Il termine artrite idiopatica giovanile (AIG) poliarticolare, dal latino poli= molto, numeroso, indica la forma di artrite idiopatica giovanile caratterizzata dal coinvolgimento di 5 o più articolazioni già nei primi sei mesi dalla comparsa dei primi sintomi della malattia.
Alcune caratteristiche sono sovrapponibili alla forma di artrite idiopatica giovanile oligoarticolare, quali:
- Comparsa dei sintomi prima dei 6 anni di età;
- Frequenza maggiore nel sesso femminile;
- La frequenza relativamente alta, più della metà dei casi, di positività degli anticorpi antinucleo (ANA);
- Frequente (circa 30%) coinvolgimento infiammatorio dell'occhio, anch'esso cronico, che non dà sintomi nelle fasi iniziali: l'uveite anteriore o iridociclite cronica.
Più frequentemente che in altre forme, nell'artrite idiopatica giovanile poliarticolare possono essere interessate le piccole articolazioni delle mani e dei piedi, il tratto cervicale, in corrispondenza del collo, della colonna vertebrale (rachide cervicale) e le articolazioni coxofemorali che collegano il femore all'osso dell'anca.
Raramente può essere riscontrata una positività per il fattore reumatoide (FR, o Reuma-Test). In questi casi l'evoluzione dell'artrite tende a essere più aggressiva e invalidante, con aspetti sovrapponibili all'artrite reumatoide, malattia dell'età adulta.
La comparsa dei sintomi di artrite idiopatica giovanile poliarticolare è abitualmente lenta con progressivo gonfiore (tumefazione) di diverse articolazioni che inizialmente provoca scarso dolore. Nel tempo si associano difficoltà nei movimenti:
- Il sonno può essere disturbato dalla difficoltà di muoversi nel letto per limitazioni articolari e/o contratture;
- Il risveglio e i primi movimenti possono essere impacciati;
- Può diventare difficoltoso camminare, impugnare gli oggetti (penna, maniglie, libri) o aprire un barattolo o una bottiglietta, ruotare il capo per guardarsi dietro alle spalle o guardare verso l'alto, giocare.
Spesso le difficoltà si sciolgono con il movimento e migliorano nell'arco della giornata.
È sempre opportuno far visitare il/la bimbo/a dal proprio pediatra per un'accurata raccolta di informazioni su quel che ha preceduto la comparsa dei sintomi e per una visita generale completa.
Infatti, alcune forme di artrite in età pediatrica si associano o compaiono dopo un evento infettivo anche di scarsa entità e regrediscono in pochi giorni o settimane.
Queste forme, che sono transitorie, guariscono in pochi giorni o settimane, non rientrano nell'artrite idiopatica giovanile e vengono indicate con il termine di artriti para- o post-infettive.
In presenza di sintomi che durano più a lungo, anche già dopo 3-4 settimane, è utile il riferimento a un reumatologo pediatra, anche se gli iniziali accertamenti elencati qui sotto possono essere prescritti dal pediatra curante.
Alcuni esami del sangue sono utili quando compaiono i sintomi:
- Emocromo;
- VES e PCR (indici di infiammazione del sangue);
- Funzione epatica e renale;
- Esame delle urine.
Lo screening per la tubercolosi (intradermoreazione alla tubercolina secondo Mantoux, oppure il test di linfostimolazione, viene sempre effettuato nell'ambito dello screening infettivologico che precede l'inizio delle terapie con farmaci biologici ed è consigliabile, peraltro, nella fase iniziale di diagnosi.
Una volta fatta la diagnosi, durante il controllo del bambino con artrite idiopatica giovanile, alcuni esami del sangue andranno eseguiti periodicamente per tenere sotto controllo i possibili effetti collaterali delle terapie in atto.
Tra gli esami che consentono di caratterizzare meglio l'artrite idiopatica giovanile, quando il sospetto diagnostico è molto forte, sono gli anticorpi antinucleo (ANA), il fattore reumatoide (FR), gli anticorpi anti-citrullinato (CCP o ACPA).
È utile una ecografia articolare eseguita da medici esperti dell'apparato muscolo-scheletrico del bambino che permette di evidenziare un ispessimento infiammatorio del tessuto che riveste le articolazioni (sinovia) e la presenza di un versamento articolare, vale a dire una raccolta di liquido all'interno dell'articolazione.
