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Sindrome di Morquio A

Malattia rara. È una malattia metabolica ereditaria che provoca diffuse alterazioni dello scheletro. Si tratta con una terapia enzimatica sostitutiva 

La sindrome di Morquio A o Mucopolisaccaridosi IV-A (MPS IV-A) è una malattia metabolica ereditaria. Fa parte del gruppo delle malattie da accumulo lisosomiale, un disturbo che comporta diffuse alterazioni a carico dello scheletro. La frequenza è di circa 1:250.000.

La sindrome di Morquio A è dovuta alla mancanza di un enzima (N-acetilgalattosamina-6-solfato solfatasi, GALNS) prodotto dalle cellule in base alle istruzioni contenute nel gene GALNS. Questo enzima è necessario per la degradazione dei mucopolisaccaridi, sostanze del tessuto connettivo al quale conferiscono viscosità e resistenza.

È coinvolto in particolare il cheratan solfato (KS) e il condroitin 6-solfato (C6S), di alcuni componenti essenziali della cartilagine.
La carenza dell'enzima causa l'accumulo dei mucopolisaccaridi nei vari tessuti, soprattutto nelle ossa e nelle cartilagini, determinando gravi alterazioni nello sviluppo dello scheletro.

La sindrome di Morquio A si trasmette con modalità autosomica recessiva: entrambi i geni, sia quello di origine materna che quello di origine paterna sono alterati nei bambini con sindrome di Morquio. I genitori sono portatori di una copia alterata del gene (l'altra copia è normale) e non sono malati ma rischiano a ogni gravidanza, con un 25% di probabilità, di avere un figlio malato.

I sintomi della sindrome di Morquio A possono variare da una forma grave che si manifesta precocemente e che progredisce rapidamente, a forme più tardive, con minore danno dei vari organi. Nella forma grave, i sintomi sono assenti alla nascita e compaiono tra il primo e il terzo anno di vita.

Di solito, si presentano alterazioni dello scheletro quali "gibbo" (cifoscoliosi), ginocchio valgo e petto carenato, che si aggravano velocemente. La forma tardiva diventa evidente nella tarda infanzia o nell'adolescenza, manifestandosi con dolore/rigidità all'anca e difficoltà a camminare.

La forma tardiva diventa evidente nella tarda infanzia o nell'adolescenza, manifestandosi con dolore/rigidità all'anca e difficoltà a camminare.
Il coinvolgimento delle ossa e delle articolazioni nella malattia porta a una bassa statura (con tronco corto, arti normali e un'altezza che si stabilizza intorno a 120 cm), deviazione dei polsi, petto carenato, collo corto, gibbo, scoliosi, ginocchia valghe, ipermobilità articolare, andatura incerta con frequenti cadute.

Oltre allo scheletro, la malattia coinvolge anche il cuore (cardiopatia valvolare), l'occhio (opacità corneale), l'udito (sordità) e le vie aeree (ipertrofia adeno-tonsillare, infezioni ricorrenti, ostruzione delle vie aeree, apnee del sonno, restringimento della trachea). Le capacità intellettive sono normali. Questo differenzia la sindrome di Morquio A da altre mucopolisaccaridosi, in cui si osserva un peggioramento nel tempo delle capacità cognitive e relazionali.

La diagnosi di sindrome di Morquio A si basa sul riscontro di un aumento dei mucopolisaccaridi nelle urine, del difetto dell'attività dell'enzima N-acetilgalattosamina 6-solfatasi (GALNS) su un prelievo di sangue circolante (leucociti) o su gocce di sangue essiccate su una speciale carta (Dried Blood Spot, DBS) e sulla successiva identificazione di mutazioni del gene GALNS con l'indagine genetico-molecolare.

Dal 2014 è disponibile una terapia enzimatica sostitutiva, somministrata ogni settimana mediante una flebo della durata di circa 4 ore, in ambulatorio. I bambini che seguono la terapia enzimatica sostitutiva mostrano un miglioramento, anche se la terapia ha una limitata efficacia sulle alterazioni dello scheletro, specialmente se iniziata tardi.
Sul trapianto di cellule staminali ematopoietiche (il cosiddetto trapianto di midollo) esistono opinioni diverse, perché non si è dimostrato molto efficace sui problemi dell'osso. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che sia molto più efficace se eseguito nei primi anni di vita.

La prevenzione e il trattamento delle complicanze è parte integrante della gestione dei bambini con questa malattia e richiede il coinvolgimento di più specialisti, coordinati da un medico esperto nella cura di pazienti con problemi medici complessi (ortopedici, fisiatri, fisioterapisti e terapisti occupazionali, cardiologi, oculisti, broncopneumologi, otorino).

Nel corso della vita, i bambini con sindrome di Morquio A vanno incontro a numerosi interventi chirurgici: adeno-tonsillectomia, decompressione/fusione cervicale, chirurgia dell'anca, delle ginocchia, della colonna, sostituzione di valvole cardiache, cheratoplastica. Può essere necessario impiantare delle protesi acustiche per la perdita dell'udito.

Nella sindrome di Morquio A, l'ostruzione delle vie aeree superiori e il restringimento diffuso delle vie aeree è la complicanza più difficile da trattare e può rendere particolarmente difficile l'anestesia. Questa deve essere praticata in centri con elevata esperienza nella gestione delle vie aeree difficili.

La sopravvivenza è legata alla comparsa di alcune complicanze che compaiono più tardi, come l'ostruzione delle vie aeree, particolarmente grave nella seconda-terza decade di vita. Fra tutte, il restringimento della trachea (stenosi tracheale) sembra essere la complicazione più temibile.

Negli ultimi anni, una dozzina di pazienti nel mondo è stata sottoposta a un particolare intervento chirurgico di resezione per correggere il restringimento della trachea. Quattro pazienti sono stati operati presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, tutti con buon esito.

Sindrome di Morquio: Codice RCG140

Sindrome di Morquio A

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  • A cura di: Federica Deodato
    Unità Operativa di Patologia Metabolica
  • in collaborazione con:

Ultimo Aggiornamento: 15  Novembre 2022 


 
 

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