Il retinoblastoma è un tumore maligno primitivo della retina diagnosticato nella quasi totalità dei casi in età pediatrica prevalentemente nei primi 24 mesi di vita, con un'incidenza di un caso ogni 20.00 nascite pari a circa 25 nuove diagnosi l'anni in Italia. È il tumore maligno intraoculare più frequente in età pediatrica.
Nel 60% dei casi, il retinoblastoma colpisce un solo occhio, nel 40% dei casi entrambi gli occhi. In quest'ultimo caso l'età di insorgenza è più precoce, generalmente nei primi 12 mesi di vita.
Nell'85% dei casi la malattia è sporadica, mentre nel 15% dei casi viene trasmessa dal genitore al figlio. Il gene responsabile del retinoblastoma si chiama Rb1. Nella maggior parte delle forme unilaterali, il bambino non è portatore della mutazione Rb1.
Invece in tutti i casi in cui la malattia è bilaterale, il bambino è portatore della mutazione, ma non sempre la mutazione è stata trasmessa dal genitore. Esistono infatti delle mutazioni dette "de novo", presenti nel bambino ma assenti nel genitore.
Nei Paesi sviluppati, in cui la diagnosi e la cura di questa malattia sono tempestive, oltre il 95% dei bambini guarisce dal retinoblastoma.
Inoltre, grazie alla disponibilità di un'ampia gamma di tecniche di trattamento focale oculare e diverse metodiche di somministrazione della chemioterapia, una percentuale di occhio variabile dal 30% al 60% viene preservata.
Alla diagnosi, raramente il tumore è in uno stadio avanzato, con interessamento extra-oculare. In questo caso la probabilità di guarigione si riduce drasticamente e il bambino viene avviato a un percorso terapeutico più intensivo.
I sintomi del retinoblastoma dipendono dallo stadio del tumore al momento della diagnosi. Sia nelle forme unilaterali sia bilaterali, un tumore di piccole dimensioni generalmente è asintomatico, eccetto nei casi in cui è localizzato a livello della macula (area della retina deputata alla visione centrale-fine): in questo caso il bambino può presentare strabismo fisso sin dai primi mesi di vita. Lo strabismo dei primi mesi di vita nella maggior parte dei casi è fisiologico, ma merita sempre una valutazione oculistica ed è fondamentale un esame del fondo oculare.
Il sintomo di presentazione più frequente è la leucocoria o riflesso bianco della pupilla, detto anche "occhio di gatto amaurotico", presente nel 50-70% dei pazienti con retinoblastoma. Questo sintomo è il riflesso del tumore nella pupilla e indica uno stadio locale avanzato di malattia. L'identificazione di questo sintomo, spesso evidente sulle fotografie dei bambini fatte con il flash, deve sempre spingere a richiedere una valutazione oculistica urgente.
Purtroppo però, se il tumore è localizzato nella periferia retinica o dietro l’iride, il riflesso del rosso del fondo oculare risulta nella norma.
Gli obiettivi principali nel trattamento del retinoblastoma sono in primis quello di salvare la vita del bambino, successivamente quello di preservare il globo oculare, se possibile con il massimo di capacità visiva residua.
Fino agli anni '90 i trattamenti principali di questa malattia consistevano nell'enucleazione del globo oculare per la maggior parte delle forme monolaterali e nell'utilizzo della radioterapia esterna come trattamento conservativo nelle forme bilaterali, al fine di preservare almeno uno dei due occhi.
La radioterapia esterna, di per sé, ha come conseguenze importanti inestetismi, ma soprattutto il rischio di sviluppo di secondi tumori a livello del campo d'irradiazione, più frequente nei pazienti che presentano la mutazione del gene Rb1.
La cura del retinoblastoma prevede un sinergismo tra Oculisti ed Oncologi.
Nel nostro Ospedale si applica il Protocollo AIEOP RTB, che prevede, in rapporto alla stadiazione del tumore e sulla mono-bilateralità, l'utilizzo combinato di trattamenti chemioterapici e focali. La chemioterapia viene somministrata per via intrarteriosa, per via sistemica o attraverso iniezioni intravitreali (eseguite dall'Oculista).
I trattamenti focali oculistici possono essere: termoterapia mediante laser e crioterapia principalmente.