La risonanza magnetica (RM) articolare è di enorme utilità per la valutazione di alcune articolazioni, quali le temporo-mandibolari, la colonna vertebrale e in particolare il tratto cervicale, le articolazioni coxo-femorali e le articolazioni sacroiliache.
Queste sono le articolazioni più frequentemente coinvolte nell'artrite idiopatica giovanile poliarticolare rispetto ad altri tipi di artrite idiopatica giovanile.
È importante sottolineare che la risonanza magnetica articolare deve essere eseguita esperti dell'apparato muscoloscheletrico pediatrico e che si effettua pressoché sempre la somministrazione del mezzo di contrasto, senza il quale l'esame risulta incompleto e non sufficientemente informativo.
Infine, l'esame della camera anteriore dell'occhio con lampada a fessura potrà rivelare la presenza di una concomitante infiammazione della parte dell'occhio chiamata uvea; dovrà essere ripetuto ogni 3-4 mesi nei/nelle bimbi/e con artrite idiopatica giovanile e ANA positivi, mentre sarà sufficiente un controllo con lampada a fessura ogni 6-12 mesi in quelli con ANA negativi.
Per il controllo immediato dei sintomi possono essere utilizzati:
- Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) per bocca, come ad esempio l'Ibuprofene per ridurre la rigidità articolare e la zoppia;
- Iniezioni intrarticolari di glucocorticoidi a lento rilascio, in anestesia locale o in sedazione in base al tipo e numero di articolazioni da infiltrare, all'età e alla collaborazione del/della bambino/a;
- Glucocorticoidi per via generale (per bocca o con iniezioni), in base alla zona colpita e all'estensione del coinvolgimento articolare, avendo cura di limitare quanto più possibile gli inevitabili effetti collaterali causati da questo tipo di terapia.
Per il controllo di fondo della malattia si utilizzano:
- Methotrexate o, come seconda scelta, altri farmaci cosiddetti DMARDs (Disease Modifying Anti-Rheumatic Drugs);
- Farmaci biologici, che agiscono in maniera specifica un mediatore sull'infiammazione (per esempio: Etanercept, Tocilizumab, Adalimumab, Abatacept), per i casi in cui i DMARDs non diano una risposta adeguata o nel caso la malattia coinvolga articolazioni che danno sintomi che durano più a lungo, come tipicamente l'articolazione temporo-mandibolare e le articolazioni della colonna vertebrale. Questo tipo di terapia è ancor più importante quando non sia possibile effettuare iniezioni intrarticolari di glucocorticoidi (ad esempio: articolazioni temporo-mandibolari ancora in fase di crescita).
In tutti i casi è molto importante mantenere la funzionalità articolare, praticando regolarmente attività fisica e/o fisioterapia mirata. Inoltre, un'adeguata alimentazione e il rispetto del ritmo sonno/veglia consentono all'organismo di mantenere un adeguato equilibrio fisico e psicologico necessari per contrastare l'artrite e le sue conseguenze.
Per il coinvolgimento dell'occhio deve essere seguita una terapia specifica concordata con lo specialista. Nell'uveite cronica il trattamento si basa sull'impiego di farmaci cortisonici locali e di farmaci cicloplegici-midriatici che dilatano la pupilla e prevengono la formazione di aderenze.
Per la concomitanza di altre malattie la terapia deve essere concordata fra i medici specialisti come il gastroenterologo in caso di associazione con una malattia infiammatoria cronica intestinale e il dermatologo in caso di psoriasi.
Il coinvolgimento iniziale di molte articolazioni che contraddistingue l'artrite idiopatica giovanile poliarticolare può costituire un iniziale fattore prognostico negativo rispetto a forme più limitate di artrite giovanile all'esordio.
Alcuni bambini con artrite idiopatica giovanile poliarticolare guariscono; molti continuano a presentare ancora riacutizzazioni dell'artrite anche una volta raggiunta l'adolescenza e l'età giovane adulta.
Una tempestiva diagnosi e l'inizio immediato di un trattamento con raggiungimento di una rapida remissione dell'artrite, ovvero la scomparsa dei sintomi, aumentano molto le probabilità di un buon controllo complessivo della malattia nel tempo, con una buona qualità di vita e senza danni permanenti.
A tale scopo sono fondamentali la regolarità nei controlli, seguire la terapia proposta, la disponibilità a condividere le proprie domande e difficoltà con gli specialisti di Reumatologia Pediatrica.
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