La tosse è un riflesso protettivo che serve a ripulire le vie aeree dalle secrezioni o da materiale inalato involontariamente. Con un colpo di tosse, si crea all'interno dei polmoni una forte pressione che viene sfogata verso l'esterno.
Le vie aeree vengono così ripulite dal muco, da particelle estranee, irritanti (polveri) e da microbi, come batteri e virus, che possono provocare malattie.
La tosse è quindi una funzione normale del nostro corpo e ha prevalentemente uno scopo di difesa. Il riflesso della tosse non è normalmente controllato dalla nostra volontà, tuttavia, i bambini più grandi sono in grado di provocarlo volontariamente.
Nei neonati invece è un riflesso quasi assente, perché non ancora ben maturato e pertanto, quando la tosse è presente, bisogna considerarla un segno da non sottovalutare ed è opportuno far visitare il neonato dal pediatra.
Ci sono molti tipi di tosse, con diverse caratteristiche: stizzosa, grassa, canina e altri, a seconda della causa che la provoca. Per distinguere le cause che la determinano, essa viene abitualmente distinta in acuta o cronica.
La tosse acuta, nella grande maggioranza dei casi, si risolve entro tre settimane dall'inizio. È causata il più delle volte da infezioni virali che colpiscono le alte vie respiratorie e non c'è una terapia specifica in grado di curarla.
Va sottolineato che spesso, nel periodo scolastico, i pediatri visitano bambini i cui genitori riferiscono che la tosse dura da mesi. Di regola non si tratta di forme croniche gravi bensì di episodi acuti che si ripetono: i bambini che vanno a scuola sono continuamente esposti a microbi portati dai compagni.
La tosse, insieme alla febbre, è tra i sintomi principali di COVID-19, la malattia causata dal nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 (Sindrome Respiratoria Acuta Grave - Coronavirus 2).
Se i vostri bambini iniziano ad avere sintomi respiratori che possono far sospettare l'infezione da nuovo coronavirus (febbre, tosse, ostruzione nasale) è bene telefonare al proprio pediatra e seguire le sue istruzioni.
Una tosse acuta ma di durata relativamente lunga può essere causata dal batterio della pertosse.
La malattia inizia con una tosse catarrale che dura una-due settimane. A questa segue una fase parossistica o convulsiva con accessi sempre più violenti di tosse che si concludono di regola con un tipico "urlo inspiratorio", una inspirazione veloce, profonda e rumorosa. La fase parossistica può durare anche più di 4-6 settimane.
Nel lattante la tosse della pertosse può essere meno caratteristica e gli accessi sono di regola seguiti da vomito piuttosto che da "urlo inspiratorio". Purtroppo questa malattia che può essere prevenuta con la vaccinazione è di nuovo frequente e può causare complicanze gravi, soprattutto nei lattanti.
La tosse cronica può durare senza interruzione più di otto settimane. In questo caso devono essere verificate le cause della tosse, in quanto questa può essere determinata da malattie specifiche come:
- Reflusso gastroesofageo;
- Rinosinusite;
- Asma bronchiale (non diagnosticata e quindi non curata o curata male);
- Altre malattie più rare ma gravi come la fibrosi cistica, i deficit immunitari, la discinesia ciliare.
Anche la tosse abitudinale o tosse psicogena si inserisce tra le cause di tosse cronica. Questa tosse somatica può essere stizzosa oppure "abbaiante" con un suono molto caratteristico che spesso somiglia a quello di un clacson.
Non evolve mai nella fase catarrale, resta “secca”. Altra caratteristica esclusiva è la sua scomparsa nel sonno e quando il bambino è impegnato o distratto. Gli accertamenti clinici e strumentali e le terapie comuni per la tosse non sortiscono alcun effetto.
La valutazione del Pediatra permette di diagnosticare la tosse come psicogena, e tranquillizzare la famiglia poiché il sintomo scomparirà nell’arco di alcune settimane. Solo raramente, in qualche caso particolarmente resistente, può rendersi necessario il ricorso allo psicologo o allo psichiatra infantile.
