Per i piccoli ricoverati nella Terapia intensiva neonatale del Bambino la Giornata mondiale della prematurità è l'occasione per fare la conoscenza di nonni e fratellini (o in alcuni casi per rivederli). Dalle 15:00 alle 18:00 del 17 novembre, infatti, le porte della Tin dell'ospedale sono rimaste eccezionalmente aperte proprio per celebrare l'evento dedicato a questi piccolissimi pazienti.
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Non si tratta di un'iniziativa simbolica. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che la presenza di genitori nelle Terapie intensive Neonatali aiuta i nati pretermine, e più in generali i bambini ricoverati in queste strutture, nel percorso di cura. "L'allattamento al seno e il contatto con i genitori, ad esempio attraverso la marsupioterapia, favoriscono l'attaccamento al seno e anche la dimissione precoce di questi bambini – spiega il dottor Andrea Dotta, responsabile del reparto di Terapia intensiva neonatale dell'ospedale –. Diversi studi hanno provato anche che la stimolazione positiva, dovuta alla presenza della mamma e del papà in Tin, ha effetti benefici anche sullo sviluppo neurologico. Per questo motivo nella nostra struttura stiamo cercando di aumentare sempre di più il loro coinvolgimento".
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Secondo i dati dalla Società Italiana di Neonatologia (SIN), in Italia, ogni anno i bimbi pretermine rappresentano il 7,2 % dei nuovi nati. Di questi, l'1% ha un peso inferiore a 1.500 grammi ed il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi. Grazie al miglioramento dell'assistenza neonatale e della diffusione delle Terapie Intensive Neonatali, oggi si stima che il 98,2% dei nati prematuri non ha problemi né complicazioni.
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Proprio per capire come migliorare sopravvivenza e qualità della vita dei neonati pretermine, in particolare di quelli altamente pretermine (cioè nati prima della 32esima settimana di gestazione), l'ospedale Bambino Gesù conduce diversi progetti che puntano ad individuare strategie di intervento efficaci. Fra questi c'è il progetto Action, uno studio italiano multicentrico che ha raccolto dati su coorti di bambini altamente pretermine in 6 regioni: Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Marche e Calabria. Il Bambino Gesù partecipa anche ai progetti europei Ships e Recap che, attraverso lo studio di coorti di pazienti in 11 Paesi europei (6000 bambini coinvolti, di cui 868 in Italia), puntano ad approfondire lo studio delle condizioni dei pretermine e ad identificare, a partire dalla gravidanza, i fattori di rischio ma anche quelli protettivi, e gli interventi medici e organizzativi più efficaci per prevenire mortalità e disturbi dello sviluppo.
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