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Vaccino antinfluenzale stagionale 2021-2022

Ogni adulto o bambino vaccinato ostacola la circolazione del virus. Vaccinarsi contro l'influenza è particolarmente importante in concomitanza della pandemia da COVID-19 

L'influenza è una malattia infettiva respiratoria acuta causata dai virus influenzali. I sintomi possono essere lievi o gravi.
I più comuni sono:

  • Febbre;
  • Faringodinia (mal di gola);
  • Rinorrea (naso che cola);
  • Mialgie e artralgie (dolori ai muscoli e alle articolazioni);
  • Cefalea;
  • Tosse e malessere generale.

Nei bambini ci può essere nausea e vomito, più rari nell'adulto.
Tipicamente i sintomi iniziano due giorni dopo l'esposizione al virus (periodo di incubazione) e generalmente durano circa una settimana.
La malattia può colpire anche le basse vie respiratorie (bronchi e polmoni); le complicanze comprendono:

  • La polmonite virale;
  • La polmonite batterica secondaria;
  • La tonsillite;
  • La sinusite o infezione dei seni paranasali;
  • Il peggioramento di problemi di salute preesistenti come l'asma o una cardiopatia.

Due sono i principali virus influenzali (ortomixovirus a RNA) che infettano l'uomo:

  • Il tipo A – definito dalle proteine (gli antigeni) presenti sulla superficie che sono l'emagglutinina (H1, H2 e H3) e la neuraminidasi (N1 e N2);
  • Il tipo B.

l virus si replicano nelle cellule delle prime vie respiratorie (gola), e vengono trasmessi per via aerea con la tosse o gli starnuti, attraverso le cosiddette goccioline di Flugge. Queste cadono a breve distanza dalla persona infetta ma il virus può essere trasmesso – oltre che per via diretta – anche toccando superfici contaminate dal virus e poi portandosi le mani al naso, bocca e occhi.
Il periodo di contagiosità inizia uno/due giorni prima della comparsa dei sintomi, e termina circa una settimana dopo. Bambini e persone immunodepresse possono essere contagiose per periodi più lunghi.
E necessario ricordare che la maggior parte delle infezioni da virus influenzale non provocano sintomi: spesso i bambini, apparentemente sani, possono trasmettere il virus a genitori e nonni.

Per prevenire la trasmissione è utile indossare una mascherina chirurgica, mentre il frequente lavaggio delle mani riduce il rischio di infezione poiché il virus è inattivato dal sapone.

L'infezione può essere confermata cercando il virus nelle secrezioni della gola, del naso e delle vie aeree più basse (bronchi e polmoni). Il test più accurato è la ricerca dell'RNA virale con PCR (Polymerase Chain Reaction) un test che viene fatto tramite un tampone nasofarigeo.

L'influenza ‘spagnola', fu la prima delle pandemie del XX secolo, dovuta al virus dell'influenza A/H1N1 che fra il 1918 e il 1920 riuscì a infettare circa 500 milioni di persone in tutto il mondo (¼ di tutta la popolazione mondiale), provocando il decesso di 50 milioni di persone. La mortalità totale le valse la definizione di più grave pandemia influenzale della storia dell'umanità.
Alcune ricerche suggeriscono che l'alta mortalità di questa pandemia fosse provocata da una variante insolitamente aggressiva del virus. Un gruppo di ricercatori, recuperando il virus dai corpi congelati delle vittime e infettando con questo virus animali di laboratorio, ha scoperto che è in grado di provocare rapidamente un'insufficienza respiratoria progressiva e la morte attraverso una "tempesta di citochine": una reazione eccessiva del sistema immunitario, molto simile alla sindrome iper-infiammatoria che si verifica nei casi gravi di infezione da COVID-19.
All'influenza fu dato il nome di "spagnola" poiché la sua esistenza fu riportata inizialmente solo da giornali spagnoli: la Spagna infatti non era coinvolta nella prima guerra mondiale e la sua stampa non era soggetta alla censura di guerra che nel resto dell'Europa cercava di nascondere la rapida diffusione dell'epidemia.

Uno studio del 2018 del Center for Disease Control statunitense (CDC) ha esaminato la percentuale della popolazione statunitense che si ammala di influenza: in media circa l'8% della popolazione statunitense si ammala ogni anno di influenza, con un oscillazione tra il 3% e l'11%, a seconda dell'anno. A questi dati vanno aggiunte le infezioni asintomatiche che sono circa il 3-10% in più.
In Italia ogni stagione influenzale si ammalano di sindrome simil-influenzale tra il 5 e il 20% delle persone che corrisponde a 3-12 milioni di individui. Nei bambini sotto i 4 anni, si ammala in media il 13% (5-19%) – cioè circa 350.000 bambini.
Questi bambini hanno molto spesso la febbre. Numerose - fino al 65-85 % degli infetti - sono le infezioni asintomatiche, forme di infezione da virus dell'influenza che non provocano alcun sintomo. Tutti gli infetti possono tuttavia trasmettere l’infezione ad altri.

