La schizofrenia colpisce circa l'1% della popolazione ed è caratterizzata da anomalie del pensiero e del comportamento che comportano una grave compromissione del funzionamento della persona in tutti gli ambiti di vita, casa, scuola e relazioni sociali, e in tutte le funzioni, cognitive ed emotivo-affettive.
Diversi studi dimostrano che la schizofrenia compare precocemente: circa un terzo dei pazienti adulti con schizofrenia riferiscono che i loro sintomi sono iniziati prima dei 18 anni. In particolare, se i sintomi si manifestano tra i 13 e i 17 anni, possiamo parlare di schizofrenia precoce (EOS – Early Onset Schizophrenia) mentre se si manifestano prima dei 13 anni possiamo parlare di schizofrenia molto precoce (VEOS – Very Early Onset Schizophrenia).
In alcuni recenti studi la schizofrenia è stata considerata un disturbo del neurosviluppo con inizio nella vita prenatale o perinatale, pertanto la comparsa della sintomatologia psicotica rappresenterebbe, non più la fase iniziale della malattia, bensì la fase avanzata.
Le cause esatte della schizofrenia sono ancora sconosciute. È verosimile che sia in gioco una combinazione di fattori genetici, psicologici e ambientali.
La schizofrenia riconosce alcuni fattori di rischio nelle diverse fasi dello sviluppo:
- Una familiarità di primo grado, ovvero genitori o fratelli con la stessa malattia;
- L'assunzione di sostanze in gravidanza, in particolare di cannabinoidi, sostanze che agiscono sul cervello;
- Un'avanzata età paterna al momento del concepimento;
- Una nascita gravemente pretermine e, ancor di più, un basso peso alla nascita;
- L'esposizione a traumi ripetuti nell'infanzia;
- Un basso Quoziente Intellettivo (QI), o livello di intelligenza;
- L'uso eccessivo di cannabinoidi e di altre sostanze di abuso in adolescenza.
La schizofrenia può manifestarsi in adolescenza con una progressiva chiusura nei confronti delle attività sociali e con sintomi come una marcata sospettosità, la disorganizzazione del pensiero e del parlare, con contenuti insoliti che possono trasformarsi in veri e propri deliri, cioè idee personali fortemente sostenute e non modificabili anche alla luce di prove che dimostrano il contrario.
Si presentano anche:
- Allucinazioni, esperienze simili a percezioni che si verificano senza la reale;
- Presenza di stimoli esterni, ovvero esperienze non reali;
- Disorganizzazione del comportamento, con difficoltà nello svolgere le attività quotidiane e con la comparsa di comportamenti inusuali;
- Rapide variazioni dell'umore con presenza di estrema rabbia e irritabilità;
- Diminuzione delle espressioni emotive, detto appiattimento affettivo;
- Marcate difficoltà di concentrazione e significativa riduzione del rendimento scolastico;
- Marcati deficit della memoria a breve termine e, in generale, della capacità di svolgere alcune funzioni, anche semplici;
- Disturbi del sonno;
- Alterazione dell'appetito;
- Alterazioni della percezione, cioè del prendere coscienza della realtà;
- Solitudine, ritiro dalla società e dalla scuola.
La diagnosi di schizofrenia si basa sull'osservazione dei sintomi per mezzo di una valutazione specialistica neuropsichiatrica e psicologica.
A questa valutazione devono far seguito esami di laboratorio e strumentali, al fine di escludere la presenza di altre malattie in grado di causare gli stessi sintomi della schizofrenia come neoplasie cerebrali e encefaliti.
Si possono rendere necessari accertamenti come:
- Esami del sangue;
- Test genetici;
- Risonanza magnetica nucleare dell'encefalo;
- Altri accertamenti al fine di valutare la presenza di possibili altre malattie e/o fattori che possono causare la malattia.
L’intervento principale prevede l’uso di farmaci antipsicotici ai quali, appena possibile, bisogna affiancare la psicoterapia individuale di tipo cognitivo-comportamentale, con lo scopo di migliorare la visione della realtà, vale a dire la capacità di stabilire se un pensiero o una percezione rappresentano bene la realtà.
A partire dagli ultimi anni si sono diffusi anche gli interventi mirati alla cognizione sociale (elaborazione delle emozioni, percezione sociale, teoria della mente e stili attribuzionali), con l’obiettivo di ottenere un miglioramento del funzionamento sociale.
Altrettanto importante nel trattamento della schizofrenia è il parent-training, l’educazione dei genitori, per fornire ai genitori strategie utili alla gestione dei sintomi del figlio.
Una corretta prevenzione si può ottenere intervenendo sui fattori di rischio. In particolare, la schizofrenia si manifesta più frequentemente nei ragazzi che hanno familiari di primo grado con malattie psichiatriche.
Questo dato ci suggerisce di attuare dei percorsi di prevenzione negli adolescenti con familiari colpiti dalla malattia, in modo da tenere sotto controllo l'eventuale inizio dei sintomi e di trattarli immediatamente.
Disturbi del Neurosviluppo, quali il Disturbo dello Spettro Autistico e la Disabilità Intellettiva possono costituire le basi per la manifestazione di quelle che vengono definite “psicosi d’innesto”.
Ma la schizofrenia si può presentare anche come conseguenza di un altro disturbo psicopatologico, come la Fobia Sociale, i Disturbi Dell'Umore o il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. L'aggravarsi di uno di questi disturbi potrebbe portare in un primo tempo alla manifestazione di sintomi psicotici cosiddetti "sottosoglia", vale a dire a una situazione caratterizzata da sintomi psicotici come deliri e allucinazioni di breve durata o di bassa intensità associati a una forte compromissione del rapporto con la realtà, con ritiro sociale o scolastico/lavorativo.
Questi disturbi vengono diagnosticati come Stato Mentale a Rischio (UHR – Ultra High Risk) e successivamente possono trasformarsi in una vera e propria psicosi, alterata percezione e interpretazione della realtà.
Riconoscere da subito questi sintomi può ridurre il rischio di evoluzione verso un disturbo psicotico.
Pertanto sono necessari un controllo attento e cure iniziali efficaci di tutti quei disturbi che potrebbero compromettere il rapporto con la realtà dell'adolescente.
Il riconoscimento dei sintomi all’inizio della schizofrenia e dei fattori di rischio e il loro trattamento immediato riducono le possibilità del disturbo di rimanere nel tempo.
Ad oggi, purtroppo, il tempo che trascorre tra la prima manifestazione dei sintomi e la diagnosi è ancora molto elevato. È importante, pertanto, che pediatri e psicologi imparino a riconoscere i primi sintomi della schizofrenia in modo da mettere in pratica cure veloci ed efficaci.
In tal senso, è bene ricordare che il trattamento con i farmaci ha il doppio vantaggio di trattare la psicosi da un lato e, dall'altro, di prevenire eventuali future manifestazioni della malattia.
Per questo molti studi sottolineano l’importanza di continuare la terapia antipsicotica per un periodo di almeno 2 anni da quando si inizia.
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