Tra le tante varianti del virus SARS CoV-2 (identificate dopo la prima descrizione dell’infezione da coronavirus che causa la malattia Covid-19), la variante Delta, apparsa in India alla fine del 2020, presenta caratteristiche particolari. Questo ceppo della SARS-CoV-2 in poco tempo è diventato predominante in gran parte del mondo.
Sembra che ora i ricercatori abbiano capito perché la Delta abbia avuto così tanta capacità di diffondersi in tutto il mondo: le persone infettate con questa variante producono molto più virus di quelle infettate con la versione originale di SARS-CoV-2, e ciò la rende molto più contagiosa.
Secondo alcuni studi la variante Delta potrebbe essere trasmissibile due volte di più del ceppo originale di SARS-CoV-2. Infatti studiosi cinesi hanno potuto documentare che in alcune persone esposte al Coronavirus Delta e seguite giorno per giorno, la "carica virale" - una misura della quantità di particelle virali nel corpo – cresceva molto più rapidamente dopo l’esposizione.
Questi soggetti mostravano il virus fin dal quarto giorno dopo il contagio, quindi molto prima dei 6 giorni in media del coronavirus originario, suggerendo che Delta si replica molto più velocemente. Infatti gli individui infetti avevano cariche virali fino a 1.260 volte superiori a quelle delle persone infettate con il ceppo originale.
La combinazione di un alto numero di virus e di un breve periodo di incubazione viene ritenuta la causa della elevata trasmissibilità di Delta, che dai dati del Regno Unito è risultata essere oltre il 60% più trasmissibile della precedente variante inglese Alfa (cosiddetta B.1.1.7) identificata in quel Paese nel 2020.
L'enorme quantità di virus nel tratto respiratorio significa che le occasioni di super diffusione – gli eventi sociali in cui si affolla un gran numero di persone - possono infettare ancora più persone, e che le persone potrebbero iniziare a diffondere il virus anche presto, subito dopo essere state infettate. La più breve incubazione, inoltre, rende il rintracciamento dei contatti ancora più difficile.
Restano ancora aperti diversi quesiti. Non è ancora chiaro, per esempio, se è più probabile che causi forme gravi di malattia rispetto al ceppo originale. Inoltre non è noto quanto sia in grado di eludere il sistema immunitario.
Al momento sembra che, sebbene la vaccinazione non riesca sempre a evitare l’infezione, mantenga la capacità di prevenire le forme gravi di Covid-19.
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