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Allattamento al seno: credenze e falsi miti

Domande e dubbi sull'allattamento, spesso basati su credenze popolari, e le risposte dello specialista 

L’allattamento al seno viene considerato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità uno degli obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale.

Il latte materno è l’alimento naturale che permette al bambino di nutrirsi in modo completo e di proteggersi da molte malattie.

Per questo motivo l’allattamento deve essere difeso, sostenuto e promosso il più possibile, rispettando sempre le scelte della mamma. Soprattutto nei primi giorni la neo-mamma può avere bisogno di essere rassicurata, aiutata, ma anche bene informata.

Le donne si trovano infatti a vivere un'esperienza su cui esistono ancora numerose credenze popolari e falsi miti. Ecco 11 domande e risposte sull'allattamento per fare chiarezza.

NO. Nei primi giorni dopo il parto molte mamme possono provano dolore nell’allattare, soprattutto se sono alla prima esperienza. Con un po' di pratica, qualche accorgimento e le giuste indicazioni di un professionista esperto e qualificato, la sensazione di dolore al capezzolo durante la suzione del bambino può essere facilmente evitata.

Il dolore, se persiste, non è invece da sottovalutare in quanto può essere un campanello d’allarme di “qualcosa” che deve essere modificato, come per esempio l’attacco del bambino al seno o la posizione in cui la mamma allatta. Il dolore associato alla poppata non deve quindi essere sopportato e non va considerato come la norma.

Approfondimento: Allattamento al seno, come posizionare e attaccare il bambino

NO. Il parto è sicuramente un evento stressante e fisicamente molto impegnativo per la donna, ma stare lontana dal bambino per consentirle di riposarsi non è sicuramente la soluzione migliore. La neo-mamma va aiutata per permetterle di stare vicino al suo bambino/a, favorendo il contatto pelle a pelle che sprigiona ossitocina, ormone che produce buonumore e stimola la fuoriuscita del latte.

Per poter facilitare l’avvio di un buon allattamento è opportuno, subito dopo la nascita, porre il bambino a contatto pelle a pelle con la mamma per facilitare la prima poppata al seno e proseguire poi a richiesta, favorendo così la produzione lattea. Il rooming-in, permettendo alla mamma di stare nella stessa stanza con il proprio figlio/a 24 ore/24, è una componente molto importante di tale percorso.

NO. La quantità di latte che una donna produce può variare molto e dipende soprattutto dal numero delle poppate giornaliere effettuate dal bambino/a che, se allattato a richiesta fin da subito, stimola e aumenta la produzione del latte per soddisfare appieno le sue necessità. Offrire il seno a richiesta permette anche di facilitare il legame tra madre e figlio/a, il senso di autostima materna e il senso di sicurezza del bambino/a, che vede soddisfatti i suoi bisogni di nutrizione e accudimento.

NO. Durante l’allattamento può succedere che il bambino sia meno interessato alla poppata, ma questo non deve destare allarme e credere che dipenda, come molti sostengono, da ciò che la mamma mangia e dal sapore del latte. Il latte acquista il sapore del cibo assunto dalla mamma già dopo 1 - 3 ore, ma non esiste nessun motivo per rinunciare ad alcun alimento e cambiare le proprie abitudini alimentari.

Già dalla gravidanza il bimbo, attraverso il liquido amniotico, impara a conoscere vari sapori e poi, più l’alimentazione della mamma è varia, più il bambino attraverso il latte materno può sperimentare sapori nuovi e abituarsi all’introduzione di cibi complementari quando gli verranno offerti.

NO, non è vero. La birra e le bevande alcooliche in generale non vanno assunti in allattamento, perché l’alcol passa subito nel latte con possibili conseguenze riguardanti non solo lo sviluppo neurologico, ma anche la crescita del bambino. Se si dovesse fare un uso occasionale di alcol, meglio non allattare prima di 2 ore dall’assunzione.

Approfondimento: Alcol e allattamento

Sì, ma con moderazione. L’assunzione di caffè o tè durante l’allattamento viene consentita, ma si raccomanda un’assunzione moderata perché circa 1% della caffeina e della teina passano nel latte materno e, se in quantità elevate, possono risultare eccitanti per il bambino/a. Può essere utile sapere che i livelli di caffeina che passano nel sangue (e quindi nel latte) materno raggiungono il loro picco massimo dopo circa 60 minuti dall’assunzione.

NON è vero. Se una mamma è affetta da una forma infettiva stagionale, salvo casi particolari, può e deve continuare ad allattare, perché con il latte trasferisce gli anticorpi che proteggono il bambino anche dalla sua malattia. Si può consigliare di mantenere una attenta igiene delle mani e, se la malattia materna interessa il suo apparato respiratorio, di allattare utilizzando una mascherina.

NON è vero. Il latte materno non è un veicolo di trasmissione del virus, mentre permette il passaggio degli anticorpi diretti contro il virus SARS-CoV-2 che sono presenti al suo interno. Importante è mantenere delle accortezze, come: usare una mascherina, lavarsi spesso le mani e arieggiare spesso gli ambienti di casa.

Approfondimento: Nuovo Coronavirus e Allattamento, come fare

. Lo sport durante l’allattamento al seno non è affatto controindicato, anzi, aiuta a produrre le endorfine, che aiutano la mamma ad alleviare il dolore e lo stress. È comunque consigliabile procedere in modo graduale con la frequenza e l’intensità degli allenamenti, escludendo gli sport che prevedono sforzi eccessivi, per evitare un’eccessiva stanchezza fisica.

Anche per chi non è amante dello sport sarebbe bene mantenersi in movimento, anche attraverso una semplice passeggiata al parco insieme al bambino. Naturalmente la mamma deve bene idratarsi, in quanto l’attività motoria aumenta la sudorazione e la necessità di assumere liquidi.

NO. La riduzione della capacità visiva nel periodo che fa seguito al parto è una problematica non infrequente. Si tratta in genere di un fenomeno transitorio, destinato a scomparire nel tempo. Il motivo è rappresentato dalla modifica dell'elasticità e del grado di idratazione dei tessuti che compongono l'occhio.

Il progesterone, in particolare, sembrerebbe in grado di poter indurre un aumento dello spessore della cornea. Terminato il periodo dell'allattamento però, alcune mamme potrebbero constatare che la loro miopia è effettivamente peggiorata. La spiegazione risiede nel fatto che tale difetto visivo può avere una naturale evoluzione nel tempo, senza però che vi sia alcuna responsabilità da attribuirsi all'allattamento.

Approfondimento: Allattamento al seno e miopia

NO. L’ittero è causato dalla presenza di un aumento nel sangue della bilirubina. Nella gran parte dei casi è considerato “fisiologico” o, a volte, può trattarsi di un “ittero da latte materno”. In entrambi i casi non occorre interrompere l’allattamento, a meno che non sia necessario un intervento medico che richieda una valutazione più approfondita e una eventuale terapia.

 

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  • A cura di: Guglielmo Salvatori, Patrizia Amadio
    Unità Operativa Educazione Nutrizionale Neonatale e Banca del Latte Umano Donato
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 21  Luglio 2023 


 
 

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