
La scarlattina è una malattia esantematica contagiosa, causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA), un batterio che vive nel naso e nella gola e che produce una tossina detta tossina pirogenica o eritrogenica la quale entra in circolo causando l'esantema e gli altri sintomi della malattia.
La trasmissione avviene per via aerea tramite le goccioline di saliva (tosse, starnuti ecc.) da un bambino malato o portatore del germe che è di regola a carico del faringe (faringite streptococcica), molto più raramente della cute (impetigine).
Colpisce soprattutto i bambini di età compresa tra 3 e 12 anni, è rara nel lattante e nell’adulto. Il picco di incidenza si verifica nel tardo autunno-inverno e in primavera.
A seguito di un periodo di calo dell’infezione registrato durante la pandemia di Covid-19, i casi di scarlattina in Italia sono in aumento. Poiché esistono diversi ceppi di Streptococco beta-emolitico di gruppo A, ci si può ammalare di scarlattina più volte.
Il periodo d'incubazione della scarlattina è breve (2-5 giorni). La comparsa è improvvisa con febbre alta spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito, mal di testa, mal di gola, tonsille ipertrofiche.
Dopo poche ore, compare il tipico esantema della scarlattina, caratterizzato dal colore rosso scarlatto, i puntini lievemente in rilievo e le chiazze rosse molto vicine tra loro che al tatto scompaiono, lasciando l’impronta “della mano gialla”. L'esantema si manifesta inizialmente nella zona dell'inguine e delle ascelle per diffondersi poi rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.
Al volto, l'arrossamento delle guance contrasta con il relativo pallore del naso e della zona intorno alla bocca: questa distribuzione dell’esantema conferisce al volto un caratteristico aspetto noto come “maschera scarlattinosa” (o Maschera di Filatow). Dopo 24-48 ore la lingua assume l'aspetto della "lingua a lampone": fortemente arrossata con papille gonfie.
L'esantema dura 3-4 giorni, poi impallidisce, la febbre scompare e subentra una desquamazione della pelle a lamelle, soprattutto ai palmi delle mani e dei piedi, che dura fino a 10-20 giorni.
In alcuni casi l’infezione streptococcica può provocare infezioni invasive da Streptococco gruppo A (iGAS) con diffusione del germe in organi normalmente sterili e la comparsa di quadri clinici gravi con batteriemia, polmonite, infezione dei tessuti molli e delle ossa (cellulite, osteomielite, fascite necrotizzante), sindrome da shock tossico streptococcico; in alcuni casi si possono manifestare complicanze immunologiche tardive come la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva.
La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica. Gli esami di laboratorio dimostrano, come in tutte le infezioni batteriche, un aumento degli indici di flogosi (VES, PCR) e dei leucociti neutrofili.
Altri batteri come stafilococchi e Yersinia enterocolitica, alcuni antibiotici e un gran numero di infezioni virali (mononucleosi, infezioni da Adenovirus, Enterovirus e Cytomegalovirus) possono dare talvolta manifestazioni cliniche simili a quelle della scarlattina.
La diagnosi di scarlattina viene confermata dal ritrovamento del germe - lo SBEGA - nel tampone faringeo e dall'aumento degli anticorpi diretti contro lo streptococco (tipicamente il titolo antistreptolisinico o TAS).
La cura della scarlattina – essenziale anche per prevenire le possibili complicanze gravi - va seguita per 10 giorni e consiste nella somministrazione di amoxicillina per bocca.
La terapia antibiotica azzera già dopo 24-48 ore il grado di contagiosità e pertanto il bambino può tornare già a scuola. Attualmente non esiste un vaccino specifico. Tuttavia si può ridurre il contagio attraverso il lavaggio frequente e accurato delle mani, soprattutto dopo aver tossito o starnutito.
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