidismo si verifica quando c'è un aumento della funzionalità della ghiandola tiroide. Questo comporta un'eccessiva produzione e immissione nel sangue di una quantità elevata di ormoni tiroidei: la tiroxina (FT4) e la triiodotironina (FT3).
La frequenza dell'ipertiroidismo nei bambini varia tra l'1 e il 4.8 per 100.000, è maggiore negli adolescenti ed è significativamente più frequente nelle femmine.
Inoltre può essere associato ad alcune condizioni, come la sindrome di Down, o a sindromi complesse, come la sindrome di McCune-Albright.
Le cause dell'ipertiroidismo sono diverse e dipendono dall'origine dell'eccesso ormonale:
- Molto raramente, soprattutto nei bambini, l'ipertiroidismo può essere di origine centrale, ovvero causato da un'eccessiva produzione di tireotropina, o TSH, l'ormone dell'ipofisi che stimola il rilascio di FT4 e FT3 da parte della tiroide. La causa di questo eccesso di TSH è tumore benigno detto adenoma ipofisario, che secerne autonomamente TSH;
- Più frequente è l'origine tiroidea, cioè quando è direttamente la ghiandola tiroide a produrre elevate quantità di ormoni. Questo può accadere per diverse ragioni:
- Presenza di anticorpi che stimolano il recettore tiroideo del TSH (denominati TRAB dall'inglese Thyrotropin-Receptor AntiBodies): causano un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei, svincolata dal controllo del TSH (morbo di Basedow-Graves). In altre parole i TRAB si legano ai recettori per il TSH della ghiandola tiroidea, determinando una massiva secrezione di ormoni tiroidei. In questo caso, la ghiandola tiroidea aumenta di volume e la condizione prende il nome di gozzo tossico;
- Fase di ipertiroidismo in una tiroidite autoimmune: in questa situazione l'infiammazione tiroidea (tiroidite autoimmune) può determinare in maniera transitoria la liberazione degli ormoni tiroidei dalle cellule della tiroide; nella tiroidite autoimmune si ha la positività degli anticorpi antitireoglobulina e/o degli anticorpi antitireoperossidasi (TPO). Anche in questo caso si assiste a un aumento di volume della ghiandola tiroidea;
- Eccessiva produzione di ormoni tiroidei senza gozzo ma da parte di un singolo nodulo tiroideo che produce un eccesso di ormoni (adenoma di Plummer). Questa forma di ipertiroidismo è estremamente rara in età pediatrica.
Discorso a parte merita l'ipertiroidismo transitorio del neonato nato da madre con morbo di Basedow-Graves in gravidanza.
In questa situazione gli anticorpi TRAB materni determinano una massiva produzione di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroide del neonato.
È una condizione transitoria, che necessita di uno stretto follow-up e talvolta di trattamento, ma che tende a normalizzarsi nei primi mesi di vita.
L'ipertiroidismo causa un aumento generalizzato del metabolismo che si manifesta con diversi sintomi, in quanto molti organi rispondono agli ormoni tiroidei.
I sintomi principali sono:
- Aumento del numero dei battiti del cuore (tachicardia);
- Tremori;
- Diarrea;
- Iperattività e insonnia con conseguente stato di debolezza (astenia);
- Perdita di peso (calo ponderale) a dispetto di un aumento dell'appetito;
- Intolleranza al caldo con aumento della sudorazione;
- Disturbi dell'umore;
- Esoftalmo, ovvero protrusione dei globi oculari con difficoltà a chiudere completamente le palpebre.
Il sospetto di ipertiroidismo viene dalla raccolta della storia del paziente e da una visita accurata.
In caso di sintomi che fanno sospettare un ipertiroidismo, devono essere effettuati alcuni accertamenti di laboratorio e strumentali:
- Dosaggio di FT3, FT4, TSH, TRAB, TPO e anticorpi antitireoglobulina nel sangue;
- Ecocolordoppler tiroideo;
- Elettrocardiogramma (ECG) e visita cardiologica;
- Visita oculistica, se è presente esoftalmo.
La terapia consiste nell'uso di farmaci che bloccano la produzione degli ormoni tiroidei. In età pediatrica il principio attivo più idoneo a tale scopo è il Metimazolo, farmaco tireostatico che agisce inibendo la produzione di ormoni da parte della tiroide.
Il dosaggio va modulato in base all'andamento della malattia e al controllo degli esami della funzionalità della tiroide. Durante la terapia, andranno periodicamente valutati anche transaminasi ed emocromo.
Questo farmaco è risultato sicuro ed efficace anche se usato per periodi prolungati (più di 2 anni).
Nei pazienti ipersensibili al Metimazolo, è possibile usare il Propiltiuracile o il Bromazolo.
Nei casi in cui la tachicardia è grave, ci si può avvalere di beta-bloccanti, anch'essi con dosaggio da modulare in base all'andamento dell'ipertiroidismo e all'efficacia del Metimazolo.
In presenza di esoftalmo, sarà utile il supporto specialistico dell'oculista per valutare la presenza o meno di alterazioni della cornea che necessitino di trattamento.
Nei casi di mancata risposta alla terapia farmacologica o di ricadute ripetute dopo la sospensione della terapia, la successiva scelta terapeutica è rappresentata da 2 opzioni:
- La radioiodioterapia;
- La tiroidectomia (asportazione chirurgica della tiroide).
Da valutare caso per caso in maniera multidisciplinare da specialisti diversi (endocrinologo, chirurgo specialista e medico nucleare).
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