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Papa Francesco: Bambino Gesù "un ospedale molto speciale"

Nell' intervento alla Clinton Global Initiative il pontefice ha sottolineato la capacità dell'ospedale di coniugare scienza e accoglienza umanitaria. Il presidente Onesti: "gratitudine e senso di responsabilità per il futuro"

Proponiamo (con nostra traduzione dallo spagnolo) l’intervento da remoto di Papa Francesco alla Clinton Global Initiative in corso a New York. All’incontro hanno partecipato i Patrons of Bambino Gesù Children's Hospital. Il Santo Padre ha parlato di un ospedale "molto speciale", "segno concreto della carità e della misericordia della Chiesa", "una testimonianza di come sia possibile (in mezzo a tanti sforzi) coniugare la grande ricerca scientifica, finalizzata alla cura dei bambini, e l'accoglienza gratuita di chi ha bisogno". "Accogliamo le parole del Santo Padre - ha affermato il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti - con gratitudine e senso di responsabilità: gratitudine per il riconoscimento del lavoro che abbiamo fatto in questi anni, sotto la guida della Presidente che mi ha preceduto, Mariella Enoc, e senso di responsabilità per il futuro dei progetti umanitari dell’Ospedale Bambino Gesù: l’accoglienza dei piccoli pazienti con le loro famiglie provenienti da ogni parte del mondo, le iniziative di formazione del personale sanitario nei paesi in via di sviluppo, la cura dei bambini affetti da malattie “inguaribili”. Si tratta di iniziative che possiamo sostenere solo grazie al fondamentale contributo dei nostri volontari e dei nostri donatori. Per questo, negli Stati Uniti è nata l’associazione Patrons of Bambino Gesù Children's Hospital, che ha proprio l’obiettivo di far conoscere e sostenere i nostri progetti umanitari".

 

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Grazie, signor Presidente, per avermi invitato al vostro incontro. Grazie mille.

È importante diffondere la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo, la cultura dell’ascolto e della comprensione.

È necessario condividere opinioni su come contribuire al bene comune e su come non lasciare da parte le persone più vulnerabili, come i bambini; che attraverso la Fondazione “Bambino Gesù” sono all'origine del nostro incontro.

Lo sappiamo tutti, viviamo in un’era che cambia. Solo insieme possiamo uscirne migliori. Insieme. Solo insieme possiamo guarire il mondo da un anonimato che è la globalizzazione dell’indifferenza.

Lei, signor Presidente, ha elencato le numerose sfide di oggi: il cambiamento climatico, le crisi umanitarie che colpiscono migranti e rifugiati, l'assistenza all'infanzia e molte altre.

Ad essi aggiungerei il vento di guerra che soffia sul mondo, alimentando con lo spirito di guerra quella che più volte ho chiamato la terza guerra mondiale a pezzi.

È necessaria una grande e comune assunzione di responsabilità.

Nessuna sfida, nessuna sfida è troppo grande se la affrontiamo a partire dalla conversione personale di ciascuno di noi, dal contributo personale che ciascuno può dare per superarla, e dalla consapevolezza di ciò che ci rende partecipi dello stesso destino.

Nessuna sfida può essere affrontata da soli. Non da solo. Solo insieme. Sorelle e fratelli, figli di Dio.

Per questo incoraggio sempre, e voglio farlo anche qui, a tutte le donne e gli uomini di buona volontà, dicendo loro di non arrendersi di fronte alle difficoltà.

Le difficoltà fanno parte della vita. E il modo migliore per affrontarli è cercare sempre il bene comune: mai da soli. Sempre insieme.

Nelle difficoltà può emergere il meglio o il peggio di noi stessi. Qui sta la sfida, la sfida. Combattere l'egoismo, il narcisismo, la divisione con generosità, umiltà, l'unità è meglio del conflitto.

È tempo di trovare il cambiamento della pace, il cambiamento della fratellanza. E' ora che le armi smettano. Che si torni al dialogo, alla diplomazia. Cessino i disegni di conquista e di aggressione militare. Per questo ripeto: no alla guerra. No alla guerra.

È tempo di lavorare insieme per fermare la catastrofe ecologica, prima che sia troppo tardi. Per questo ho scelto di scrivere un nuovo documento, a dieci anni dall'Enciclica Laudato Si.

Fermiamoci finché c'è tempo, per favore. Fermiamoci finché c'è tempo.

È tempo di affrontare insieme le emergenze migratorie, ricordando che non stiamo parlando di numeri, ma di persone, uomini, donne e bambini. Quando parliamo di migrazione pensiamo agli occhi dei bambini che incontriamo nei campi profughi.

È tempo di pensare ai più piccoli, ai ragazzi, alla loro educazione, alla loro cura.

Come lei sa, Signor Presidente, questo nostro incontro nasce da un piccolo grande progetto che mi interessa moltissimo.

Ha a che fare con i bambini e la loro salute.

In Italia, a Roma, vicino al Vaticano, c'è un ospedale molto speciale: l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Nel mondo è conosciuto come l'ospedale del Papa, ma per me non è questo il motivo per cui è "unico".

È evidente che il nostro piccolo grande ospedale non può risolvere i problemi dei bambini malati in tutto il mondo.

Vuole però essere un segno. Una testimonianza di come sia possibile (in mezzo a tanti sforzi) coniugare la grande ricerca scientifica, finalizzata alla cura dei bambini, e l’accoglienza gratuita di chi ha bisogno.

Scienza e ospitalità: raramente queste due cose si incontrano ad un certo livello.

L'ospedale accoglie i bambini. Qui in Vaticano, all'eliporto, due, tre volte atterrano elicotteri con bambini portati d'urgenza da vari luoghi.

In questi terribili mesi segnati dalla guerra, l'Ospedale Bambino Gesù ha curato più di duemila piccoli pazienti ucraini, fuggiti dal loro Paese con genitori e parenti.

Nel campo della salute, oggi più che mai, la prima e più concreta forma di carità è la scienza, la capacità di guarire, che però deve essere accessibile a tutti.

Il Bambino Gesù è un segno concreto della carità e della misericordia della Chiesa.

Esistono malattie inguaribili, ma non esistono bambini incurabili.

Cerchiamo di essere chiari su questo punto: esistono malattie incurabili, ma non esistono bambini incurabili.

Questo è il sigillo dell'Ospedale.

Grazie signor Presidente, grazie a tutti e vi auguro una buona giornata. Grazie.

2 risposte:

Sono preoccupato per entrambe le cose, i bambini e il cambiamento climatico.

Per favore, agiamo contro il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi.




 
 

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