Tenere sotto stretto controllo le terapie ed evitare le eventuali complicanze dei disturbi endocrinologici dei bambini nel periodo di emergenza coronavirus, segnato dall'impossibilità o dal timore di uscire di casa per evitare il contagio. Gli specialisti di Endocrinologia dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno attivato un servizio di consulenza telefonica per dare indicazioni sui controlli e sulle terapie che pazienti già assistiti in Ospedale devono seguire durante la quarantena e per fornire assistenza ai bambini che presentano sintomi riconducibili all'insorgenza di problemi endocrinologici non ancora diagnosticati come, ad esempio, il rallentamento della crescita, anche a livello intellettivo, o le manifestazioni di sviluppo precoce.
II team di endocrinologi risponde allo 06 6859 3209 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 16:00 per la sede di Palidoro e allo 06 6859 4727 sempre dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 16:00 per la sede di Roma-San Paolo. Nel corso del colloquio telefonico gli specialisti valuteranno il caso, indicheranno il tipo di assistenza più appropriato e forniranno informazioni sulle terapie e sui controlli da eseguire. Se necessario, potranno disporre anche visite ambulatoriali urgenti e, per i casi più complessi, anche il ricovero in Ospedale, ricordando che accesso e prestazioni sanitarie avvengono nella massima sicurezza. Il servizio di consulenza a distanza resta attivo anche dopo la ripresa delle attività ambulatoriali dell'Ospedale di giovedì 28 maggio.
«I problemi endocrinologici più frequenti tra i bambini sono legati ai difetti di tre importanti ghiandole: l'ipofisi, il surrene e la tiroide. A seconda del caso, se non sottoposti alla giusta terapia, al giusto dosaggio di farmaci e ormoni, i bambini possono andare incontro a vere proprie crisi» sottolinea il dott. Marco Cappa, responsabile di Endocrinologia del Bambino Gesù. «È fondamentale quindi tenere in osservazione, anche a distanza, tutti i nostri pazienti. È altrettanto importante intervenire subito quando si presentano sintomi riconducibili all'esordio di un disturbo endocrinologico come, ad esempio, i segnali di una pubertà precoce (crescita dei peli e del bottone mammario) nelle bambine molto piccole, indice di un problema ipofisario, o l'ipoglicemia o il blocco della crescita e il rallentamento dello sviluppo delle funzioni intellettive. Sono tutti segnali di un problema già in atto e che può emergere con maggiore evidenza durante questo lungo periodo di quarantena. Siamo a disposizione delle famiglie anche in tutti questi casi».