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Wheezing (Da A Scuola di Salute)

La comparsa di sibilo è molto frequente nei primi anni di vita. Circa un bambino su tre ha almeno un episodio sotto i tre anni di vita 

Il respiro sibilante o wheezing può essere definito come un suono musicale, acuto e continuo, emesso dal bambino durante l’espirazione, cioè la fase del respiro in cui si emette l’aria all’esterno.

A volte, se intenso, è udibile anche dai genitori. Quando è meno intenso, può essere rilevato solo dal pediatra curante attraverso l’auscultazione del torace. Il respiro sibilante è causato da un restringimento temporaneo delle basse vie respiratorie, solitamente innescato da un’infezione virale (ad esempio un raffreddore).

A volte il bambino per tale motivo può manifestare una difficoltà a respirare, che richiede solitamente un controllo dal pediatra oppure in pronto soccorso.

La comparsa di sibilo è molto frequente nei primi anni di vita. Circa un bambino su tre ha almeno un episodio sotto i tre anni di vita e un bambino su due ha almeno un episodio nei primi cinque anni.

Solitamente, nell’arco dei primi 3-4 anni di vita i sintomi scompaiono con la crescita. In una piccola percentuale di bambini, invece, gli episodi di sibilo continuano durante l’intero corso dell’infanzia. Questi bambini possono infatti avere episodi di sibilo anche in età scolare. In questo caso, la condizione evolve in asma bronchiale.

Si tratta di bambini nati con vie respiratorie normali, spesso figli di genitori asmatici, che hanno ereditato la tendenza ad avere un’infiammazione delle vie respiratorie quando sono a contatto con una serie di agenti come virus, allergeni, fumo, altri inquinanti atmosferici, oppure quando eseguono attività fisica.

Spesso questi bambini hanno sintomi clinici caratteristici che li rendono generalmente distinguibili, come ad esempio la presenza di episodi di sibilo al di fuori dei raffreddori, durante un momento di gioco o una risata.

Il wheezing causato da virus ha diversi fattori di rischio. Per le forme di respiro sibilante che finiscono nei primi anni di vita un importante fattore di rischio è rappresentato dalla nascita pretermine. Per i casi di wheezing che evolveranno verso l'asma bronchiale, è più importante la familiarità (spesso hanno un genitore che soffre di asma) e alcuni fattori ambientali che intervengono nei primi anni di vita (sostanze allergizzanti, fumo, infezioni respiratorie).

I bambini nati pretermine possono avere più frequentemente episodi di wheezing nei primi anni di vita. Le vie respiratorie, infatti, si sviluppano in maniera completa solo se la gravidanza viene condotta fino al termine dei nove mesi. Pertanto, in caso di nascita anticipata si può avere un incompleto sviluppo polmonare, e quindi un aumento del rischio di respiro sibilante

L’esposizione a fattori ambientali che irritano le vie aeree o che causano allergia (inquinanti presenti in casa o fuori casa, fumo di sigaretta, pelo di cane e di gatto, muffe, acari) è legata alla persistenza degli episodi di respiro sibilante anche in età scolare e adolescenziale e, quindi, allo sviluppo di asma.

L’esposizione al fumo di sigaretta può avere conseguenze sia sul feto sia sul bambino. Fumare in gravidanza comporta il trasferimento di alcuni prodotti della combustione del tabacco dal sangue materno alla placenta e al feto.
Tale meccanismo è associato allo sviluppo di wheezing già nel primo anno di vita, ma anche allo sviluppo di asma negli anni successivi. Alcuni studi suggeriscono che il fumo in gravidanza può causare dei veri e propri cambiamenti genetici sul feto. Questi cambiamenti possono essere ereditati dalle generazioni successive e favorire lo sviluppo di asma.

L’esposizione ai gas inquinanti prodotti dalle industrie e dai veicoli è causa di episodi di wheezing anche gravi. I bambini in età prescolare che vivono in città inquinate sono particolarmente colpiti da wheezing innescato dall’inquinamento.

Le infezioni respiratorie virali sono associate al wheezing nei primi anni di vita. Non è ancora chiaro se le infezioni virali ricorrenti possano aumentare il rischio di sviluppare asma nei bambini più grandi. Ad esempio, il wheezing indotto da ripetute infezioni virali da Rhinovirus in epoca prescolare potrebbe aumentare il rischio di sviluppare asma negli anni successivi.
Le infezioni ricorrenti causate da questo virus, infatti, causano un’infiammazione ripetuta delle vie aeree e, di conseguenza, un irrigidimento stabile (“rimodellamento”) della loro parete. Pertanto, la presenza di wheezing associato a infezione da Rhinovirus potrebbe essere interpretata come indice di futuro sviluppo di asma in età scolare.

