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Genitori e tecnologia alleati contro il diabete durante il lockdown

Pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice uno studio dell'Unità di diabetologia su bambini con diabete tipo 1 monitorati a distanza a causa del Covid-19

Deve essere vero che non tutti i mali vengono per nuocere: durante il lockdown imposto dalla pandemia, la forzata presenza dei genitori in casa ha permesso una maggiore supervisione dei comportamenti dei bambini con diabete tipo 1, contribuendo a migliorarne il controllo glicemico. E' questo il risultato di uno studio condotto dall'Unità di diabetologia e patologia dell'accrescimento del Bambino Gesù, diretta dal prof. Stefano Cianfarani, e pubblicato sulla rivista internazionale Diabetes Research and Clinical Practice. Il più assiduo controllo parentale, spiega Riccardo Schiaffini, responsabile del gruppo che ha condotto lo studio, si è combinato alle nuove tecnologie applicate al trattamento del diabete e alla telemedicina.

LO STUDIO

Tutto è nato da un'osservazione in teleassistenza durante il periodo di quarantena. Per tenere sotto controllo il diabete tipo 1, è necessario monitorare di frequente il livello di glucosio nel sangue, rispettare una terapia a base di insulina, osservare una dieta particolare e avere una regolare attività fisica. Non è semplice per bambini e ragazzi attenersi a queste prescrizioni.

Durante il lockdown, il gruppo di Schiaffini ha notato che gli adolescenti - a causa probabilmente di una riduzione dell'attività fisica - mostravano una tendenza a peggiorare il compenso glicemico, cioè un adeguato livello di glucosio nel sangue. I bambini più piccoli, invece, sembravano migliorare il controllo glicemico. L'Unità di diabetologia e patologia dell'accrescimento ha quindi pensato di promuovere uno studio proprio su questa fascia d'età, ipotizzando che le cure parentali "continue" durante il lockdown fossero di beneficio.

«Abbiamo coinvolto – spiega Schiaffini - 22 bambini seguiti al Bambino Gesù per diabete tipo 1 e trattati con dispositivi ad elevata tecnologia. Si tratta di sistemi di infusione continua di insulina, l'ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue, integrati con dispositivi di monitoraggio costante del glucosio stesso (Tandem Basal IQ system). Abbiamo osservato questi pazienti assiduamente durante le prime 2 settimane di lockdown». In questa fase la telemedicina è stata essenziale. Poiché i pazienti e le famiglie non potevano accedere all'ospedale, se non per urgenze cliniche, il telemonitoraggio e le televisite hanno consentito all'èquipe diabetologica di continuare a seguire con costanza i bambini con diabete; nel caso specifico è stato possibile monitorare a distanza l'andamento dei bambini arruolati nello studio.

I RISULTATI

I risultati ottenuti hanno evidenziato il miglioramento di un parametro di controllo glicemico che si chiama "Time in Range" (TIR). E' l'arco di tempo durante il quale il paziente con diabete raggiunge, mantenendoli, dei valori di glicemia ottimali fissati in un intervallo compreso tra 180 e 70 mg/dl. Le persone con diabete dovrebbero trascorrere il maggior tempo possibile della giornata in questo intervallo, evitando oscillazioni di glucosio nel sangue verso l'alto o verso il basso. Più aumenta il tempo di permanenza in questo intervallo – monitorato con il Tandem Basal IQ system 24 ore su 24 – e migliore è il risultato ottenuto nel controllo della malattia. Il valore medio del TIR dei pazienti coinvolti nello studio durante il periodo Covid ha registrato un aumento significativo rispetto al periodo pre-Covid: 66,41% contro 61,45%. L'obiettivo ottimale è arrivare al 70% di tempo di permanenza nell'intervallo.

Le cure dei genitori durante il lockdown, secondo i ricercatori, hanno permesso di evitare picchi iperglicemici, cioè gli eccessi di glucosio nel sangue. Le ipoglicemie, cioè le carenze di glucosio, invece, erano già ben controllate grazie alla tecnologia che questi pazienti utilizzano. Se il sistema registra l'abbassamento del livello di glucosio oltre una certa soglia, interrompe automaticamente l'erogazione di insulina (che facilita il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule con l'effetto di abbassare la glicemia).

Nel complesso, afferma Schiaffini, «lo studio ci conferma che il ricorso a tecnologie avanzate di trattamento e monitoraggio del diabete consente di migliorare il controllo glicemico. Allo stesso tempo rimane fondamentale il ruolo della famiglia: quando questi due aspetti si associano è possibile ottenere risultati migliori. E' anche importante che caregivers diversi dalla famiglia come gli insegnanti o gli allenatori possano acquisire competenze al fine di garantire la migliore cura del diabete di questi pazienti anche al di fuori delle mura domestiche, a scuola e negli ambienti ludico-sportivi». Per questo motivo, l'Unità di diabetologia e patologia dell'accrescimento ha in programma di ripetere l'osservazione alla base dello studio in periodi ordinari, al di fuori dell'emergenza sanitaria che si auspica definitivamente archiviata.




 
 

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