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Nuovi Lea, come cambia l'assistenza sanitaria

La modifica dell'elenco delle prestazioni e dei servizi erogati dal Sistema sanitario nazionale introduce importanti cambiamenti per chi ha bisogno di cure e anche per chi le eroga. L'intervista a Massimiliano Raponi

L'aggiornamento dei Lea (i livelli essenziali di assistenza), approvato recentemente dal governo, comporta importanti novità per le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Per chi si occupa di erogare le cure, si avvia ora un percorso volto all'attuazione delle numerose modifiche stabilite da questo provvedimento.

L'aggiornamento dei Lea, infatti, riguarda diversi ambiti, tra cui: malattie rare, malattie croniche, vaccini, prestazioni ambulatoriali. Dei principali cambiamenti sul piano dell'assistenza abbiamo parlato con Massimiliano Raponi, direttore sanitario del Bambino Gesù.

Quali sono le novità rilevanti per i pazienti?
Nel decreto del presidente del consiglio che aggiorna i nuovi Lea viene ridefinita l'accessibilità alle prestazioni erogate dal Sistema sanitario nazionale, quindi tutte le modifiche sono rilevanti ed hanno un impatto notevole sui gruppi di popolazione coinvolti. In termini generali, si segnala l'ampliamento dell'elenco di malattie croniche e rare che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione alla spesa (ticket), con l'introduzione di nuove patologie alle quali si ritiene di dover garantire particolare tutela. Sono state, infatti, inserite più di 110 nuove entità, tra singole malattie rare e gruppi di malattie e sono state introdotte sei nuove patologie croniche esenti.

In riferimento alla popolazione pediatrica, invece, l'ampliamento dello screening neonatale esteso, ad esempio, permetterà l'individuazione precoce, e quindi il più rapido trattamento, di eventuali alterazioni metaboliche che in alcuni casi, se non gestite celermente, possono anche essere letali.

Quali sono le principali novità per un ospedale pediatrico come il Bambino Gesù, dal punto di vista sanitario?L'attuale decreto aggiorna il DPCM del 2001. Già in passato si era tentata una ridefinizione dei Livelli Essenziali di Assistenza garantiti dal Sistema sanitario nazionale, ma senza giungere ad una revisione definitiva. Per questo motivo, l'introduzione del nuovo decreto rappresenta una svolta significativa nella sanità italiana.

L'Ospedale è coinvolto in tutti i principali ambiti che sono stati oggetto di revisione; in particolare, per quanto riguarda l'ambito più prettamente clinico, le novità più importanti sono: l'Introduzione di nuovi vaccini; l'introduzione dello screening neonatale per la sordità congenita e la cataratta congenita; l'estensione a tutti i nuovi nati dello screening neonatale per le malattie metaboliche ereditarie; l'ottimizzazione del percorso di diagnosi precoce, la cura e il trattamento personalizzato dei pazienti con disturbi dello spettro autistico; l'aggiornamento del nomenclatore di specialistica ambulatoriale, con l'individuazione di criteri di erogabilità di carattere vincolante ai fini dell'inclusione nei Lea (come ad esempio, la ridefinizione dei criteri di erogabilità delle prestazioni odontoiatriche) o indicazioni di appropriatezza prescrittiva; l'esplicitazione dei criteri di appropriatezza per tutti i regimi di ricovero (ad esempio l'esplicitazione delle condizioni che rendono appropriato il Day Hospital diagnostico e il Day Hospital terapeutico); l'aggiornamento del nomenclatore dell'assistenza protesica, con l'introduzione di nuove prestazioni tecnologicamente avanzate; la ridefinizione degli elenchi di patologie croniche e rare che danno diritto all'esenzione.

Sempre dal punto di vista sanitario, c'è qualche ambito di rilievo non affrontato nei nuovi Lea?
Sicuramente un tema molto importante per un ospedale come il nostro è rappresentato dalla definizione di appropriatezza clinica ed organizzativa delle prestazioni erogate a pazienti pediatrici. A mio parere il capitolo dedicato all'assistenza ospedaliera meriterebbe un approfondimento specifico per definire regole di accesso peculiari del contesto pediatrico. Spesso ci si trova, infatti, di fronte a difficoltà dettate dalla presenza di regole tarate su pazienti adulti che difficilmente si adattano all'utilizzo in ambito pediatrico. Un esempio è la penalizzazione per il trattamento in regime ordinario di pazienti con Diabete mellito di tipo 1, anche all'esordio. Tale condizione, nel 40% dei bambini al di sotto di 5 anni, è associata al rischio di chetoacidosi grave, una complicanza che, se non correttamente gestita, può evolversi in coma diabetico con edema cerebrale e può causare la morte del paziente.

Che cosa dovrà fare l'ospedale nella fase di attuazione dei nuovi Lea?
L'Ospedale dovrà creare o ampliare percorsi clinico-assistenziali definiti, per rispondere a quanto previsto dai nuovi Lea, anche mediante riorganizzazione delle attività (come ad esempio per quanto concerne i percorsi vaccinali e le attività di screening). Al contempo, dovrà favorire ulteriormente la diffusione, fra il personale, delle novità contenute nel Decreto, in particolar modo per quanto riguarda le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di specialistica ambulatoriale.

 



 
 

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