Il pelo di cani e gatti e le muffe presenti nell’ambiente domestico possono causare allergie e sono correlati allo sviluppo di wheezing persistente e di asma.

Esistono casi in cui è necessario approfondire il wheezing. Si tratta di rare condizioni che si manifestano in età prescolare con respiro sibilante, ma che sono caratterizzate in generale da una scarsa risposta alla terapia con broncodilatatori e antinfiammatori.

In altre parole, i bambini che non mostrano un evidente miglioramento clinico con la terapia classica dovrebbero essere inviati a un centro specialistico per decidere se eseguire degli approfondimenti.

L’obiettivo è escludere rarissime ma importanti malattie, nelle quali il wheezing non è l’unico sintomo, come problemi di carenza delle difese immunitarie, fibrosi cistica, discinesia ciliare primitiva, tracheo-broncomalacia, malformazioni cardio-vascolari, inalazione di corpo estraneo.

Il respiro sibilante si manifesta alcuni giorni dopo la comparsa di un’infezione del naso e della gola (le cosiddette alte vie aeree). Pertanto, nelle prime fasi il bambino apparirà semplicemente raffreddato. In seguito, svilupperà tosse e sibilo. I genitori devono essere istruiti a eseguire per tempo la terapia inalatoria, attraverso la quale vengono somministrati farmaci ad azione antinfiammatoria e broncodilatatrice (in grado cioè di sfiammare e dilatare i bronchi “ristretti”).

Una somministrazione tempestiva consentirà di far fronte al peggioramento e spesso permetterà di evitare la visita in pronto soccorso. Naturalmente i genitori devono essere istruiti anche su cosa fare quando il bambino accusa un affanno che resiste alle cure per aerosol: in questi casi è importante che si rechino rapidamente in pronto soccorso.

Come suggeriscono tutte le linee guida terapeutiche internazionali, la famiglia, se ben istruita, può avviare efficacemente una terapia precoce a casa. I centri specialistici istruiscono dettagliatamente i genitori e forniscono loro un piano terapeutico, sia per un corretto e pronto riconoscimento delle riacutizzazioni respiratorie, sia per un appropriato utilizzo dei farmaci. Il primo strumento terapeutico deve consistere nella somministrazione di salbutamolo per via inalatoria (aerosol o spray con distanziatore).

I bambini che continuano ad avere affanno nonostante le prime cure effettuate correttamente devono essere portati in pronto soccorso per ricevere cure più intense, non eseguibili a casa, e per essere controllati costantemente dal personale sanitario.

Nelle forme di moderata intensità, in aggiunta ai broncodilatatori per via inalatoria, verrà utilizzato il cortisone, solitamente per bocca. La terapia con ossigeno andrà riservata ai pazienti con forme gravi, con livelli di saturazione di ossigeno inferiori al 92%.

La frequenza degli episodi di wheezing può essere ridotta facendo attenzione a tutti i fattori scatenanti che abbiamo esaminato, in primo luogo evitando di fumare in casa. Il pediatra può inoltre prescrivere farmaci efficaci nel ridurre il ripetersi dei sintomi, da somministrare quotidianamente per periodi di due-tre mesi. Questi farmaci agiscono riducendo il grado di infiammazione e i sintomi respiratori come la tosse e il sibilo. Questa strategia terapeutica prende il nome di terapia di fondo o terapia di mantenimento.

I criteri che guidano il medico nella scelta di prescrivere una terapia di mantenimento nel wheezing sono il ripetersi degli episodi, il livello di gravità, e la loro comparsa quando il bambino compie uno sforzo o durante una semplice risata. I farmaci per la terapia di mantenimento per il wheezing ricorrente devono sempre essere prescritti dal medico. Due sono i farmaci più utilizzati nella terapia di mantenimento.

La somministrazione giornaliera di cortisonici inalatori a basso dosaggio è in grado di diminuire la frequenza degli episodi. Un’altra categoria di farmaci utili è costituita dagli antileucotrienici, un tipo di farmaci antinfiammatori, che possono essere somministrati da soli oppure in associazione ai cortisonici inalatori, per aumentarne l’efficacia. I pazienti che non rispondono alla terapia di mantenimento saranno inviati dal curante a un centro specialistico.

È necessario che i bambini in terapia di mantenimento siano rivalutati per verificare l’efficacia della terapia. Nel corso dei controlli il medico deciderà se proseguire, sospendere o ridurre il dosaggio al minimo livello efficace. In alcuni casi può essere indicata la sospensione della terapia per inefficacia o, raramente, per la comparsa di effetti indesiderati.

 

Questo contenuto è stato scritto da Renato Cutrera, Antonio di Marco, Valentina Negro ed è estratto dal numero speciale "Tutto su Asma, Wheezing e Bronchiolite" di A Scuola di Salute.

 

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Ultimo Aggiornamento: 22  Giugno 2022 


 
 

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