Il 29 settembre del 1994 Nicholas Green, 7 anni, venne colpito alla testa da un colpo di pistola mentre era in vacanza in Italia con i suoi genitori, Reginald e Margaret, che decisero di donare i suoi organi quando, pochi giorni dopo, morì. Quel gesto contribuì ad accrescere la cultura della donazione di organi in Italia. Alla crescita della trapiantologia italiana degli ultimi 30 anni ha contribuito in maniera determinante la legge 91 del 1999 che ha strutturato tutta l’attività nazionale in questo settore a partire dalla creazione del Centro Nazionale Trapianti (CNT). In Italia negli ultimi 30 anni il tasso di donazione degli organi è quadruplicato, passando da 7,9 donatori per milione di abitanti nel 1994 a 28,2 nel 2023. All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù i trapianti di organi sono passati dai 6 del 1994 agli 82 del 2023. Sono alcuni dei dati presentati durante il convegno “Il dono della vita” organizzato dall’Ospedale della Santa Sede in occasione dei 30 anni dalla morte di Nicholas Green. «Nell’anno del centenario della donazione dell’Ospedale alla Santa Sede ci è sembrato doveroso celebrare il dono più importante e che è al centro della missione quotidiana di tutti i professionisti che lavorano al Bambino Gesù: quello della vita» ha commentato il presidente dell’Ospedale, Tiziano Onesti.
30 ANNI DI TRAPIANTI AL BAMBINO GESÙ E IN ITALIA
L’attività trapiantologica del Bambino Gesù è iniziata la notte tra il 10 e l’11 febbraio 1986 quando venne effettuato il primo trapianto di cuore pediatrico in Italia su un bimbo di 15 mesi. 7 anni dopo, il 13 settembre 1993, fu la volta del primo trapianto combinato cuore-rene; nel 1995 il primo trapianto di polmone seguito, nel 2008, dal primo di fegato. Nel 1994 furono eseguiti in Ospedale 6 trapianti di organi solidi (4 di cuore, 1 combinato cuore-polmone e 1 di rene), nel 2023 82 trapianti (43 di rene, 31 di fegato e 4 di cuore), 13 volte di più rispetto a 30 anni fa. Nel 2023 il Bambino Gesù ha realizzato circa il 42% di tutti i trapianti pediatrici di organi solidi nazionali (197). In totale, dal 1994 al 2023, al Bambino Gesù sono stati effettuati 1.231 trapianti d’organo.
«I risultati e la crescita dell’attività trapiantologica del Bambino Gesù sono dovuti a diversi fattori concomitanti – ha detto il direttore sanitario dell’Ospedale, Massimiliano Raponi – Il ringraziamento va innanzitutto alla generosità delle tante famiglie che, come Reginald e Margaret Green, decidono di donare gli organi. Poi ai tantissimi specialisti dell’Ospedale coinvolti nei programmi di trapianto di organi solidi, un team di esperti che conta su decine e decine di figure professionali. Infine non bisogna dimenticare il contributo dell’avanzamento tecnologico che ha migliorato la conservazione e quindi l’utilizzabilità degli organi donati».
Alla crescita della trapiantologia italiana degli ultimi 30 anni ha contribuito in maniera determinante la legge 91 del 1999 che ha formalizzato la Rete trapiantologica italiana, ha istituito il Centro Nazionale Trapianti (CNT) e ha sancito la possibilità per i cittadini italiani di esprimere in vita la propria volontà in merito alla donazione. Il tasso di donazione è passato da 7,9 per milione di abitanti del 1994 a 28,2 del 2023 (da 445 donatori a 1.667 donatori deceduti). I trapianti sono passati dai 1.498 del 1994 ai 4.466 del 2023.
«Dal 1994 a oggi si sono fatti molti passi in avanti, basti pensare che le donazioni di organi sono quadruplicate nel nostro Paese – ha spiegato il direttore del CNT, Giuseppe Feltrin - Questa crescita si deve all'indiscusso sviluppo di una cultura del dono, sostenuta anche dalle preziose testimonianze di tanti familiari di donatori- come i genitori di Nicholas. L'istituzione del Cnt e della Rete ha raccolto e valorizzato nel tempo lo spirito di solidarietà che si andava rafforzando nella società civile, collocando l'Italia ai primi posti in Europa per donazioni e trapianti e salvando la vita a migliaia di pazienti».
IL RICORDO DEI GENITORI DI NICHOLAS GREEN
A 30 anni di distanza da quel tragico 29 settembre, è possibile dire che la scelta dei genitori di Nicholas Green, Reginald e Margaret, di donare gli organi del figlio ha contribuito in maniera determinante a creare in Italia una forte cultura della donazione di organi. «Mentre eravamo in viaggio verso l’Italia in quell’ultima vacanza, facemmo un gioco con Nicholas in cui era un soldato dell’antica Roma che tornava a casa dopo molti anni alle frontiere: il Vallo di Adriano, le Alpi, la costa della Normandia, tutti luoghi dove lo avevamo portato – ha raccontato Reginald Green durante il convegno “Il dono della vita” - “Quando arriverai a Roma, sarai trattato come un eroe. Le persone scriveranno poemi su di te”, gli dicemmo. “Ti sarà data una medaglia d’oro”. Era solo un gioco. Ma è diventato realtà. Con questa differenza però: che come per tutti i donatori di organi, Nicholas non ha conquistato con la forza delle armi, ma col potere del cuore. E questo, ovviamente, è molto più forte».
«Quando la maestra di Nicholas chiese a tutti i bambini quale lavoro avrebbero voluto fare da grandi, Nicholas rispose "Ogni lavoro del mondo". Questo rifletteva la sua curiosità – ha invece ricordato Margaret Green - Se pensate a tutte le persone che hanno ricevuto gli organi grazie all'Effetto Nicholas, questi devono veramente star facendo ogni tipo di lavoro: autisti di autobus, medici, cuochi, insegnanti, giornalisti, operai e artisti, oltre a lavori che nemmeno esistevano 30 anni fa. Il suo sogno si è avverato: ha aiutato le persone a fare (quasi) ogni lavoro del mondo».