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Rigurgito aortico e insufficienza aortica

Deriva da una malformazione congenita o da malattie come quella reumatica. Può causare disturbi, in genere lievi o moderati. Talvolta è necessario il ricorso alla cardiochirurgia 

Il rigurgito aortico è una condizione anomala in cui la valvola aortica del cuore (una delle quattro valvole cardiache) non funziona correttamente, consentendo al sangue ossigenato di refluire dall'aorta al ventricolo sinistro.
Tale reflusso o "insufficienza" è causato da una malformazione della valvola aortica che non è più in grado di chiudersi correttamente. 

Rigurgito aortico e insufficienza aortica

Le cause che provocano il malfunzionamento della valvola aortica possono essere di due tipi:

  • Congenite: quando la malformazione, presente sin dalla nascita, può associarsi a sindromi congenite più complesse (es: sindrome di Marfan) oppure presentarsi in modo isolato (es: valvola aortica bicuspide);
  • Acquisite: quando il malfunzionamento della valvola si sviluppa nel corso della vita; ciò, per esempio, può essere causato dal normale "invecchiamento" dei tessuti o può associarsi ad altre malattie (es: malattie autoimmuni) o essere causata da infezioni batteriche (es. malattia reumatica).

I bambini affetti da sindromi congenite come la sindrome di Marfan o la sindrome di Ehlers-Danlos oppure portatori di valvola aortica bicuspide sono soggetti a un più rapido deterioramento dei tessuti valvolari e quindi possono essere più a rischio di sviluppare insufficienza della valvola aortica.
Per i pazienti invece che nascono con una valvola aortica normale possono essere fattori di rischio tutte le condizioni di malattia che possono causare un'infiammazione o un'infezione della valvola aortica (endocardite) e quindi danneggiarla:

  • Malattie immuno-mediate (es: artrite idiopatica giovanile);
  • Infezioni batteriche (es: malattia reumatica);
  • Cattiva igiene orale e conseguente infiammazione dei tessuti di sostegno dei denti (parodontopatie);
  • Tatuaggi e piercing praticati in ambiente non sterile.

I sintomi di un'insufficienza valvolare aortica dipendono dalla gravità del rigurgito. In altre parole, più il rigurgito di sangue è voluminoso, più il paziente avvertirà il disturbo cardiaco.
Sono stati riconosciuti tre gradi di gravità:

  • Insufficienza aortica lieve: i sintomi sono spesso assenti;
  • Insufficienza aortica moderata: i sintomi come vertigini, palpitazioni o dolore al petto, si possono manifestare durante sforzi fisici;
  • Insufficienza aortica grave: vertigini, palpitazioni o dolore al petto possono manifestarsi anche a riposo e a questi si possono aggiungere anche sensazione di "fiato corto" e stanchezza. In questa circostanza la principale complicanza è lo scompenso cardiaco, ossia una grave compromissione delle funzioni del cuore.

La diagnosi di insufficienza aortica si può fare durante una semplice visita pediatrica mediante l'utilizzo dello stetoscopio che permette di rilevare i "soffi cardiaci" e, nel caso del rigurgito aortico, il soffio tipico che ne deriva può essere auscultato anche nelle forme lievi.
La diagnosi può venire da una visita cardiologica più approfondita, utilizzando l'elettrocardiogramma (ECG) o l'ecocardiogramma:

  • L'ECG nel caso di insufficienza aortica può fornire numerose informazioni utili alla diagnosi;
  • L'ecocardiogramma è in grado di visualizzare la valvola aortica e le sue anomalie;
  • L'ecodoppler permette di misurare l'entità del rigurgito e di valutare la gravità dell'insufficienza aortica.

Tali esami sono tutti non invasivi e consentono, oltre alla diagnosi, di valutare nel tempo l'evoluzione del rigurgito aortico.

La terapia del rigurgito aortico dipende dalla gravità. Per le forme lievi non è previsto alcun trattamento se non il controllo ambulatoriale periodico.
Nelle forme moderate va invece impostata una terapia farmacologica (diuretici, ACE-inibitori) che permette di moderare i sintomi o di mantenerli stabili.
Nelle forme più gravi, oltre ai farmaci, è necessario l'intervento cardiochirurgico per prevenire il deterioramento della funzione cardiaca.

 

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  • A cura di: Veronica Lisignoli
    Unità Operativa di Cardiologia
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 22 aprile 2021


 
 

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