Sì, può esserlo. Un aumento della mortalità accompagna tipicamente ogni anno l'epidemia di influenza. L'aumento della mortalità non è dovuto esclusivamente all'influenza e alla polmonite, ma anche dall'aggravamento, provocato dall'influenza, delle malattie croniche e cardiopolmonari.
In una revisione sistematica di circa 150 studi si è valutata la capacità dell'infezione influenzale da virus A/H1N1pdm09, responsabile della pandemia influenzale del 2009 di determinare gravi infezioni delle basse vie aeree nei bambini.
Nel 2018 a livello globale nei bambini di età inferiore ai 5 anni sono stati stimati:

  • Circa 10 milioni (da 6,8 a 15,1) di episodi di grave infezione delle basse vie respiratorie causati dal virus influenzale;
  • Circa un milione di ricoveri ospedalieri;
  • Circa 35.000 morti causate da infezioni delle basse vie respiratorie legate a virus influenzale (da 13.200 a 97.200).

I ceppi di virus influenzale cambiano ogni anno e quindi anche il vaccino contro l'influenza viene messo a punto ogni anno in base ai ceppi virali circolanti. 
Il vaccino contiene frammenti di un virus coltivato in cellule di animali e quindi inattivato (vaccini split o a subunità), in alcuni casi potenziato (adiuvato) da una sostanza oleosa che ne aumenta l'efficacia.

Dal 2020 è autorizzato anche un vaccino antinfluenzale composto da 4 virus vivi attenuati, due virus A e due virus B (LAIV); e viene somministrato con spray intranasale, disponibile per bambini tra 2 e 18 anni. I ceppi influenzali del vaccino sono attenuati in modo da non causare influenza e adattati in modo che si moltiplichino nella mucosa nasale piuttosto che nel tratto respiratorio inferiore. Nel corso delle campagne 2020-2021 e 2021-22 è stato somministrato prevalentemente ai bambini tra 2 e 6 anni, ma anche a bambini ed adolescenti dai 6 ai 18 anni

La composizione del vaccino viene stabilita ad ogni stagione influenzale, e viene determinata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che per la stagione 2021-2022 ha raccomandato l'utilizzo di un vaccino quadrivalente (diverso da quello dell'ultima stagione) composto dalle varianti antigeniche:

- A-H1N1 Brisbane/02/2018 Victoria (o Wisconsin) /2570/2019;
- A H3N2 Kansas/14/2017 Cambodia/e0826360/2020;
- B/Victoria Colorado/06/2017 Washington/02/2019;
- B/Yamagata Phuket/3073/2013.

Una sola dose di vaccino antinfluenzale sarà sufficiente per i pazienti di tutte le età già vaccinati per l'influenza in precedenza. Nei minori di 9 anni mai vaccinati l'indicazione è di somministrare due dosi a distanza di almeno quattro settimane.

L'antinfluenzale va inoculato per via intramuscolare nel muscolo deltoide (braccio) per tutti i pazienti di età superiore a due anni e nella parte anteriore o laterale della coscia per i più piccoli.

Le raccomandazioni internazionali evidenziano in particolare l'importanza della vaccinazione antinfluenzale per tutte le seguenti persone:

  • Bambini dai 6 mesi ai 6 anni di età;
  • Persone di 60 anni e più;
  • Persone con disturbi polmonari cronici (compresa l'asma), cardiovascolari (tranne l'ipertensione), renali, epatici, neurologici, ematologici o metabolici (compreso il diabete mellito);
  • Persone che sono immunosoppresse (inclusa l'immunosoppressione causata da farmaci o dal virus dell'immunodeficienza umana);
  • Donne che sono o saranno incinte durante la stagione influenzale;
  • Bambini dai 6 mesi ai 18 anni di età e che ricevono una terapia con aspirina a lungo termine;
  • Residenti di case di cura e altre strutture di assistenza cronica;
  • Persone che sono gravemente obese (l'indice di massa corporea di 40 o superiore);
  • Personale sanitario;
  • Familiari e chi si prende cura di bambini di età inferiore ai 5 anni – e in particolare minori di 6 mesi e di adulti di 50 anni o più;
  • Contatti domestici e assistenti di persone con condizioni mediche che aumentano il rischio di gravi complicazioni da influenza.

Il vaccino contro l'influenza non può essere somministrato al di sotto dei 6 mesi di età (e al di sotto dei 24 mesi per il LAIV). Come per gli altri vaccini, è controindicato in caso di allergia grave a una delle componenti del vaccino e non dovrebbe essere somministrato in caso di pregressa malattia di Guillain Barré, comparsa nei sei mesi dopo una precedente vaccinazione o in seguito a una infezione virale. La vaccinazione dovrebbe essere rimandata in caso di malattia acuta di media o grave entità e in caso di febbre medio-alta.
Per tutti i vaccini, eccetto quelli con virus vivo attenuato, non costituiscono invece controindicazioni:

  • La presenza di rinite (raffreddore o scolo del naso);
  • Le allergie agli alimenti compreso l'uovo;
  • Le condizioni di compromissione immunitaria e infezione da HIV gravidanza e allattamento.

