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Pene nascosto in età pediatrica-adolescenziale

Malformazioni anatomiche del pene che lo rendono più o meno corto e infossato nel pube 

Con il termine di pene nascosto si fa riferimento abitualmente ad un gruppo di anomalie anatomiche del pene, accomunate tutte dal medesimo aspetto estetico.

Nel 1986, Maizels M. e collaboratori ne descrissero quattro forme distinte, ognuna dovuta a una diversa causa:

  • Il pene nascosto, in cui il pene è nascosto dalla cute del pube nel neonato e nella prima infanzia, e dal grasso pubico nell'adolescente;
  • Il pene palmato, in cui la cute dello scroto e del pene sono in continuità invece di essere disgiunti;
  • Il pene intrappolato, dovuto a esiti di traumi o di circoncisione;
  • Il micropene, caratterizzato da piccole dimensioni.

Negli ultimi anni, la problematica del pene piccolo, è stata osservata con sempre maggiore frequenza anche in età pediatrica adolescenziale, dove si associa prevalentemente a condizioni di sovrappeso e obesità.

Recenti dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità rilevano che il 25.2% dei bambini italiani, tra i 3 ed i 17 anni risultano in eccesso di peso.

Negli ultimi 2 anni, la pandemia di Covid-19 ha determinato la cosiddetta “covibesity”, termine di nuova concezione comparso in letteratura scientifica per descrivere l'aggravamento dei tassi di obesità, dovuto al confinamento imposto durante la pandemia.

Secondo uno studio del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) condotto su oltre 432mila bambini e ragazzi tra 2 e 19 anni, il tasso di incremento dell'indice di massa corporea (che misura il rapporto tra peso e altezza) è raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico, e nella fascia di età tra 6 e 11 anni è addirittura aumentato di due volte e mezzo.

E chi era già in sovrappeso o obeso lo è diventato ancora di più, 'guadagnando' oltre mezzo kg al mese, un ritmo di crescita che trasposto in 6 mesi significa 3-4 kg in più, più del doppio di quello che dovrebbe essere il giusto aumento di peso di un bambino sano.

È un'anomalia in cui il pene, seppure di normali dimensioni, è parzialmente o totalmente nascosto nel tessuto sottocutaneo del pube.

La fascia sottocutanea che normalmente si arresta alla base del pene lo ingloba fino al glande e la cute peniena invece di essere adesa ai corpi cavernosi (regione interna del pene con una struttura spugnosa che contiene il sangue durante l'erezione) li ricopre ad ombrello. Si associa il più delle volte alla fimosi.

La forma congenita è dovuta alla presenza di bande fibrose, responsabili durante lo sviluppo del pene di una sorta di invaginazione del pene nella parete addominale.
La forma acquisita è dovuta a un eccesso di tessuto adiposo al di sopra del pube.

All'esame clinico il pene può essere facilmente fatto emergere premendo il tessuto sottocutaneo che circonda la base del pene e praticando una leggera trazione sul pene.

Queste forme, nella maggior parte dei casi possono andare incontro a risoluzione spontanea dopo adeguato regime dietetico, mentre per le forme congenite è necessaria la correzione chirurgica, che permette di risolvere i problemi funzionali ed estetici del pene. 

La caratteristica del pene palmato è l'assenza dell'angolo tra il pene e lo scroto per la presenza di una plica cutanea che si estende dall'asta del pene alla regione scrotale.
È la presumibile causa della rara variante atipica della fimosi, nella quale l'orifizio del prepuzio è collocato sulla faccia anteriore del pene e il glande è coperto da una cupola di prepuzio. Se associato alla fimosi richiede necessariamente la correzione chirurgica.

È caratterizzato da esiti cicatriziali che inglobano l'estremità del pene ed è l'esito di traumi o di una pregressa circoncisione. Richiede necessariamente la correzione chirurgica, con l'asportazione degli esiti cicatriziali che impediscono la fuoriuscita dell'asta del pene.

La caratteristica del micropene sono le piccole dimensioni: la lunghezza risulta essere minore rispetto ai limiti inferiori della norma rispetto alla media, per età e per epoca di sviluppo sessuale.

La diagnosi viene fatta abitualmente alla nascita, con l'esame obiettivo dei genitali esterni viene misurata la lunghezza del pene e vengono valutati il calibro e la consistenza dei corpi cavernosi.
Il micropene, nella maggioranza dei casi è dovuto ad una ridotta secrezione di testosterone, che si verifica, per cause il più delle volte sconosciute, nel secondo e terzo trimestre di vita intrauterina.

Un micropene vero, isolato o associato ad altre anomalie, come il criptorchidismo, è quindi una spia importante che segnala un’anomalia ormonale che si realizza già nel corso della gestazione e impone controlli successivi nel soggetto che ne è portatore sia per la gestione di un’adeguata terapia (a base di testosterone) sia per verificare futuri disturbi di sviluppo al momento della pubertà, quando gli stessi meccanismi, che non si sono attivati per il corretto sviluppo del pene, dovrebbero attivarsi per l’inizio della fase di maturazione.

Inoltre, si può associare ad anomalie cromosomiche (S. Klinefelter, polisomia del cromosoma X, traslocazioni dei cromosomi 8,13,18 o a una disgenesia testicolare).

L'approccio al vero micropene deve necessariamente prevedere un percorso diagnostico assistenziale multidisciplinare, che coinvolge un team dedicato, costituito da specifiche figure professionali come quella del neonatologo, del genetista, dell'endocrinologo, del radiologo, dello psicologo e del chirurgo andrologo pediatra.

La dismorfopenofobia è quella condizione in cui, l'eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea, porta a percepire il proprio pene come difforme dagli standard di riferimento.
L'aspetto estetico diventa motivo di ansia e di insicurezza soprattutto in epoca pre-puberale, con atteggiamenti che devono essere percepiti precocemente, tra questi la “sindrome da spogliatoio” dove, nei momenti relazionali con i coetanei, come ad esempio nell'attività sportiva, si preferisce fare la doccia con il costume.

La terapia chirurgica, necessaria nei casi di fallimento della terapia medica e come prevenzione di un sempre maggiore disagio psicologico manifestato dal paziente, permette oggi, un'ottima risoluzione estetica, sovrapponibile a quella di un pene circonciso, con riscontri psicologici positivi al follow-up.


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  • A cura di: Lorna Spagnol
    Unità Operativa di Chirurgia Andrologica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 09  Maggio 2022 


 
 

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