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Vaccini: perché sono sicuri

Entro pochi minuti dalla vaccinazione, possono verificarsi reazioni gravi in un caso su oltre un milione di iniezioni. In tale caso vengono rapidamente neutralizzate nell'ambulatorio vaccinale 

Siamo tutti grati ai farmaci che ci curano dalle malattie, che leniscono il nostro dolore e che ci salvano la vita. In caso di bisogno, siamo disposti ad assumere a occhi chiusi tutti i farmaci che ci vengono prescritti, senza alcuna esitazione, perché stiamo male, siamo spaventati, e vogliamo guarire. Anche se sappiamo bene che in alcuni casi i farmaci possono farci guarire ma provocare anche problemi, i cosiddetti "effetti indesiderati".

Per i vaccini è molto diverso: sono farmaci anche loro, ma ci vengono proposti quando stiamo bene, o ancor peggio, vengono somministrati in gran numero ai nostri bambini, a cominciare da quando sono piccolissimi, indifesi e soprattutto (questo è il problema vero) quando stanno bene! Il disagio come genitori è comprensibile, soprattutto se si aggiunge che l'iniezione a volte fa un po' male, e i bambini piangono. E malgrado le spiegazioni del pediatra, un piccolo dubbio resta: ma almeno, siamo certi che i vaccini siano sicuri?

Noi vogliamo dissipare questo dubbio, legittimo e importantissimo, spiegando perché oggi possiamo affermare con certezza che sì, i vaccini sono molto sicuri, addirittura più sicuri di quasi tutti i farmaci più comuni, tanto che (quasi) tutti possono essere vaccinati, anche bambini o adulti con malattie complesse e gravi. 

Le malattie infettive sono ancora tra noi, sono in realtà tante e molto pericolose, e i vaccini rappresentano una grande risorsa della scienza e un regalo di protezione e salute che noi abbiamo il dovere di fare al nostro bambino. Basti pensare che nel ‘900 la mortalità infantile – e la disabilità – erano decine di volte più alte e molti tra i più piccoli non sopravvivevano proprio a causa delle malattie che oggi vengono prevenute dai vaccini: morbillo, meningite, poliomielite, polmonite, difterite etc.

Chi ha potuto ascoltare la storia della propria famiglia – magari dai nonni o dai bisnonni – sa che nella prima metà del secolo scorso le famiglie avevano molti più figli: spesso 6, 8, 10 figli. Ma sa anche che due o tre almeno morivano nei primi anni di vita, quasi tutti di malattie infettive.

La morte di un bambino era anche allora motivo di grande dolore. Ma veniva accettata come un fatto naturale, una disgrazia inevitabile.
Oggi la morte di un bambino è una disgrazia inconcepibile. I numeri lo dimostrano: a quei tempi, su 1000 nati morivano all'incirca 300-350 bambini. Oggi ne muoiono 2.

Recentemente, la lotta alla pandemia da nuovo coronavirus SARS CoV-2 ha dimostrato chiaramente come i vaccini siano l’unica arma valida e sicura per proteggerci.

Come qualunque farmaco, i vaccini possono dare alcuni effetti indesiderati dopo la somministrazione. Alcune reazioni, quali gonfiore, dolore e/o arrossamento nel punto di iniezione, febbre, irritabilità, nervosismo e perdita dell'appetito sono relativamente comuni, ben tollerate, e si risolvono rapidamente senza alcun esito.

Le reazioni allergiche gravi sono molto rare (nell'ordine di un caso ogni milione di dosi) e si manifestano in genere entro un breve lasso di tempo. È questo il motivo per cui, dopo la vaccinazione, viene richiesto di aspettare circa 20-30 minuti nell'ambulatorio dove il vaccino è stato somministrato, per consentire una eventuale terapia tempestiva nei rarissimi casi in cui fosse necessaria.

Il personale addetto ai servizi di vaccinazione è opportunamente formato e periodicamente aggiornato per la gestione delle emergenze legate alla pratica vaccinale e in tutti gli ambulatori vaccinali sono disponibili gli strumenti e i farmaci necessari per il trattamento immediato delle eventuali reazioni avverse, anche gravi.

L'anafilassi è l'unica grave reazione avversa, è un evento raro (un caso ogni milioni di dosi) ed è per fortuna raramente mortale (0,6-5% di tutti i casi verificatisi in ambiente non protetto). È certamente un evento stressante per il paziente e per i genitori ma per fortuna, se si verifica in un ambiente protetto – come la sala d'attesa di un ambulatorio vaccinale – viene rapidamente bloccato con i farmaci opportuni.

Per capire la rarità del fenomeno, basti pensare che la probabilità di essere colpiti da un fulmine nell'arco della vita è circa 100 volte più alta! L'episodio di anafilassi da vaccino si verifica rapidamente (di solito dopo alcuni minuti, raramente ore dalla somministrazione) e può coinvolgere più organi e apparati.

Nella sua forma più comune, i primi segni e sintomi sono cutanei (pomfi diffusi, prurito, arrossamento, gonfiore, ecc) e respiratori (difficoltà a respirare, abbassamento dei livelli di ossigeno nel sangue). Nei casi più gravi si manifesta una riduzione della pressione del sangue, pallore, perdita di coscienza, shock. Più è rapido l'esordio, più la reazione è grave e necessita di un rapido trattamento.

Dopo tanto tempo e centinaia di milioni di dosi somministrate, oggi sappiamo con certezza che i vaccini sono tra i farmaci più sicuri che esistono: viene infatti eseguita una costante attività di sorveglianza dei possibili effetti collaterali, sia prima dell'immissione in commercio, che dopo l'entrata in uso. Quest'ultimo accorgimento permette una sorveglianza su larga scala e consente quindi di rilevare anche gli eventi più rari che sulle casistiche iniziali più piccole potevano non essere stati osservati.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara*, Elisabetta Pandolfi**
    *Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
    **Area di Ricerca Malattie Multifattoriali e Malattie Complesse
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 05  Luglio 2022 


 
 

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