Si somministra intramuscolo a partire dai 6 mesi di età. La dose (0,5 ml) è la stessa per tutte le età. Una dose è sufficiente a garantire la protezione, ma i bambini che ricevono per la prima volta la vaccinazione e che hanno meno di 9 anni devono ricevere 2 dosi.
I vaccini disponibili in Italia sono tutti inattivati. Il vaccino è di solito efficace contro tre o quattro tipi di influenza ed è usualmente ben tollerato.

Possono essere osservati sintomi lievi come reazioni nel sito di iniezione, talvolta febbre, dolori muscolari e malessere generale. La comparsa di reazioni allergiche gravi è veramente eccezionale.

L'efficacia del vaccino varia da stagione a stagione, perché ogni anno i virus influenzali che circolano sono diversi. Inoltre, dal momento in cui la formulazione del vaccino viene decisa fino alla distribuzione, i virus circolanti possono subire mutazioni che quindi non saranno contemplate dal vaccino disponibile.
Mediamente, nelle ultime stagioni, l'efficacia del vaccino contro uno dei virus contenuti nel vaccino A(H3N2) non è stata molto alta, soprattutto nelle persone di età superiore ai 75 anni. Per gli altri virus A/H1N1pdm09 e per i due virus B, invece, l'efficacia, se c'è una buona corrispondenza fra virus circolanti e quelli contenuti nel vaccino, supera il 70%.
Proprio perché non è efficacissima, soprattutto nei confronti del virus influenzale A/H3N2, la vaccinazione può proteggere un altissimo numero di persone soltanto se tutti o quasi tutti si vaccinano.
Infatti ogni adulto o bambino vaccinato con successo ostacola la circolazione del virus e quindi protegge, indirettamente, anche tutti i non vaccinati e quelli in cui la vaccinazione non ha avuto successo. La vaccinazione è comunque molto efficace nel prevenire i ricoveri ospedalieri legati all'influenza.

Tra le notizie false che recentemente sono state messe in giro negli USA c'è quella che il vaccino antinfluenzale aumenterebbe il rischio di infettarsi con il COVID-19. Una notizia, questa, priva di qualunque fondamento scientifico.

La stagione influenzale 2021-2022 come la precedente si annuncia particolarmente complessa per la possibile concomitanza della pandemia da COVID-19.
Tutte le raccomandazioni nazionali e internazionali indicano la necessità di effettuare la vaccinazione antinfluenzale a tutti coloro che vogliano farla, e in particolare ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni.
Infatti è importante per poter distinguere le due infezioni che hanno una sintomatologia molto simile, ma anche per ridurre l'afflusso in ospedale, negli studi medici dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta e per prevenire le sue complicanze.

I medici si augurano che, anche alla luce dell'esperienza vissuta con il COVID-19, si possa compiere un passo in avanti nella copertura vaccinale antinfluenzale. Per questo molti sforzi sono in corso per cercare di far partire la campagna per la vaccinazione antinfluenzale con qualche settimana di anticipo rispetto alle stagioni precedenti, per cercare di arrivare all'inizio dell'inverno con la maggior parte delle persone vaccinate contro l'influenza.
Comunque, il Ministero della Salute invita a offrire la vaccinazione ai soggetti in cui è raccomandata in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se in ritardo.
È infatti considerato particolarmente importante migliorarne l'adesione, che ha raggiunto in passato solo il 53% degli ultra-65enni e ha raggiunto soltanto il 20% dei pazienti con malattie croniche. Questi valori sono molto più bassi rispetto a quelli indicati come obiettivo minimo (75 %) e ancora più bassi rispetto all'obiettivo ottimale (95 %).
Da qui l'invito alle Regioni, chiamate «ad attivare, attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, azioni di offerta attiva di provata efficacia nei confronti delle persone idonee».
Un forte richiamo per «avvicinare» il maggior numero di italiani alla vaccinazione – utile per tutti e non solo per gli anziani e gli ammalati. Il Ministero, inoltre, ricorda l'importanza della vaccinazione per i bambini dai 6 mesi ai 6 anni di età. 
Nel documento c'è anche un richiamo alla vaccinazione delle donne in gravidanza, già offerta in maniera attiva e gratuita in tutte le Regioni, ma che viene ancora praticata da meno del 10% delle donne gravide. 
Un dato ancora più sconcertante se si pensa che l'influenza in gravidanza non causa soltanto interruzioni della gravidanza e problemi per il neonato ma mette in pericolo la vita della stessa donna gravida.

 

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  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell'Adolescente
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Ultimo Aggiornamento: 04  Marzo 2022 


 
 

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