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Polmonite da Mycoplasma pneumoniae

L'infezione si verifica più frequentemente durante l'estate e l'inizio dell'autunno, ma può svilupparsi tutto l'anno 

Il Mycoplasma pneumoniae è un batterio che causa frequentemente nell'uomo infezioni del tratto respiratorio, in particolare durante l’infanzia.

È un germe privo di parete cellulare, il che lo differenzia da altri batteri patogeni. Le sue proteine di adesione hanno una particolare affinità per l'epitelio del tratto respiratorio, per questo è causa di polmonite.

Dopo l'infezione acuta, persiste una lunga fase di presenza asintomatica (per settimane o mesi) che permette la trasmissione da persona a persona attraverso un contatto ravvicinato, di goccioline respiratorie infette. Il periodo di incubazione dopo l'esposizione è di circa 23 giorni; la diffusione nelle famiglie si avvicina al 90% mentre l'immunità è di breve durata.

L'infezione da M. pneumoniae si verifica più frequentemente durante l'estate e l'inizio dell'autunno, ma può svilupparsi tutto l'anno. Si riscontra in bambini di tutte le età, con una frequenza crescente fino ai 6 anni.

Il M. pneumoniae è una causa comune di polmonite acquisita in comunità (CAP), e la sua importanza relativa aumenta durante l'età scolare, fino a diventare del 23% nei bambini di età compresa tra 10 e 17 anni. La concomitanza di altri patogeni è frequente nei bambini con infezione da M. pneumoniae, con una presenza di co-patogeni virali fino a circa il 30% dei casi, più frequentemente nei bambini di età inferiore ai due-cinque anni.

La presenza di co-patogeni può spiegare alcune manifestazioni cliniche attribuite al M. pneumoniae nei bambini piccoli, e spesso ne determina la gravità.

Portatore asintomatico: Il trasporto del microrganismo da parte di un soggetto asintomatico è comune, e svolge un ruolo nella trasmissione del Micoplasma. Inoltre, dopo un'infezione sintomatica, la persistenza dell’infezione asintomatica può essere di settimane o mesi, anche in pazienti che hanno ricevuto una terapia antimicrobica.

Il M. pneumoniae causa un ampio spettro di malattie, anche se molte infezioni sono asintomatiche. Le manifestazioni cliniche dell'infezione sintomatica sono prevalentemente a carico del tratto respiratorio (le più comuni) e raramente extrapolmonari. Sebbene le infezioni da M. pneumoniae siano generalmente lievi e autolimitanti, i pazienti di tutte le età possono sviluppare forme di polmonite.

La polmonite è la manifestazione clinica più comune nei bambini in età scolare; l'esordio è graduale e di solito è preannunciato da cefalea, malessere e febbre di basso grado; la tosse è solitamente secca e può persistere per settimane o mesi; spesso i bambini presentano affaticamento, a volte difficoltà a respirare (dispnea) e mal di gola, rinorrea, lieve eritema della faringe posteriore, dolore all'orecchio, tensione sinusale, arrossamento della membrana timpanica e adenopatia. L’auscultazione del polmone risulta anormale nel 75% dei casi, con rantoli e diminuzione del murmure respiratorio.

La polmonite può essere grave, con un versamento pleurico e, in 1/10 dei casi, può richiedere una terapia intensiva. L'empiema è una rara complicanza della polmonite da M. pneumoniae.
I reperti radiografici sono variabili, non specifici e difficili da valutare, includendo consolidamenti, infiltrato lobare singolo o multilobare, unilaterale o bilaterale, versamento pleurico e adenopaita ilare.
Gli esami di laboratorio generalmente sono poco alterati.

Le manifestazioni extrapolmonari sono generalmente correlate a una risposta immuno-mediata dell'ospite e consistono in manifestazioni emolitiche (anemia emolitica autoimmune), rash eritematoso maculo vescicolare, o bolloso, meningoencefalite acuta disseminata (ADEM), atassia cerebellare, mielite trasversa ecc. Ciò suggerisce che gli anticorpi prodotti contro gli antigeni glicolipidici di M. pneumoniae possano cross-reagire come autoanticorpi con i globuli rossi e le cellule cerebrali umane.

La conferma della presenza di M. pneumoniae richiede la rilevazione di questo microrganismo in concomitanza con una sindrome clinica compatibile. Nei pazienti ambulatoriali con polmonite di comunità, di solito non si eseguono test di laboratorio, perché il trattamento empirico ha quasi sempre successo indipendentemente dal fatto che includa o meno un'attività contro il M. pneumoniae.

Quando il test è necessario, si deve utilizzare una reazione a catena della polimerasi (PCR), da eseguire su un campione respiratorio (un tampone nasofaringeo o della gola), esame piuttosto rapido che ha un'elevata sensibilità e specificità.

I risultati di laboratorio devono essere interpretati con cautela, perché potrebbero non distinguere tra la malattia da M. pneumoniae e la colonizzazione asintomatica o le manifestazioni cliniche di un patogeno virale concomitante.

Un trattamento iniziale empirico contro il M. Peumoniae viene iniziato in base al sospetto clinico. Nei casi in cui l’infezione è confermata, viene effettuata una terapia specifica, che deve basarsi su antibiotici che non abbiano un’azione sulla parete batterica (assente nei micoplasmi): cioè macrolidi, tetracicline o fluorochinoloni, molti dei quali non sono somministrabili in età pediatrica (preferiti azitromicina, claritromicina e doxiciclina).

Tuttavia una resistenza del Micoplasma ai macrolidi è stata purtroppo riscontrata in tutti i continenti, a volte con percentuali molto alte.

Non esiste un vaccino specifico per il M. Pneumoniae, ma essendo un microrganismo che si diffonde per via aerea, vanno considerate tutte le precauzioni che si attivano in questi casi.

È importante quindi sottolineare l’importanza del lavaggio delle mani, di tossire o starnutire nella piega del gomito, di indossare la mascherina quando si presentano segni di infezione respiratoria e di farla indossare ai soggetti più fragili.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
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Ultimo Aggiornamento: 24  Novembre 2023 


 
 

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