Il retinoblastoma, se localizzato in alcune aree della retina è sensibli alla terapia radiante localizzata (brachiterapia) che noi applichiamo in casi particolari e se possibile. Grazie all'applicazione del nuovo protocollo, la percentuale di successo di preservazione oculare è aumentata, limitando a circa il 30-40% le enucleazioni, che rappresentano comunque un trattamento terapeutico.
È stato possibile conseguire questi risultati grazie all'utilizzo di mezzi diagnostici di elevata tecnologia e di massima precisione, come la Retcam, oggi sostituita da altri Retinografi (Panocam e Optos), ecografia, OCTe RMN di ultima generazione.
Il piano terapeutico del retinoblastoma è codificato da un protocollo nazionale frutto della collaborazione tra oncologi dell'Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica e un team di oculisti esperti in materia, di cui fanno parte i medici dell'Unità Operativa di Oculistica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Nel giugno 2020, l’Agenzia del Farmaco Italiana (AIFA), ha autorizzato l’impiego della chemioterapia per via intrarteriosa, come terapia di prima linea in alcune stadiazioni del tumore, rendendo, di fatto, l’Ospedale Bambino Gesù il Centro clinico più completo nella cura del retinoblastoma.
Il trattamento consiste nell'associazione di cicli di chemioterapia a trattamenti oculari focali con laser e/o crioterapia. La scelta del trattamento è dettata dall'estensione intra-oculare del tumore, dal volume e dalla localizzazione retinica delle singole masse tumorali.
Di recente introduzione nel piano di cura del retinoblastoma, al fine di aumentare la probabilità di preservazione del globo oculare, è l'utilizzo della chemioterapia locale, direttamente iniettata all'interno del globo oculare.
Esistono due vie di somministrazione:
- Iniezione diretta all'interno del corpo vitreo: chemioterapia intravitreale;
- Iniezione diretta all'interno dell'arteria oftalmica: chemioterapia intra-arteriolare.
Queste modalità di somministrazione della chemioterapia, direttamente all'interno delle strutture del globo oculare, consentono di aumentare le possibilità di conservare l'occhio, riducendo inoltre gli effetti collaterali sistemici.
Il team multidisciplinare dell'Ospedale Bambino Gesù utilizza già da qualche anno queste due nuove tecniche, con un'ottima percentuale di successo.
Grazie a un sistema computerizzato di acquisizione di immagini ad altissima definizione, è possibile elaborare le immagini potendo ricavare le informazioni sulle dimensioni della massa tumorale, sulla sua localizzazione, ma soprattutto documentare gli effetti e l’efficacia delle terapie praticate.
Lo strumento diagnostico in questione – il retinografo – non è invasivo e non utilizza mezzi di contrasto; esso consiste nell'utilizzo di una lente che viene messa a contatto con la cornea, per eseguire, attraverso il forame pupillare, una fotografia delle strutture oculari. L'esame richiede un grado molto elevato di collaborazione, pertanto nei piccoli pazienti affetti da retinoblastoma viene generalmente eseguito in narcosi.
L'elaborazione delle immagini mette a disposizione dello specialista un mezzo "universale" di valutazione e soprattutto di confronto e consulto con altri colleghi. Le immagini possono essere mostrate anche ai genitori che possono conoscere visivamente la malattia da cui è affetto il proprio bambino e apprezzare la risposta alle terapie e dunque l'efficacia dei trattamenti somministrati.
Attualmente l’Ospedale è fornito di due retinografi, che rappresentano l’evoluzione della prima RetCam 120, migliorandone le prestazioni e l’impiego:
- Panocam utilizzata in sala operatoria;
- Optos Daytona utilizzata in ambulatorio di Oncologia Oculare, dove si fanno i controlli ai pazienti.
L'immagine in tempo reale su schermo ad alta risoluzione assicura una documentazione di alta qualità in soli due minuti. L'archiviazione delle immagini digitali su cd elimina i costi di sviluppo della pellicola e assicura un facile recupero delle informazioni sul paziente. Il modem incorporato permette la trasmissione delle immagini ad altri Centri specializzati per l'interpretazione diagnostica e per il confronto.
Inoltre, non meno importante, gli apparecchi vengono usati anche nelle retinopatie degli immaturi e in qualsiasi patologia della retina dell'occhio, permettendo quindi una precoce e accurata diagnosi.
Retinoblastoma: Codice RB0020
Esenzione rinnovabile dopo 5 anni.
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