>

Comunicazione e linguaggio dei bambini imparare a relazionarsi con gli altri

Come i bambini imparano a comunicare con il linguaggio e perché talvolta ammutoliscono. Il bilinguismo non è un problema  

Possiamo pensare la comunicazione come un ponte che riempie la distanza tra noi e gli altri.

Il bambino inizia a sviluppare la comunicazione fin da piccolo, fin da quando poco alla volta inizia a percepire che lui e i genitori sono due cose diverse.

Nel primo anno e mezzo di vita, prima di parlare di linguaggio, è importante porre attenzione alla capacità del bambino di comunicare e di mettersi in relazione con mamma, papà e con gli altri.

Prima che il piccolo inizi a dire le prime parole, segnali importanti della capacità di comunicare sono:

  • Guardare negli occhi;
  • Sorridere verso l’altro;
  • I cosiddetti “gesti deittici”, cioè mostrare, indicare, dare, accompagnati dallo sguardo che si sposta tra l’oggetto e la persona;
  • I gesti “referenziali”: cioè i gesti che simboleggiano un concetto, come battere le mani per dire “bravo”, aprire e chiudere la mano per dire “ciao”, scuotere la testa per dire “no”;

Queste capacità indicano che il bambino sta sviluppando una buona spinta a voler comunicare (la cosiddetta “intenzionalità comunicativa”) e che presto sarà in grado di utilizzare il linguaggio delle parole.

Se il bambino ha difficoltà a comunicare oltre l’anno e mezzo di vita è utile confrontarsi con il pediatra e con uno psicologo.

A partire da un anno, inizia a svilupparsi il linguaggio, che è la forma più evoluta di comunicazione. I bambini iniziano a comprendere sempre più parole e a pronunciarne alcune.

Tra i 18 e i 24 mesi il vocabolario aumenta rapidamente, ma ci possono essere ancora molte differenze tra bambino e bambino.
A 2 anni il bambino generalmente ha un’ottima comprensione del linguaggio.

Riesce a capire le richieste dei genitori come “vai in bagno”, “prendi la palla grande”, “dove è papà?” senza bisogno di accompagnare la frase con gesti e riesce a esprimere bene i suoi bisogni anche non usando le parole.

Se questo non avviene, o se il genitore ha l’impressione che il bambino non senta, sia distratto e non interessato alla relazione e alla comunicazione, è bene confrontarsi con il pediatra e con uno psicologo.

Tra i 2 e i 3 anni il linguaggio si sviluppa molto rapidamente e a partire dai 3 anni diventa uno strumento molto importante nelle relazioni sociali del bambino. È frequente osservare momenti di rabbia e frustrazione quando il bambino non riesce a esprimersi bene.

È importante accogliere questi momenti e valutare insieme al pediatra se è opportuno sostenere il bambino con un percorso di logopedia, di sostegno allo sviluppo del linguaggio.

Dai 3 ai 6 anni è importante tenere sotto controllo l’evolversi del linguaggio ponendo attenzione alla correttezza dei suoni e a un’adeguata costruzione della frase.

In questo periodo, sono frequenti momenti transitori di balbuzie che di norma si risolvono spontaneamente. In questi casi, è bene che il genitore non stressi il bambino, non lo anticipi, ma rispetti i suoi tempi con dolcezza e serenità.

Se i periodi di balbuzie si prolungano o sono associati ad altri segnali di stress (come disturbi del sonno, nervosismo etc.) è bene confrontarsi con il pediatra e con uno psicologo.

Tra i 3 e i 6 anni, spesso in concomitanza con l’inserimento nella scuola dell’infanzia, i bambini possono non riuscire a parlare in situazioni in cui ci si aspetta che parlino (come a scuola), mentre riescono a parlare in situazioni in cui si sentono più a loro agio (come a casa).

In questi casi si parla di mutismo selettivo, che viene classificato come “disturbo d'ansia. Il mutismo selettivo interferisce con la comunicazione sociale e i risultati scolastici.

A scuola, i bambini con mutismo selettivo si mostrano solitamente immobili e senza alcuna espressione sul volto. Alcuni evitano anche il contatto fisico e visivo.

Questi bambini sono molto abili a usare il linguaggio non verbale: indicano, fanno cenni con la testa, scrivono o rimangono impassibili finché l’interlocutore non indovina la risposta.

È importante ed essenziale differenziare la timidezza dal mutismo selettivo - spesso vengono confusi - per possibili trattamenti e cure.
La timidezza è un tratto della personalità e non va certo curato.

Il bambino timido, quando è necessario, è in grado di parlare, anche in minima parte, in ambienti pubblici, mentre il bambino con mutismo spesso non è in grado di farlo. Se il bambino soffre di mutismo selettivo è bene confrontarsi con il pediatra e con uno psicologo.

Nel primo anno di vita il bambino bilingue si sintonizza con la musicalità, il ritmo e l’emozione che passano attraverso il linguaggio. È fondamentale dunque che ciascun genitore utilizzi la propria lingua madre per parlare con il bambino.

Contrariamente a quanto si riteneva un tempo, imparare due lingue non è un problema, semmai un’opportunità!

Lo sviluppo linguistico dei bambini bilingue può essere differente sotto vari aspetti da quello dei bambini che parlano una lingua sola. È fortemente influenzato da fattori ambientali quali, ad esempio, l’esposizione a una lingua rispetto all’altra o la qualità della lingua parlata dai genitori.

Per tutti questi motivi, al fine di individuare l’eventuale presenza di un disturbo specifico del linguaggio, il bambino bilingue dovrebbe, essere valutato per entrambe le lingue parlate. Nei bambini esposti a due lingue può verificarsi un lieve ritardo di linguaggio che si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi.

 

Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù.


  • A cura di: Silvia Amendola, Francesca Bevilacqua
    Unità operativa di Psicologia Clinica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 06  Settembre 2023 


 
 

COME POSSIAMO AIUTARTI?

 

CENTRALINO

  (+39) 06 6859 1

PRENOTAZIONI (CUP)

 (+39) 06 6818 1
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
Sabato, 8.00 - 12.45

PRENOTAZIONI ONLINE


URP

Informazioni, segnalazioni e reclami  (+39) 06 6859 4888
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
  urp@opbg.net


UFFICIO STAMPA

 (+39) 06 6859 2612   ufficiostampa@opbg.net

REDAZIONE ONLINE

  redazione@opbg.net

DONAZIONI

  (+39) 06 6859 2946   info.fond@opbg.net

LAVORA CON NOI

  lavoraconnoi@opbg.net

VIGILANZA

  (+39) 06 6859 2460
Tutti i giorni, 24 ore su 24

  vigilanza@opbg.net