In generale, alcuni accessi di tosse durante l'intera giornata, che non disturbano la vita quotidiana del bambino e che scompaiono dopo 3-4 giorni sono indicativi di una tosse del tutto benigna e non è necessario portare il bambino dal pediatra.
Quando la tosse invece persiste per molti giorni o è presente durante tutta la giornata e la notte, tanto da ostacolare le normali attività quotidiane, o si accompagna a difficoltà respiratoria o a febbre, allora bisogna far visitare il bambino dal pediatra.
Nel caso di febbre, soprattutto se superiore a 39°C, dopo 2 giorni è bene far visitare il bambino poiché potrebbe esserci un'infezione che, se batterica, richiede la terapia con antibiotici.
Tuttavia ricordiamo che fino ai 4-5 anni la maggioranza delle infezioni sono virali e quindi non richiedono la terapia antibiotica.
Inalazione di un corpo estraneo
Ricordiamo anche un tipo molto particolare di tosse, ovvero la tosse che compare improvvisamente quando un bambino, in pieno benessere, mentre sta giocando o mangiando, all'improvviso inizia a tossire molto vigorosamente, a volte portandosi le mani al collo.
In questo caso, potrebbe essere capitato un evento molto pericoloso: l'inalazione di un corpo estraneo, di un piccolo giocattolo o di un pezzettino di cibo. La prima cosa da sapere è che il bambino non va toccato, ma incoraggiato a tossire ancora più vigorosamente, poiché il riflesso della tosse sta proprio cercando di espellere il corpo estraneo. Occorre avvisare subito il sistema di emergenza, chiamando il 112.
Ricordiamo che se il bambino tossisce, piange o urla per la paura, significa che dell'aria sta passando attraverso le sue vie aeree e quindi non va in alcun modo toccato o mosso.
Se invece il bambino non tossisce più, smette di piangere e non urla più, l'ostruzione potrebbe essere diventata completa, il volto può diventare scuro e, se non si interviene, il bambino perde conoscenza.
A questo punto è necessario intervenire con apposite manovre di disostruzione. Per impararle sono disponibili corsi presso diverse strutture, dedicati specificamente al personale non sanitario.
La terapia cambia in base alla causa che ha scatenato la tosse. Nella maggior parte dei casi la tosse è causata da virus – come nel caso di COVID-19, rinovirus e influenza – quindi gli antibiotici sono del tutto inutili: diventano necessari solo se il medico sospetta un'infezione o una sovra-infezione batterica.
Non disponendo di cure specifiche, le forme di tosse acuta traggono beneficio dai lavaggi nasali con soluzione salina (fisiologica o ipertonica se sono presenti secrezioni mucose). Il raffreddore comporta uno scolo di muco dal naso in gola che genera il riflesso della tosse.
La rimozione del muco tramite lavaggi nasali è quindi un metodo efficace per ridurre la tosse. Inoltre, l'assunzione di liquidi caldi (appropriati all'età del bambino) può favorire lo scioglimento e quindi l'eliminazione del catarro.
A partire dal secondo anno di vita, per aiutare a calmare la tosse si può somministrare del miele al bambino. Il miele viene considerato un rimedio efficace per il suo potere lenitivo e viene raccomandato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Nei bambini di età inferiore a un anno il miele è però sconsigliato per il rischio di botulismo.
Ricorrere all'aerosol nel tentativo di curare la tosse nel bambino è del tutto inutile, a meno che non si tratti di tosse causata da broncospasmo, come succede nell'asma e nelle bronchiti asmatiche.
Le linee guida raccomandano di tranquillizzare i genitori sulla benignità degli episodi che a volte portano a stanchezza e preoccupazioni eccessive. Il contatto con il pediatra curante è fondamentale per affrontare al meglio il problema e per selezionare i pochi casi da inviare ai centri specialistici.
Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù.