
La cisti del funicolo, cosi come l'ernia inguinale e l'idrocele, si forma per la mancata chiusura spontanea del dotto peritoneo-vaginale, un canale di comunicazione tra la cavità addominale (dove durante la gravidanza si forma il testicolo) e lo scroto (dove si fissa il testicolo stesso prima della nascita).
Verso il settimo mese di gravidanza, una volta che il testicolo è arrivato nello scroto, il dotto peritoneo-vaginale dovrebbe iniziare a chiudersi (il processo di chiusura si completa entro il primo mese di vita).

- In ambedue i sessi, se il dotto è totalmente aperto, la comparsa di ernia inguinale congenita;
- Nel maschio, una parziale chiusura del dotto nella sua parte alta, tale da consentire soltanto il passaggio del liquido peritoneale, determina la comparsa di un idrocele comunicante;
- Sempre nel maschio, se il dotto è chiuso alle due estremità e pervio nella zona centrale, ripiena di liquido, si parla di cisti del funicolo.
In assenza di ernia, la pervietà del canale viene considerata fisiologica fino ai 18 mesi di vita. Superato questo limite temporale viene posta la indicazione al trattamento chirurgico, in quanto la pervietà del dotto, sia esso manifesto come idrocele sia come cisti del funicolo, rappresenta una possibile predisposizione allo sviluppo di un'ernia inguinale che può divenire una urgenza chirurgica.

Il bambino si presenta in buone condizioni generali, con una piccola tumefazione rotondeggiante, tesa ma non dolente, localizzata nella parte alta dello scroto o nel canale inguinale, che non ha alcun rapporto con il testicolo.
Spesso sono bambini che da piccoli avevano una storia di idrocele considerato fisiologico per l'epoca neonatale.
È fondamentalmente una diagnosi clinica e non ecografica, basata sulla storia riferita dai genitori (fondamentale è quindi l'attendibilità) e sulla visita con ispezione di entrambe le regioni inguinali.
Va distinta dall'ernia strozzata, da cui si differenzia per l'assenza del dolore e per le caratteristiche della tumefazione.
Nei casi estremamente dubbi, potrebbe essere di ausilio l'ecografia.
Il trattamento è chirurgico elettivo in regime di Day Surgery, con dimissione, salvo controindicazioni, circa 3 ore dopo la procedura. L'anestesia loco-regionale associata ad una sedazione profonda consente una migliore gestione del dolore post-operatorio.
L'incisione trasversale, di 2-3 cm di lunghezza, viene fatta al di sopra e lateralmente al tubercolo pubico con isolamento del dotto, sua legatura, resezione e asportazione della cisti.
La ripresa post-operatoria è molto rapida, con pronta ripresa delle attività quotidiane. Viene solo consigliata una astensione dall'attività sportiva per almeno 2 settimane dopo l’intervento.
Per quanto sia perfettamente standardizzata, la procedura proposta non sfugge alla regola generale secondo la quale non esiste atto medico e chirurgico senza rischi.
Le complicanze più comuni sono rappresentate da:
- Ematoma scrotale (raccolta di sangue nello scroto) che si risolve spontaneamente (2%);
- Lesione dei vasi deferenti (1%);
- Atrofia testicolare: estremamente rara nel corso di un intervento di routine per ernia, si associa più frequentemente a incarceramento erniario (1%).
Essendo una patologia congenita non esiste una prevenzione vera e propria.
Pertanto il consiglio, davanti a una tumefazione della regione inguinale notata dal genitore stesso o dal pediatra curante durante una visita periodica, è quello di rivolgersi allo specialista chirurgo pediatra che dopo una attenta visita formulerà la diagnosi con l'indicazione all’intervento chirurgico in elezione, vale a dire programmabile (generalmente in regime di Day Surgery).
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