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Sangue nelle feci

Spesso genera grande preoccupazione nei genitori. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi si tratta di una manifestazione benigna e di semplice risoluzione 

La presenza di sangue nelle feci si può osservare a qualsiasi età e spesso genera grande preoccupazione nei genitori.
Fortunatamente, nella maggior parte dei casi si tratta di una manifestazione benigna e di semplice risoluzione.
Tuttavia è necessario sempre riferire il sintomo al proprio medico per escludere problematiche che richiedano un approfondimento diagnostico e/o una gestione terapeutica tempestiva.

Innanzitutto, occorre sapere che il sangue nelle feci può manifestarsi in vari modi. Il colore rosso vivo indica tendenzialmente il sangue proveniente dalla parte finale dell’intestino (colon e retto) oppure da un suo tratto intermedio (intestino tenue); in termini medici si definisce “rettorragia” o “enterorragia”.

La colorazione nera, invece, è indice di sangue digerito, ovvero proveniente dalle prime vie digestive (esofago, stomaco, duodeno) oppure deglutito dalla bocca o dalle prime respiratorie (naso, faringe, laringe); in questo caso si parla di “melena”. Infine, è possibile che il sangue sia presente nelle feci in piccole quantità, tali da non cambiarne la colorazione; si può individuare solo mediante analisi delle feci e si definisce “sangue occulto”.

Bisogna considerare che alcuni farmaci e/o alimenti possono cambiare il colore delle feci, simulando la presenza sangue. Ad esempio la barbabietola, prodotti contenenti coloranti rossi e alcuni antibiotici possono simulare l’enterorragia.

Le cause di rettorragia/enterorragia variano in base all’età.
Nei neonati e nel primo anno di vita è possibile che si tratti di sangue materno, assunto attraverso l’allattamento; in questo caso la presenza di ragadi del capezzolo materno possono suggerire la diagnosi.

Un’altra causa relativamente frequente, in pazienti in buone condizioni generali, è la cosiddetta colite allergica da proteine del latte vaccino, che risponde alla dieta di eliminazione.

Cause più rare includono l’enterocolite necrotizzante (tipica dei prematuri), malformazioni intestinali quali malrotazione con volvolo o duplicazione intestinale, disturbi della coagulazione o malformazioni vascolari, che richiedono valutazione specialistica.

Nei primi anni di vita è frequente che il sangue derivi da ragadi anali secondarie a stipsi; l’esame clinico è diagnostico e la terapia con rammollenti fecali è abitualmente risolutiva.

Se il sanguinamento è abbondante, con o senza dolore addominale e malessere generale, è necessario escludere l’invaginazione intestinale, ovvero il ripiegamento all'interno di tratto dell'intestino, che può risolversi spontaneamente oppure richiedere un intervento chirurgico.

In età scolare e in adolescenza resta sempre frequente il sanguinamento da ragadi anali, più raramente da emorroidi, entrambe legate a stipsi cronica.
La duplicazione intestinale, il diverticolo di Meckel o le anomalie vascolari sono possibili cause malformative che si manifestano a questa età, e richiedono esami radiologico e/o endoscopici e trattamento chirurgico.

Il sanguinamento accompagnato da diarrea e febbre può essere secondario a enteriti infettive, caratterizzate da andamento acuto, possibile riscontro laboratoristico di germi nelle feci e risoluzione spontanea o con terapia antibiotica.

Se la sintomatologia persiste a lungo, soprattutto in associazione a dolori addominali, perdita di peso, malessere generale, è ragionevole ipotizzare l’esordio di una malattia infiammatoria cronica intestinale, con necessità di esame endoscopico per la conferma diagnostica.

Altra problematica che richiede l’endoscopia digestiva a scopo diagnostico e terapeutico e la presenza di uno o più polipi intestinali benigni. 

In generale, se un neonato, lattante, bambino o adolescente presenta rettorragia, è opportuno informare il proprio medico.
Se il quantitativo di sangue è esiguo, le condizioni generali sono buone, il paziente si comporta come d’abitudine e non manifesta malessere, è possibile considerare una visita ambulatoriale completa di ispezione anale per stabilire il successivo programma.

Se, al contrario, la quantità di sangue è abbondante o il paziente presenta condizioni generali scadute o sintomi d’allarme quali debolezza, perdita di coscienza, dolore addominale intenso o altro, occorre una vista urgente in regime di pronto soccorso per gli accertamenti e le cure del caso.

Informare tuttavia sempre il proprio medico per eventuali, altre, possibili e meno frequenti diagnosi.


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  • A cura di: Giulia Angelino
    Unità Operativa di Endoscopia digestiva
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 23  Maggio 2022 


 
 

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