>

Storia dei vaccini per i bambini

In passato molti bambini morivano nei primi anni di vita a causa delle malattie infettive. Oggi, grazie ai vaccini molte di quelle malattie possono essere prevenute 

Nel secolo scorso molti bambini, neonati e lattanti morivano nei primissimi anni di vita, principalmente a causa di malattie infettive.

Chi ha potuto ascoltare la storia della propria famiglia – magari dai nonni o dai bisnonni – sa che nella prima metà del secolo scorso le famiglie avevano molti figli. Ma sa anche che due o tre almeno morivano nei primi anni di vita, quasi tutti di malattie infettive.

I numeri lo dimostrano: a quei tempi, ogni 1.000 nati morivano all'incirca 300-350 bambini. Oggi ne muoiono 2.
Oggi infatti moltissime malattie infettive possono essere prevenute grazie a uno degli interventi sanitari più efficaci e sicuri: le vaccinazioni.

L'obiettivo delle vaccinazioni è quello di proteggere i soggetti, sia sani che i bambini malati che necessitano di cure, dalla possibilità di contrarre alcune malattie infettive, in modo da ridurre non solo la diffusione della malattia stessa, ma le sue eventuali gravi conseguenze in termini di disabilità e mortalità..

Le vaccinazioni racchiudono un concetto allo stesso tempo semplice e geniale: si insegna al sistema immunitario a riconoscere delle potenziali minacce e a preparare le difese necessarie per affrontarle in caso di attacco reale.

Il primo a realizzare questa idea fu, nel lontano 1796, il medico inglese Edward Jenner.

Jenner notò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino (una versione molto più lieve del vaiolo umano), una volta guarite, non sviluppavano il vaiolo umano.

Decise quindi di iniettare del materiale proveniente da una pustola di vaiolo vaccino a un ragazzo di 8 anni e la malattia non si manifestò. Ecco spiegata l’origine della parola: vaccino. Da quel momento iniziò l'era dei vaccini, uno degli strumenti di prevenzione più potenti a disposizione della sanità pubblica.

Non fu semplice convincere tutti dell'efficacia di questo metodo per prevenire il vaiolo, e ci vollero molti anni per far accettare questa pratica. Tuttavia, alla fine, il potere protettivo della "vaccinazione" risultò così evidente che si diffuse rapidamente. Nel 1840, in Inghilterra, la vaccinazione divenne obbligatoria per tutti.

Dall’Inghilterra l’obbligo contro il vaiolo si diffuse poi in tutto il mondo e 140 anni dopo, nel 1980, siamo arrivati all’eliminazione definitiva del virus del vaiolo dalla Terra.

La scomparsa totale di una malattia infettiva, che viene detta eradicazione, è possibile solo quando viene eliminato da qualunque ospite il microbo che la causa, cioè quando non esiste più in tutta la Terra un solo organismo infetto da quel virus o da quel batterio.

L'eradicazione è possibile quando il microbo infetta soltanto l'uomo, e quando non esistono più soggetti suscettibili all'infezione, cioè quando tutte le persone sono immuni perché guarite dalla stessa infezione o vaccinate.

In assenza di persone suscettibili, il microbo non può trasmettersi a nessun altro e si estingue.

Questa condizione è avvenuta nella storia ad oggi solo per il per il virus del vaiolo – dichiarato eradicato dall' OMS nel 1980. Questo grande successo, insieme al contenimento delle altre malattie prevenibili con le vaccinazioni, hanno risparmiato centinaia di milioni di morti e disabili.

Ma anche nei confronti della poliomielite e del morbillo è in atto un programma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che identifica le azioni necessarie per raggiungere l’eliminazione nei prossimi anni.

Per fare in modo che la massima parte della popolazione sia immune e limitare così drasticamente la circolazione dei microbi (virus o batteri) o ottenerne il contenimento, l’eliminazione o l'eradicazione, le autorità sanitarie di tutto il mondo offrono e raccomandano le vaccinazioni a tutta la popolazione.

