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Chirurgia del fegato, del pancreas e delle vie biliari: gli interventi di alta complessità

L'intervista al professor Marco Spada sull'esperienza del Bambino Gesù in questo ambito

Patologie malformative, tumori e malformazioni vascolari che riguardano fegato, pancreas e vie biliari. Sono questi gli ambiti per cui nell'Unità di Chirurgia epato-bilio pancreatica del Bambino Gesù si ricorre a interventi di alta complessità. La struttura ogni anno prende in carico circa 100 pazienti, molti dei quali affetti proprio dalle problematiche appena elencate. Delle specificità dei trattamenti operati in questa Unità dell'ospedale pediatrico della Santa Sede abbiamo parlato con il responsabile, il professor Marco Spada.

Professor Spada, quali sono gli aspetti che caratterizzano la Chirurgia epato-bilio pancreatica del Bambino Gesù?

C'è un aspetto innovativo per la Chirurgia epato-bilio pancreatica che caratterizza l'esperienza del nostro ospedale rispetto ad altre realtà pediatriche: è il ricorso sempre maggiore a tecniche chirurgiche laparoscopiche e mininvasive. Almeno un 40% degli interventi più complessi su fegato e pancreas vengono realizzati ricorrendo a queste tecniche. Questo permette di accorciare i tempi di recupero e di degenza del paziente, realizzando interventi molto accurati e garantendo la radicalità oncologica. Ad oggi, i ricoveri nella nostra Unità per interventi di alta complessità hanno tempi medio brevi, che vanno dai 7 ai 10 giorni.  Per quanto riguarda i trattamenti, invece, la nostra unità si distingue nell'ambito del trattamento chirurgico delle malformazioni biliari, come l'atresia delle vie biliari e la cisti del coledoco, delle neoplasie del fegato e del pancreas, i più frequenti sono l'epatoblastoma, l'epatocarcinoma e i tumori pseudopapillari del pancreas.  Infine, un altro settore di elevata specializzazione è quello del trattamento dell'ipertensione portale. 

Quali sono le altre Unità operative dell'ospedale con le quali collaborate principalmente?

Collaboriamo costantemente con il personale della Radiologia, soprattutto nella fase della formulazione della diagnosi. Un esempio di questa collaborazione continua è sicuramente il trattamento dell'Atresia delle vie biliari (che è anche la malattia che più frequentemente porta i bambini ad aver bisogno del trapianto di fegato). Si tratta di una patologia che non permette il passaggio della bile dal fegato all'intestino. Questa condizione deve essere diagnosticata precocemente, nei primi mesi di vita, e deve essere subito corretta chirurgicamente tramite l'intervento di Kasai, che consente di ricostruire una via di drenaggio che permette alla bile di arrivare nell'intestino. Va da sé che la parte di diagnostica è fondamentale, soprattutto perché parliamo di bambini molto piccoli, e quindi il percorso che porta alla diagnosi non è semplice. Per il trattamento delle patologie neoplastiche, invece, collaboriamo con il Dipartimento di Onco-ematologia.

Come è strutturata questa collaborazione?

Abbiamo stabilito insieme dei precisi protocolli di indagine e di presa in carico, e sempre più spesso questi pazienti vengono curati combinando entrambi gli approcci: quello chirurgico e quello oncologico. Anche la definizione del piano di cura (in particolare della sequenza dei diversi trattamenti) avviene nell'ambito di riunioni multidisciplinari, dove oltre al chirurgo ed all'oncologo sono essenziali i contributi diagnostici radiologici, endoscopici e anatomopatologici. Così facendo riusciamo a offrire sempre maggiori possibilità di cura o otteniamo risultati di eccellenza anche nel caso di malattie neoplastiche maligne.

Prima accennava alla gestione dell'ipertensione portale. Di cosa si tratta?

L'ipertensione portale è una condizione nella quale vi è un alterato passaggio del sangue attraverso il fegato; può essere causata da una malattia del fegato, da malformazioni congenite dei vasi sanguigni o, come spesso accade nei bambini, dalla chiusura (trombosi) della vena porta, cioè il vaso che conduce il sangue al fegato. L'ipertensione portale è una condizione molto pericolosa per le sue possibili complicanze: emorragie a livello dell'esofago e dello stomaco, ridotta capacità del sangue di coagulare, danno a carico del fegato. Mediante un intervento chirurgico chiamato shunt meso-Rex è possibile risolvere l'ipertensione portale causata dalla trombosi della vena porta. In questa chirurgia vascolare molto delicata e complessa le tecniche di radiologia interventistica disponibili nel nostro ospedale hanno un ruolo chiave di tipo diagnostico e anche terapeutico nel caso delle malformazioni congenite. Quando non è possibile realizzare uno shunt meso-Rex si ricorre ad altre procedure chirurgiche come gli shunt porto-sistemici. Più in generale, presso il Bambino Gesù il paziente con ipertensione portale trova la possibilità di una presa in carico globale. Ovvero una presa in carico che oltre alla parte chirurgica garantisca anche il corretto inquadramento diagnostico attraverso l'esecuzione di esami strumentali specifici, come la portografia e l'ecocardiogramma con mezzo di contrasto, la prevenzione e il trattamento endoscopico delle complicanze emoragiche, la gestione epatologica della funzione del fegato.




 
 

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