Affinché la prevenzione delle malattie sia efficace nel singolo bambino e in tutta la popolazione – cioè si venga a creare la cosiddetta immunità solidale o di gruppo – è importante che la massima parte possibile dei bambini venga vaccinata e che ciò avvenga nei tempi raccomandati.

Questi tempi sono elencati nel calendario vaccinale - unico e raccomandato dal Ministero della Salute - che insieme alle più importanti società scientifiche definisce il Piano per la Prevenzione Vaccinale. Alcuni di questi vaccini sono indicati per tutti fin dalla nascita o dai primi mesi di vita.

Le vaccinazioni vengono infatti iniziate molto presto proprio per proteggere i bambini nei primi mesi di vita, quando le infezioni possono essere più gravi e pericolose. 

Nel primo anno di vita, attraverso il vaccino esavalente che viene somministrato in tre dosi, il bambino viene protetto dalla poliomielite, dal tetano, dalla difterite, dalla pertosse, dall'epatite B e dall'Haemophilus influenzae di tipo b.

A queste vaccinazioni si aggiungono quella per lo pneumococco e quella per il meningococco di tipo B, entrambi somministrati in tre e due dosi fino al compimento dell'anno di età. Viene raccomandata nei primi mesi di vita anche la vaccinazione contro il rotavirus. 

Subito dopo il compimento dell'anno di vita va somministrata la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia insieme a quella contro la varicella molto spesso in un'unica iniezione.

In quest'epoca si somministra anche la vaccinazione contro il meningococco di tipo C o il quadrivalente contro 4 tipi (sierotipi) di meningococco, ACW135Y, e un terzo richiamo per meningococco di tipo B.

Negli anni successivi si procede alla somministrazione dei richiami vaccinali, a 6 anni e dopo i 12 anni. A 6 anni è previsto il richiamo del vaccino contro la poliomielite, la difterite, il tetano e pertosse e contro il morbillo-parotite-rosilia.

A 12 anni è raccomandato un ulteriore richiamo del vaccino contro il meningococco dei sierotipi ACW135Y. Durante questo periodo, inoltre, è raccomandata e importante la vaccinazione contro il papillomavirus (o HPV) sia nelle femmine che nei maschi. 

La vaccinazione contro l'influenza stagionale è raccomandata in tutti i bambini a partire dai 6 mesi di età fino ai 6 anni e in tutti coloro che sono affetti da malattie croniche, o in previsione di interventi di chirurgia maggiore, o in chi convive con persone a rischio o con anziani.

Queste raccomandazioni sono ancor più importanti in questo periodo, per la concomitante presenza del COVID-19.

Il vaccino contro l'epatite A è inoltre raccomandato ai bambini con malattie del fegato, a quelli che ricevono frequenti trasfusioni, e a coloro che si recano in zone ad alta frequenza della malattia.
Ulteriori vaccini in caso di viaggi verso zone endemiche vanno valutati caso per caso.

 

Iscriviti alla newsletter per ricevere i consigli degli specialisti del Bambino Gesù.


  • A cura di: Guido Castelli Gattinara
    Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e Adolescente
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 27  Agosto 2024 


 
 

COME POSSIAMO AIUTARTI?

 

CENTRALINO

  (+39) 06 6859 1

PRENOTAZIONI (CUP)

 (+39) 06 6818 1
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
Sabato, 8.00 - 12.45

PRENOTAZIONI ONLINE


URP

Informazioni, segnalazioni e reclami  (+39) 06 6859 4888
Lunedì - Venerdì, 8.00 - 16.00
  urp@opbg.net


UFFICIO STAMPA

 (+39) 06 6859 2612   ufficiostampa@opbg.net

REDAZIONE ONLINE

  redazione@opbg.net

DONAZIONI

  (+39) 06 6859 2946   info.fond@opbg.net

LAVORA CON NOI

  lavoraconnoi@opbg.net

VIGILANZA

  (+39) 06 6859 2460
Tutti i giorni, 24 ore su 24

  vigilanza@opbg.net